Dall’omicidio Moretti (ancora irrisolto) i Carabinieri di Latina ricostruiscono un’attività di spaccio: nell’indagine due episodi di efferata violenza
Nella mattinata odierna, su delega della Procura della Repubblica di Latina, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Latina, coadiuvati nella fase esecutiva da militari dei Comandi Provinciali Carabinieri di Roma, del Raggruppamento Aeromobili Carabinieri di Pratica di Mare, del Nucleo Cinofili di Santa Maria di Galeria (Roma) e dalle Autorità Spagnole, su disposizione dei Sostituti Procuratori Martina Taglione e Andrea D’Angeli, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di misure cautelari emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giorgia Castriota nei confronti di 8 indagati (di cui uno resosi irreperibile) riconosciuti responsabili dei reati di rapina, sequestro di persona, estorsione aggravata, lesioni personali aggravate dall’uso di armi, detenzione e porto illegali in luogo pubblico di arma comune da sparo, porto di armi ed oggetti atti ad offendere e traffico di sostanze stupefacenti. Si tratta di personaggi più o meno noti: il 25enne Roberto Ciarelli, figlio di uno dei capi del Pantanaccio dell’omonimo clan Ferdinando “Furt” Ciarelli, arrestato a dicembre scorso per il pestaggio violento ai danni di un giovane a Latina; la 30enne Cristina Giudici; il 42enne Pietro Finocchiaro, citato anche nei verbali dei due collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese; il 40enne Harrada Amine, di origine marocchina; il 39enne Gianluca Pezzano, residente nella provincia di Reggio Calabria; il 60enne Giuseppino Pes, l’uomo che, in concorso con Tozzi e Artusa, è stato condannato per il delitto di Francesco Saccone freddato nel 1998 a Piazza Moro; il 27enne Adriano Sarubbi, marito di una figlia di Carmine Di Silvio detto Porcellino (il numero tre del clan di Campo Boario retto da Giuseppe detto Romolo), indagato a piede libero nell’operazione “Scarface”; il 58enne originario di Messina Alessandro Artusa, arrestato a dicembre insieme ad altre sei persone per un ingente carico di droga a Fondi.
L’attività di indagine si è sviluppata dal dicembre 2020 all’ottobre 2021, anche mediante l’ausilio di attività tecnica, dopo l’omicidio di Fabrizio Moretto detto “Pipistrello”, attinto, il 21 dicembre 2020, da un colpo di arma da fuoco nei pressi della propria abitazione a Bella Farnia (Sabaudia), ad opera di soggetti allo stato ignoti. L’omicidio è avvenuto dopo il pestaggio che ha portato alla morte di Erik D’Arienzo (figlio di Ermanno “Topolino”, personaggio di peso negli ambienti criminali pontini) nel settembre 2020, per cui lo stesso Moretto risultava indagato (allo stato c’è un processo incardinato presso il Tribunale di Latina che vede sul banco degli imputati un altro uomo per favoreggiamento e simulazione di reato).
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Lunghi servizi di osservazione, attività info-investigativa, attività di intercettazione e vari riscontri sul campo – si legge in una nota trasmessa dalla Procura di Latina – hanno permesso ai militari di appurare due distinte spedizioni punitive, connotate da particolare violenza, poste in essere dai altrettanti gruppi criminali nei confronti di un comune acquirente di narcotico, aggredito per non aver corrisposto quanto dovuto per diversi quantitativi di droga, da lui acquistati “in conto vendita”.
In particolare – spiega la nota della Procura – in una prima occasione, la vittima è stata bloccata mentre si trovava a bordo della propria vettura ed è stata obbligata, con un coltello alla gola ed una pistola puntata alla testa, a recarsi in una zona di campagna, dove è stata presa a calci e a pugni e costretta a promettere agli aggressori che avrebbe consegnato loro un chilo di hashish ogni settimana per un importo di 9.000 euro.
In una seconda circostanza, lo stesso soggetto è stato colpito con calci e pugni mentre si trovava nei pressi di un distributore di benzina e gli aggressori, dopo avergli sottratto il cellulare per impedirgli di chiedere aiuto, hanno danneggiato l’autovettura utilizzando un bastone sfollagente.
Le investigazioni hanno poi consentito di accertare anche l’esistenza di un’attività continuata di spaccio nel territorio di Latina. I due episodi di violenza indicati si collocano infatti nell’ambito di tale attività di spaccio.
AI termine delle operazioni, 5 degli 8 indagati sono stati tradotti in carcere mentre 2 presso le proprie rispettive abitazioni, in regime di arresti domiciliari. Il restante indagato, invece, tramite la collaborazione del servizio per la cooperazione di internazionale di Polizia, è stato individuato e attinto da Mandato di Arresto Europeo emesso dal GIP del Tribunale di Latina.
In carcere vanno Ciarelli, Pes, Artusa, Sarrubbi, Finocchiaro e Harrada, ai domiciliari Pezzano e Giudici.