LATINA. SPACCIO: SANTUCCI ASSOLTO. SECONDO LA POLIZIA VOLEVA “PRENDERSI” CAMPO BOARIO

Campo Boario, il quartier generale dei Di Silvio
Campo Boario, il quartier generale dei Di Silvio

È stato assolto Candido Santucci, il 45enne arrestato nel novembre 2018 con l’accusa di spaccio: condannati i due coimputati Magnesa e Novytskyy

Ieri il giudice del Tribunale di Latina Giorgia Castriota ha pronunciato le sentenze che hanno riguardato i tre, giudicati tutti col rito abbreviato.

Secondo gli inquirenti, i tre imputati avevano creato un vero e proprio sodalizio dedito allo smercio di droga che aveva come obiettivo – questo è il particolare che fece accendere i riflettori sulla vicenda – di occupare una fetta di mercato della droga in città, sopratutto dopo l’uscita di scena dei Di Silvio di Campo Boario.

Candido Santucci
Candido Santucci

A Santucci era contestato il possesso di erba ed eroina ai fini di spaccio, un’accusa grave per cui il pm Marco Giancristofaro aveva chiesto 6 anni. I suoi avvocati, Angelo e Oreste Palmieri, hanno chiesto l’assoluzione per l’estraneità ai fatti. Tesi accolta dal giudice Castriota che, al contrario, ha condannato Benedetto Magnesa a 4 anni di reclusione e Dmytro Novytskyy a un anno.

L’operazione che coinvolse Santucci fu condotta dalla Squadra Mobile di Latina guidata dall’allora vice questore Carmine Mosca. Spaccio di sostanze stupefacenti, e a finire in carcere fu Candido Santucci, già noto alle forze dell’ordine, successivamente agli altri due arresti di Magnesa e Novytskyy eseguiti tre giorni prima sempre dalla Polizia di Latina.

Santucci, che si era reso irreperibile, fu intercettato in una villetta della Marina di Latina, all’interno del Villaggio dei Giornalisti. L’abitazione, di proprietà di una coppia di anziani, fu circondata e, dopo un tentativo di resistenza da parte del proprietario, la Polizia entrò trovando all’interno Santucci. Con lui, si trovava, in una dependance della villetta, un ucraino di 30 anni, con precedenti penali e un decreto di espulsione sul groppone.

All’interno della residenza furono trovati 5.000 euro in contanti, dieci grammi di cocaina, telefoni cellulari, documenti di provenienza furtiva, e due armi: una pistola Glock, calibro nove, con proiettili simili a quelli in dotazione alla Polizia, apprezzabile sotto il profilo balistico, e un’arma da taglio malese con lama lunga e affilata.

Armi che, seguendo il filo di altre inchieste e dichiarazioni rilasciate dai pentiti di Alba Pontina, in particolare di Renato Pugliese, non sono un unicum nella storia di Santucci. Per il collaboratore di giustizia, era Santucci a custodire alcune delle armi dei Di Silvio a Campo Boario, una piazza che, secondo le ipotesi della Squadra Mobile avanzate al momento degli arresti nel novembre 2018, il medesimo Santucci avrebbe voluto occupare dopo gli arresti dei componenti del clan sinti con l’operazione Alba Pontina. Un’analisi rigettata dalla sentenza di ieri.

Articolo precedente

VEICOLO IN FIAMME SULLA PONTINA

Articolo successivo

SANATORIA SULLE OCCUPAZIONI ABUSIVE DELLE CASE POPOLARI NEL LAZIO: È BUFERA. PERNARELLA: “LASCIATE LE CASE AL CLAN DI SILVIO”

Ultime da Giudiziaria