NARCOTRAFFICO: ARRESTATO IN SPAGNA IL PONTINO GIAN LUCA CIPRIAN

Un'immagine di Barcellona
Un'immagine di Barcellona

Arrestato in Spagna il narcotrafficante di Latina Gianluca Ciprian, già coinvolto in altre operazioni e citato dai due ex affiliati al clan Di Silvio, ora collaboratori di giustizia, Renato Pugliese e Agostino Riccardo

A scrivere dell’arresto operato dalle forze dell’ordine iberiche nei confronti del latinense è Andrea Ranaldi sul quotidiano Latina Oggi nell’edizione odierna.

Gianluca Ciprian (foto da h24notizie.com)
Gianluca Ciprian (foto da h24notizie.com)

A quanto riporta il giornale diretto da Alessandro Panigutti, l’arresto del 41enne latinense Ciprian, trasferitosi da qualche mese nei pressi di Barcellona, sulla costa catalana, insieme alla famiglia, sarebbe avvenuto una decina di giorni fa nell’ambito di un’operazione anti-droga internazionale che avrebbe visto il sequestro di un carico di cinque quintali di sostanza stupefacente. In più, sembra che le autorità spagnole avrebbero rifiutato il pagamento di una cauzione che avrebbe consentito a Ciprian di uscire dal carcere.

Le notizie sull’accaduto, ad ogni modo, sono molto frammentate ma ciò che non può passare inosservato è il nome dell’arrestato, Gian Luca Ciprian, più volte inserito nella mappatura del narcotraffico latinense, e con tutta probabilità il peso massimo per la “vendita all’ingrosso” nell’area pontina.
Il latinense, sconosciuto al grande pubblico, ma ben noto a magistratura e forze dell’ordine, è stato più volte menzionato dai due collaboratori di giustizia Riccardo e Pugliese, i quali ne hanno fatto cenno anche nell’aula del Tribunale di Latina quando, tra novembre e gennaio, sono stati ascoltati durante le udienze del processo di Alba Pontina che vede alla sbarra Armando “Lallà” Di Silvio e famiglia.

È, infatti, Ciprian, secondo i collaboratori di giustizia, ad aver venduto i carichi di marijuana, hashish e cocaina al clan di Campo Boario, la qual cosa fa di lui un narcotrafficante di spessore per tutta l’area pontina se pure un clan agguerrito come i Di Silvio, e capace di non subire ritorsioni anche da sodalizi di spessore quando rubavano loro la droga, si rivolgeva a Ciprian per approvvigionarsi e poi immettere nel mercato di Latina le sostanze stupefacenti. E non dovrebbe essere un caso se Ciprian abbia scelto come buen retiro la Spagna, da sempre hub ineliminabile per i clan di mezza Europa: dal Sudamerica e dal Nord Africa cocaina e “fumo” passano per lo più da lì.

Renato Pugliese e Agostino Riccardo, i collaboratori di giustizia derivanti dall’operazione coordinata dalla DDA di Roma “Alba Pontina”

Proprio di fronte ai pm Spinelli e De Lazzaro e al collegio giudicante di Alba Pontina, presieduto da Gian Luca Soana, Renato Pugliese ha dichiarato che era da Gian Luca Ciprian che i Di Silvio si rifornivano per vendere, poi, la droga ai nordafricani che la immettevano nella piazza di spaccio del Quartiere Nicolosi/Autolinee.

Secondo Agostino Riccardo, nei verbali resi nel luglio 2018 alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, Armando Lallà Di Silvio si recava in persona da Ciprian per acquistare 1 kg di cocaina al mese, mentre i figli Gianluca e Pupetto Di Silvio, secondo il pentito, “prendevano 40/50 chili di hashish al mese da Gian Luca Ciprian“. Non solo, sempre nei verbali resi all’Antimafia (pur essendo pieni di omissis), Renato Pugliese diceva a chiare lettere che Gian Luca Ciprian è “il numero uno per la vendita della cocaina a Latina: 30/40 kg al mese“.

Ma c’è di più. I pentiti, almeno Pugliese, hanno riferito anche del fatto molto grave avvenuto il 29 ottobre 2012, quello noto e riconducibile alla sparatoria di Sezze Scalo in cui finirono ammazzati, per un debito di droga, nell’area di servizio Eni di Via degli Archi, Tiziano Marchionne e Alessandro Radicioli, sotto i colpi di Stefano, Enrico e Maurizio Botticelli.
In quella circostanza, era presente anche Ciprian che sfuggì miracolosamente all’agguato, colpito solo di striscio.

Da quegli omicidi, si generò l’Operazione Arco, una maxi inchiesta risalente al 2014 che fece emergere un largo giro di narcotraffico sulle “coste” dei Lepini fino a Pontinia, Sabaudia e, naturalmente, al capoluogo  di provincia. Indagate 59 persone tra cui Ciprian e nomi come Ermes Pellerani che ritorna anche lui nelle dichiarazioni dei pentiti come punto di riferimento del crimine di Sezze, e Giuseppe Travali altra vecchia conoscenza del narcotraffico pontino e padre dei fratelli Travali (sebbene Angelo, il più grande, non sia suo figlio naturale).

Per quell’operazione che, a distanza di 6 anni, non è sfociata a giudizio con un processo, Gian Luca Ciprian, ritenuto come uno dei capi dell’organizzazione, si costituì spontaneamente presso la Casa Circondariale di Velletri. 

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