MINTURNO: DALLE INDAGINI LEGATE A “TOUCH&GO” I NOMI DEL SINDACO STEFANELLI E SIGNORE

Lungomare di Scauri (foto di Angelo Farina)
Lungomare di Scauri (foto di Angelo Farina)

In alcuni atti d’indagine trasmessi dai Carabinieri di Formia all’Antimafia di Roma ci sono i nomi dell’attuale sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli e dell’avvocato penalista Massimo Signore: il quadro è quello dello spaccio di droga legato alla maxi-inchiesta Touch&Go che ha disposto 22 arresti lo scorso luglio nel sud pontino, in particolare di persone gravitanti sul lungomare di Scauri, ma anche a Formia, Gaeta e a Napoli (specificatamente nel Rione Guanella)

A dare notizia del coinvolgimento di Stefanelli e Signore, entrambi minturnesi e due personaggi noti nella provincia di Latina, è il sito di informazione H24. Da precisare che gli atti d’indagine trasmessi dai carabinieri del Nucleo operativo di Formia alla Dda sarebbero in riferimento a un’altra indagine, legata comunque a quella principale (Touch&Go), denominata Themis: sia Stefanelli che Signore non è noto se siano attualmente indagati, anche perché i fatti evidenziati dall’Arma risalirebbero a ben 12 anni fa, anno di grazia 2008.

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Ad ogni modo, nell’inchiesta Touch&Go, c’è uno spaccato che non può che trovare addentellati nel passato anche perché ruota attorno al tentativo di scalzare il predominio dello spaccio del ras locale Giuseppe Fedele detto Geps oppure ‘o viecchio, legato, secondo gli inquirenti, a clan campani stabilitisi nel sud pontino (Gallo, Antinozzi/Mendico ecc.), da parte di alcuni emergenti napoletani, gli Scotto, nell’orbita dei Licciardi della Masseria Cardone (Alleanza di Secondigliano), e poi del clan Sacchetti/Bosco/Mallo. Sodalizi gravitanti nell’area nord di Napoli e particolarmente agguerriti.

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Fatti, dicevamo, che si sono svolti in un arco temporale che è andato da fine 2015 fino al 2019 e che sono, a loro volta connessi, a vicende inerenti allo spaccio nella zona di Scauri (in prevalenza) anche molto antecedenti e che coinvolgerebbero, nelle carte in cui si citano Stefanelli e Signore, una novantina di persone.

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Gli investigatori, a quanto riporta H24 evidentemente in possesso di alcune carte inerenti all’indagine “Themis” che lo testimoniano, ritengono che Giuseppe Fedele e la compagna Lidia Caiazzo, tramite suo fratello, Marco Caiazzo, vendessero cocaina all’avvocato Signore, il quale insieme a Stefanelli l’avrebbe ceduta a terzi. In particolare, a maggio 2008, tra Minturno, Latina e Roma, Fedele, i Caiazzo, Signore e Stefanelli, “in concorso tra loro e con soggetti non identificati”, “con più condotte esecutive del medesimo disegno criminoso”, avrebbero messo in piedi il passaggio di droga: i primi tre – Fedele e i due Caiazzo – avrebbero venduto all’avvocato Signore e “indirettamente” a Stefanelli, “in più circostanze e per il successivo smercio”, cocaina in quantità superiori ai 50 grammi, in cambio di un corrispettivo in denaro pari a tremila euro.

In seguito, secondo gli investigatori dell’Arma, Signore e Stefanelli avrebbero diviso tra loro quella droga “al fine di cederla successivamente a terze persone. A corroborare le tesi dei Carabinieri, ci sarebbero alcune intercettazioni telefoniche: l’avvocato Signore “probabilmente” tratteneva una parte di quella cocaina e la restante la consegnava “a un soggetto della zona che fa l’autista a un senatore della Repubblica, che la smercia a Latina e Roma”. Il soggetto a cui ci si riferisce è Gerardo Stefanelli, ex autista del senatore e sindaco di Formia Michele Forte (deceduto), e ad oggi sindaco di Minturno, la città al centro dell’inchiesta “Touch&Go”, passato da qualche mese dalle fila del Partito Democratico a quelle di Italia Viva di Renzi. È utile ricordare che Stefanelli, descritto all’epoca come autista di Forte, fosse molto legato all’ex sindaco di Formia e militasse nell’Udc con ruoli politici importanti: considerato, in effetti, come il delfino dell’ex senatore formiano.

Nell’ordinanza relativa all’inchiesta Touch&Go, che ha disposto gli arresti di 22 persone, il nome dell’avvocato Massimo Signore viene menzionato almeno in un’occasione da alcuni indagati, ma solo in riferimento al fatto che lo si sarebbe dovuto scegliere in qualità di difensore dopo alcuni arresti verificatisi.

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Invece, per quanto riguarda Stefanelli, c’è solo un riferimento assolutamente indiretto: tra gli episodi contestati dai Carabinieri di Formia a uno degli indagati, Carmine Brancaccio, appare il nome di Luigi Iorio come acquirente di sostanza stupefacente.
Iorio, nella notte di Halloween dello scorso anno, fu fermato dalla Guardia di Finanza formiana, insieme alla moglie e al fratello del Sindaco di Minturno, Giuseppe Stefanelli, all’epoca dei fatti collaboratore in Regione Lazio del consigliere “Dem” Salvatore La Penna (un ruolo che il fratello minore del sindaco di Minturno non ricopre più).
Disposto un posto di blocco sulla strada che conduce a Castelforte, il nucleo anti droga della Guardia di Finanza li arrestò perché sospettati di avere con loro 400 grammi di sostanza stupefacente – crack e cocaina – che avrebbero gettato dal finestrino dell’auto su cui viaggiavano.

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Dopo poche ore, furono rilasciati per decisione del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Cassino, Domenico Di Croce, il quale non convalidò l’arresto per mancanza della flagranza di reato. Il sostituto procuratore di Cassino, Maria Beatrice Siravo, fece ricorso al Riesame contro l’ordinanza del gip che aveva escluso l’esistenza di gravi indizi di colpevolezza non essendo stato provato, secondo lui, il collegamento dei tre arrestati con il barattolo carico di droga. Il Riesame di Roma diede ragione al gip ritenendo il quadro prospettato dalla Procura di Cassino insufficiente: tutti e tre furono scagionati.

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