OMICIDIO NELLA RSA DI LATINA: DISPOSTA PERIZIA PSICHIATRICA SULL’IMPUTATO CHE UCCISE L’EX PM ONORARIO

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Pestaggio e morte nell’Rsa: si è svolta l’udienza nei confronti dell’uomo accusato di aver ucciso il giudice onorario

Si è svolta oggi, 13 luglio, l’udienza con il rito abbreviato richiesto dall’imputato, il 77enne Franco Zamperiollo. Davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Mario La Rosa, è stato ascoltato il consulente tecnico della difesa, Dottoressa Annalisa Anastasia.

All’esito della testimonianza, su richiesta degli avvocati difensori Giovanni Lauretti e Pier Giorgio Marinelli, il Gup La Rosa ha disposto una perizia medico-legale sulla capacità di intendere e volere dell’imputato riservandosi di comunicare il nome del perito e la data di udienza per il conferimento dell’incarico. Presente in aula il Pubblico Ministero, titolare dell’indagine, Marco Giancristofaro.

Franco Zampierollo è accusato dell’omicidio preterintenzionale dell’ex pm onorario Enrico Tamburrino, avvenuto a maggio 2021 in una Rsa del capoluogo di provincia a seguito di una brutale aggressione.

Il 27 luglio 2022, su disposizione del sostituto procuratore di Latina Marco Giancristofaro, la Squadra Mobile di Latina e i Carabinieri del NAS di Latina avevano dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Latina, Pierpaolo Bortone, sottoponendo agli arresti domiciliari, presso idoneo luogo di cura, Zampierollo, paziente psichiatrico, in relazione al quale emergevano gravi indizi di responsabilità per l’omicidio di Enrico Tamburrino.

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I fatti si riferiscono a quanto accertato dagli agenti della Squadra Mobile di Latina la mattina del 14 maggio 2021, quando la vittima, ospite da pochi giorni presso una RSA in Via Faggiana, era stata aggredita con diversi pugni al volto, senza alcun motivo apparente, da un altro paziente, ospite psichiatrico della medesima struttura.

A seguito dell’aggressione, Tamburrino fu ricoverato con diverse fratture presso l’ospedale Santa Maria Goretti, dove successivamente è morto il 27 maggio 2021 per insufficienza cardiorespiratoria dovuta alle lesioni riportate. Secondo il medico legale Cristina Setacci, nominata dalla Procura, “se il trauma avesse agito su un soggetto sano non lo avrebbe condotto alla morte”. Il problema, fatale per Tamburrino, è che l’uomo aveva delle comorbilità che si sono rivelate decisive dopo l’aggressione.

Le indagini coordinate dalla Procura di Latina hanno permesso di ipotizzare che Zampierollo era capace di intendere e di volere anche al momento dei fatti. Gli ulteriori approfondimenti investigativi hanno evidenziato che il 76enne aveva avuto un atteggiamento aggressivo fin dall’ingresso in RSA e qualche settimana prima dei fatti aveva manifestato un comportamento analogo a quello avuto con la vittima. Tamburrino si trovava nella Rsa Residenza Pontina (Gruppo Giomi) dopo il suo trasferimento da un’altra struttura a Cori.

L’indagine è stata corroborata dalla denuncia dei tre figli di Tamburrino. Successivamente nel corso della stessa, sono stati ascoltati un’infermiera e un operatore socio sanitario della Rsa che, trovandosi al primo piano, erano stati chiamati dopo l’aggressione. In loco i sanitari, la mattina del 14 maggio, avevano trovato Tamburrino che presentava segni sul viso, un’ematoma all’occhio sinistro e una lesione al labbro con perdita di sangue dalla bocca e dal naso.

Al contempo, Zampierollo, disteso a letto e cosparso di schizzi di sangue, ammetteva ai sanitari di aver colpito Tamburrino perché, a suo dire, era stato insultato, ribadendo che sarebbe stato pronto ad aggredire di nuovo: “Non c’è due senza tre”, avrebbe detto ai sanitari il 76enne. Zampierollo, sottolineano gli inquirenti, è affetto da schizofrenia paranoide ma quando ha aggredito Tamburrino “era del tutto incapace di intendere e volere”.

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