LE BELLE PAROLE E L’INCUBO DELLA REALTÀ COVID IN PROVINCIA

Damiano Coletta e Miriam Lichtner

Le comunicazioni di esperti e politici della provincia di Latina non vanno di pari passo con la realtà che si presenta per i cittadini come un incubo

Ieri, 3 novembre, la dottoressa Miriam Lichtner, dirigente responsabile del reparto Malattie Infettive dell’ospedale Goretti di Latina, dialogando col sindaco di Latina Damiano Coletta sulla pagina Facebook del Comune, nel consueto “punto bisettimanale”, ha detto una cosa importante, forse la più importante: “Bisogna proteggere la fascia media della popolazione con una diagnosi precoce“.

Bene…a proposito di diagnosi precoce. Ma lo sanno, lor signori, che, almeno nella provincia di Latina (ma la cosa, c’è da esserne certi, può essere estesa a tante province d’Italia), per fare un tampone molecolare ci vogliono quasi 2 settimane? A meno che tu non stia in condizioni gravi da ricovero o peggio, quello è il tempo: vi basta chiederlo a chiunque abbia dovuto subire la lunga trafila della prenotazione e la preoccupazione di essere infetto, con tutte le incombenze del genere come, ad esempio, non poter lavorare (che spesso significa impoverirsi).

Su Latina Tu, abbiamo raccontato la storia senza nomi (per privacy), ma assolutamente reale, di una famiglia di giovani residenti ad Aprilia. A differenza di tante altre volte, quando una volta pubblicato un articolo, riceviamo le minacce o le ventilate querele, quando si parla di alcuni temi della sanità tutto tace (era capitato anche con il caso di una povera donna affetta da sclerosi multipla che da marzo non riceve le cure di cui necessita).

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Tante letture dell’articolo e nessuno che ha mosso un dito. E sì che i politici ci telefonano o ci contattano solo quando vogliono lamentarsi di un articolo. Si muovano per rendere più fruibili i tamponi, per le veline di celebrazioni delle loro trascurabili esistenze assicuriamo loro che, se si adoperassero, saremmo i primi a pubblicarli.

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Ora, mi rendo conto (mi scusi il lettore per la prima persona) che, per diagnosi, la dottoressa intendesse non solo il tampone, ma siamo certi – perché ormai tutti gli scienziati e i medici del mondo sono concordi – che quello è lo strumento più certo per avere contezza della eventuale malattia. Bene le dirette social, bene le veline, i comunicati, gli articoli ben confezionati, e bene pure le polemiche superflue tra manager Asl e consiglieri regionali, ma qui se non ti chiami Totti (sono romanista, nessuna acredine personale) o Pellegrini, altro che diagnosi precoce…

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