Statua di San Lidano: dopo il Tar anche il Consiglio di Stato ordina la demolizione delle opere finora realizzate in Piazza Duomo a Sezze
Una storia infinita che dura da oltre due anni, che ha diviso, piena di gaffe amministrative e contrordini, ripensamenti, polemiche. Talmente divisiva (termine orribile ma che rende bene l’idea) la storia della Statua del Santo Patrono setino da far nascere un Comitato di cittadini ad hoc chiamato ““gli Muro della Tèra”, oltreché a pareri pubblici di personaggi noti e meno noti della città.
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Ora, il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso di Don Massimiliano Di Pastina, l’uomo che si è visto prima autorizzare e poi revocare il permesso, e che poi si è rivolto alla giustizia amministrativa contro l’ordinanza, firmata dal responsabile dell’Ufficio Tecnico Vincenzo Borrelli, la quale disponeva la demolizione delle opere, il ripristino dello stato dei luoghi e la restituzione delle aree del demanio civico alla pubblica fruizione.
Per il Tar, il ricorso di Don Pastina non appariva “sorretto dal requisito del fumus boni iuris, giacché l’attività edificatoria eseguita dal ricorrente sul demanio civico non appare sorretta da un valido titolo abilitativo“.
Per il Consiglio di Stato “non risulta sussistere un titolo che legittimi il predetto intervento edilizio su suolo pubblico, cosicché l’impugnato ordine di procedere alla demolizione delle opere realizzate sull’area demaniale non appare affetto dai vizi sollevati”. Successivamente, quando si andrà nel merito, i giudici decideranno sul risarcimento.
È probabilmente finita la battaglia del Direttore dell’Archivio Capitolare della Cattedrale e del Museo Diocesano d’Arte Sacra di Sezze Don Massimiliano Di Pastina. Per la Statua di San Lidano chissà se non varranno le proposte di collocarla in un posto diverso, ad ora la certezza che il Belvedere di Sezze verrà riconsegnato ai cittadini senza monumenti.