OMICIDIO GALLINARO: MONTAQUILA PROSCIOLTO PER INFERMITÀ MENTALE

Benedetto Montaquila
Benedetto Montaquila

Benedetto Montaquila è stato prosciolto, anche su richiesta della Procura, per infermità di mente totale: era accusato dell’omicidio del 77enne di Gaeta Alessandro Gallinaro

All’udienza odierna si è celebrato, dinanzi al Giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Cassino Alessandra Casinelli, il processo a carico di Benedetto Montaquila Benedetto, difeso dall’Avvocato Piergiorgio Di Giuseppe, imputato di omicidio preterintenzionale, per aver ucciso con un violento pugno, e senza un apparente motivo, l’anziano Alessandro Gallinaro a Gaeta la sera del 14 marzo 2021.

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Alla fine dell’udienza preliminare che si era svolta ieri mercoledì 12 gennaio, il Gup Alessandra Casinelli aveva stabilito, sulla scorta della perizia psichiatrica del consulente Rufo, che Montaquila non era idoneo al carcere di Rebibbia dove si trovava recluso e deve poter essere detenuto presso una Rems.

Il processo, oggi 19 gennaio, considerate quelle risultanze peritali di ordine psichiatrico si presentava, quindi, con esito giudiziario già scontato.

Infatti, il Pubblico Ministero Flavio Ricci ha richiesto il proscioglimento dell’imputato per via della totale infermità di mente, con applicazione, però, di misura di sicurezza della libertà vigilata da scontarsi in una struttura protetta nel reatino in ragione della persistente pericolosità sociale di Montaquila, come riconosciuta alla scorsa udienza anche dal perito Donato Rufo.

Gli ha fatto eco il patrono di parte civile, l’avvocato Vincenzo Macari, il quale non ha mancato di rimarcare come vi sia nell’ordinamento un imbarazzante vuoto normativo che, se idoneamente colmato, avrebbe potuto vedere salva la vita del povero Gallinaro.

Infatti, il Montaquila, già reo di analoghe condotte violente in passato, ha visto in precedenza pronunciare altra sentenza per totale infermità di mente, così essendo ritornato libero di determinarsi.

Sta di fatto che, nonostante la patologia ancora attualmente in essere, come ribadita anche dal perito del Giudice che non ha mancato di rappresentare come il Montaquila neanche per un istante potrà distaccarsi dall’assunzione di medicine, finanche per tutta la vita, negli anni appena decorsi alcun provvedimento è stato mai assunto dalle Autorità sanitarie o amministrative, in difetto di norma che obblighi alle cure, circa il contenimento di condotte violente.

Anzi, è emerso dagli atti che negli ultimi due anni Montaquila aveva liberamente scelto di non assumere i medicinali presso il centro ospedaliero dove si trovava in cura, senza che alcuna istituzione assumesse posizione in merito a possibili recrudescenze di condotte violente. Così come, purtroppo, è avvenuto.

Era chiesto al paziente di assumere i medicinali laddove proprio la particolare patologia nella stragrande maggioranza dei casi del genere non consente allo stesso libera e consapevole determinazione.

Rispetto al grave vulnus rimarcato dalla difesa di Gallinaro, all’interno dell’ordinamento la parte civile si è riservata di agire in ogni sede, nazionale o sovranazionale, anche per scongiurare che simili condotte possano in futuro ripetersi, per il sacrificio – come nel caso del povero Gallinaro il quale, sul luogo del delitto, si trovava solo per caso ad attendere la moglie che uscisse dalla messa – di ignari cittadini.

Ha fatto seguito nella discussione la difesa dell’imputato, la quale ha sostenuto come proprio la costante e pedissequa assunzione di farmaci ha, nel corso dei mesi di sostanziale privazione della libertà del prevenuto, dapprima in carcere, attenuato la sua pericolosità sociale.

Il Gup Casinelli, dopo lunga camera di consiglio, ha deciso che il Montaquila dovrà permanere presso la struttura e sotto il controllo medico per un periodo non inferiore a due anni, in esito rivalutabile una volta decorso il periodo minimo, e alla luce degli eventuali progressi, prendendo 15 giorni di tempo per il deposito della motivazione.

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