L’ULTIMO SPROLOQUIO DI VINCENZO ZACCHEO

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Vincenzo Zaccheo
Vincenzo Zaccheo

Puntuale come la scadenza di una cambiale, ineludibile come la rata di un mutuo o di un prestito ricevuto da una finanziaria, arriva l’ultimo sproloquio di Vincenzo Zaccheo.

Lo schema è sempre lo stesso.

L’ex sindaco di Latina (periodo maggio 2002 – aprile 2010), ormai fuori dalla politica attiva da nove anni, scrive un comunicato autocelebrativo ricorrendo ogni volta a un pretesto diverso e Latina Editoriale Oggi glielo pubblica.

Ad onor del vero va detto che, conoscendo il personaggio in questione e i suoi modi di fare, è ipotizzabile che la pubblicazione dei suoi interventi più che una scelta editoriale probabilmente è il contentino che il direttore del giornale (o chi per lui) preferisce dare a Vincenzo Zaccheo piuttosto che essere costretto a sorbirsi le sue insistenti e interminabili telefonate.

VINCENZO ZACCHEO, “IL CAPISCIONE”

Questa volta l’ex Sindaco prende a pretesto per il suo ennesimo comunicato autocelebrativo la realizzazione nei quartieri Q4 e Q5 di aree parcheggio a servizio di palazzine.

Sembrerebbe una cosa utile e da condividere e non certo un motivo per attaccare l’attuale amministrazione.

Invece no!

“Il capiscione” (così Vincenzo Zaccheo era soprannominato da importantissimi esponenti del MSI di Latina) critica la scelta e ricorda a noi tutti quello che lui voleva fare e non sarebbe andato in porto per via della sua defenestrazione nel 2010.

VINCENZO ZACCHEO, L’UOMO DEI PROTOCOLLI D’INTESA

Ecco le parole di Vincenzo Zaccheo.

La domanda di sicurezza è un tema che non può essere sottovalutato da nessuna amministrazione comunale. Per questo motivo ho appreso con rammarico e delusione  che proprio in questi giorni nei quartieri Nuova Latina e Nascosa, meglio conosciuti come Q4 e Q5, è in fase di realizzazione un’area di parcheggio a servizio di nuove palazzine. Una prassi normale se non fosse che proprio la particella interessata dall’intervento era stata destinata nel 2009, tramite un apposito Protocollo d’Intesa, ad area per la realizzazione della nuova Caserma della Compagnia dei Carabinieri di Latina (n.d.r.: che si sarebbe aggiunta a quella di Piazza della Libertà che sarebbe quindi rimasta)”.

La locuzione chiave è “Protocollo d’Intesa” e lo schema è lo stesso che abbiamo visto in altre occasioni.

Con una visione deformata della realtà, non è dato sapere se per malafede o per qualcosa di misterioso presente nel suo inconscio che imprigiona e condiziona la sua mente, Vincenzo Zaccheo scambia la firma di un mero protocollo d’intesa per un’opera cantierabile e già finanziata e ha la presunzione di affermare (proprio lui con laurea ad honorem in opere bluff, tipo la cosiddetta metropolitana leggera) che sicuramente avrebbe condotto in porto l’operazione.

In sostanza Zaccheo ha la faccia tosta di criticare la realizzazione di un’opera utile contrapponendole vera e propria fuffa.

Come abbiamo appena detto, la vicenda dei protocolli d’intesa – fuffa è uno schema al quale Vincenzo Zaccheo sembra molto affezionato e, a dimostrazione di ciò, facciamo riferimento al precedente molto importante che abbiamo raccontato nell’articolo “Latina all’asta – prima parte” e in estrema sintesi ricordiamo.

Balducci
Angelo Balducci

Siamo nel 2003. A seguito di un protocollo d’intesa firmato con lUniversità degli studi La Sapienza di Roma e il Provveditorato alle Opere Pubbliche della Regione Lazio di Angelo Balducci, avente ad oggetto il trasferimento della Guardia di Finanza da Palazzo M per utilizzare tale edificio come sede universitaria, il Comune di Latina, partecipando ad un’asta rocambolesca e sconcertante, acquista per l’iperbolica cifra di € 3.030.000 dal fallimento ICOS un immobile fatiscente (trattasi del rudere ben visibile dalla Pontina, che si trova vicino alla fascia urbanizzata dei cosiddetti “Palazzoni”)

Secondo il protocollo d’intesa siglato, il Provveditorato delle Opere Pubbliche avrebbe dovuto ristrutturare l’edificio affinché fosse adibito a Caserma della Guardia di Finanza.

Sappiamo tutti come è andata a finire: la Guardia di Finanza sta sempre al Palazzo M e l’immobile acquistato dal Comune di Latina, già fatiscente all’epoca, versa da anni nel totale degrado e ormai appare come un vero e proprio rudere (del valore – sic! – di € 3.030.000).

In questo caso, tra l’altro, Vincenzo Zaccheo non può nemmeno propinarci la fesseria (anche questa parte del solito schema da lui utilizzata) che l’operazione non è andata in porto perché è stato cacciato.  Invero dal 2003 al 2010 ci sono stati sette anni di amministrazione Zaccheo e non è successo proprio niente.

Può quindi dirsi, senza alcun dubbio, che uno degli elementi per i quali si è caratterizzata l’attività di Sindaco di Vincenzo Zaccheo sia stato quello dei protocolli d’intesa – fuffa, che gli garantivano l’effimera visibilità del momento a spese degli interessi di una intera città.

Ecco quindi che l’intervento da “capiscione” effettuato dall’ex Sindaco sulla vicenda dei parcheggi in Q4 e Q5 assume toni che hanno del ridicolo.

VINCENZO ZACCHEO COME NAPALM 51

Napalm 51 è il personaggio inventato da Crozza per rappresentare i cosiddetti “leoni da tastiera”, quelli cioè che sproloquiano su tutto e tutti dietro a uno schermo e non scendono mai nel mondo reale rifuggendo da qualsiasi tipo di pubblico confronto.

Maurizio Crossa nei panni di Napalm 51
Maurizio Crossa nei panni di Napalm 51

Vincenzo Zaccheo ha invero lasciato il mondo social a suo fratello Carlo Alberto (detto Raul Castro), ma in qualche modo ricorda il personaggio di Crozza.

Infatti il suo, dal punto di vista politico, è un mondo chiuso, all’interno del quale vive compiacendosi di sé stesso e illudendosi di contare ancora qualcosa.

Il suo mondo è tutto nella stesura del comunicato periodico e nella probabile rottura di cabbasisi al malcapitato giornalista per ottenerne la pubblicazione.  

Oltre a questo c’è per lui il nulla, politicamente parlando.

Il suo modo di agire è anche una forma di difesa, perché se volesse uscire dal suo piccolo recinto dovrebbe innanzitutto spiegare alla città i fatti e gli argomenti di cui abbiamo trattato in alcune nostre inchieste, quali:

il suo inquietante comportamento in ordine alle mazzette chieste dal suo vicesindaco Galardo (Latina, le verità nascoste);

le sconcertanti operazioni immobiliari di cui si è reso protagonista quale sindaco e in proprio (Latina all’asta – prima parteseconda parteterza parte).

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