LIBERA: “PROVINCIA DI LATINA TRA LE PRIME DIECI IN ITALIA PER CRIMINI AMBIENTALI”

Vi riportiamo integralmente il comunicato del presidio dell’associazione antimafia Libera del Sud Pontino nel quale, a margine di quanto successo a Itri, dove è stata ritrovata una discarica abusiva che provocava fumi e miasmi,  l’associazione fa il punto sulle ecomafie nel Lazio e nella nostra provincia.

LA DENUNCIA DI LIBERA

Continuano, in tutta la provincia di Latina, ed emergere crimini ambientali da situazioni assai ambigue e per questo ulteriormente pericolose, che peraltro espongono la popolazione locale a conseguenze che potrebbero diventare gravi.

In questo caso il crimine ambientale è stato scoperto a Itri dove, su ordine della Procura di Cassino, è stato sequestrato un terreno in località Calabretto utilizzato come discarica abusiva.

Si tratta di un terreno di circa mille quadrati che nel corso della sua attività ha prodotto miasmi, fumi e probabilmente infiltrazioni nel terreno che hanno colpito l’ambiente e molti cittadini che hanno sofferto per la crudeltà e sete di denaro di alcuni.

Fumarola nella discarica abusiva di Calabretto, Itri
Una delle cosiddette “fumarole” nella discarica abusiva di Calabretto, Itri: veri e propri piccoli geyser maleodoranti che producono gli effluvi tossici

Nella discarica, di cui Libera auspica presto che la Procura riesca a risalire in primis ai proprietari riconoscendo a questi le loro precise responsabilità attribuendo, nel caso, a loro i costi legati alla necessaria bonifica, sono stati trovati scarti edili e guaine di asfalto, oltre che materiale di scarto vario. Costi che non possono essere sopportati dai cittadini ma che devono derivare dall’azione di rivalsa su tutti i principali responsabili di questo crimine ambientale.

I rifiuti gettati nel terreno sono rifiuti speciali che aziende e imprese, forse locali, dovrebbero smaltire rivolgendosi ad altre aziende specializzate e pagando i relativi costi.

Queste invece trovano più conveniente versare il loro carico di rifiuti inquinanti in discariche abusive, molto spesso accordandosi coi proprietari dei fondi interessati. È così che sono nate le ecomafie e nello specifico il ciclo illegale dei rifiuti.

LE ECOMAFIE

Ed è così che sono stati avvelenati territori di straordinaria bellezza come la cd Terra dei fuochi e molte altre aree del Nord. Sotto questo aspetto è utile ricordare che, secondo il rapporto Ecomafia 2019 di Legambiente, il Lazio, con 2.062 infrazioni appurate, rimane stabilmente quella con il numero più alto di illeciti ambientali, il 7,7% sul totale nazionale, dopo le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa.

Il ciclo illegale dei rifiuti continua a segnare il maggior numero di reati nel Lazio: 545 infrazioni accertate, 704 denunce, 15 arresti e 242 sequestri. La provincia di Latina si posiziona al 10° posto assoluto, con 113 infrazioni accertate, 120 denunce e 65 sequestri, posizionandosi, insieme a quella di Roma, tra i primi dieci posti della classifica provinciale sul ciclo illegale dei rifiuti.

Oltre alla discarica di Itri continuiamo a chiedere chiarezza definitiva sulle numerose discariche rinvenute ad esempio nel Comune di Pontinia e infine sull’annosa questione della discarica di borgo Montello, nel cui ventre probabilmente riposano e inquinano rifiuti altamente tossici provenienti da tutta Italia, Nord in primis, e dall’Europa.

Rifiuti gestiti anche dalle mafie e che hanno corrotto il sistema democratico del territorio nonché portato alla morte, per omicidio per essersi opposto per primo e con grande coraggio al ciclo illegale e mafioso di rifiuti, di Don Cesare Boschin, di cui attendiamo di conoscere ancora i nomi dei mandanti e dell’omicida.

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