LATINA. IL CONSIGLIO COMUNALE SUL CLIMA CON L’EX MINISTRO ACCUSATO DI DRENARE SOLDI PER PROGETTI AMBIENTALI IN CINA

La seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Latina sul clima
La seduta straordinaria del Consiglio Comunale di Latina sul clima

Fa discutere la presenza dell’ex Ministro dell’Ambiente Corrado Clini al consiglio comunale di Latina per il clima tenutosi lo scorso lunedì 18 novembre

Invitereste in un consiglio comunale, in qualità di esperto, un uomo nei confronti del quale la Procura di Roma ha richiesto il rinvio a giudizio per un presunto drenaggio di soldi pubblici destinati alla realizzazione di progetti ambientali all’estero e in Cina? La risposta unanime è probabilmente no, sopratutto se, in quel consiglio comunale, si parla di ambiente e cambiamenti climatici (climate change) alla presenza di giovani e giovanissimi desiderosi, tutti, di capire cosa riserva il futuro, e carichi di energia che solo l’adolescenza può dare.

Valeria Campagna
Valeria Campagna

Purtroppo, è quanto successo lunedì 18 novembre a Latina, dove si è tenuta la seduta straordinaria del Consiglio Comunale sul clima, proposta dal sindaco Damiano Coletta, svolta presso l’Auditorium della Curia Vescovile e rivolta alle giovani generazioni.

L’aula, in effetti, era gremita dei ragazzi delle scuole (i licei Manzoni, Grassi, Dante Alighieri, gli istituti Galileo Galiei, Sani e Vittorio Veneto e il movimento di Greta Thunberg “Fridays for Future”), stimolando l’orgoglio “per un’intera generazione” del consigliere comunale più giovane della storia pontina, l’ellebicina Valeria Campagna, e un discorso accorato del Sindaco.
Non sono mancati gli interventi di alcuni studenti tesi ad attirare l’attenzione sulla sfida globale che ci attende e chiedersi cosa aspettino gli amministratori a imprimere una svolta. Tutto bello e corretto, a quanto pare, se non fosse che questa amministrazione ha dimostrato di volere un’opera come l’autostrada a pedaggio che proprio rispetto per il clima non ha (chiedere alla Riserva Naturale di Decima Malafede che rischia di essere travolta dal cemento).

Ma l’elemento più dissonante è stata sicuramente la presenza di un personaggio come Corrado Clini (al minuto 1:16:15 l’intervento dell’ex Minstro nel video su) che, indipendentemente dalle sue competenze ambientali che di certo possiede, non sembrerebbe proprio l’uomo più consono a parlare alle cosiddette “giovani generazioni”.

Massimiliano Colazingari
Massimiliano Colazingari

Presentato dal Presidente del Consiglio Comunale Massimiliano Colazingari come “professore”, è lo stesso Clini ad aver ricordato, oltre al diploma conseguito presso il Liceo Classico “Dante Alighieri, il suo ricco excursus decennale al Ministero dell’Ambiente come Direttore generale per poi diventare, nel poco rimpianto Governo dei tecnici di Mario Monti, proprio Ministro dell’Ambiente dopo un’onorata carriera vicinissima alla politica che conta, sopratutto col Partito socialista craxiano di De Michelis, Ruffolo, Brunetta e Sacconi.

Corrado Clini
Corrado Clini

Secondo un articolo de L’Espresso, a firma di Emiliano Fittipaldi, risalente al 2012 (quando Clini era Ministro), i conflitti di interessi erano evidenti, ma quello che risultava di più era un passaggio che con la cura e la preoccupazione dell’ambiente aveva poco a che vedere, anzi il contrario: “Ottimi rapporti con Confindustria, eccellenti con le associazioni ambientaliste (che ricevono finanziamenti anche dal ministero) e con i partiti di destra e sinistra, Clini spicca il volo nel 2001, quando Berlusconi rimette all’Ambiente Altero Matteoli. Tra loro c’è un asse di ferro e Corrado aggiunge alle deleghe della “protezione internazionale dell’ambiente” quelle per lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia. È sulle prime che concentra maggiormente l’azione dei suoi uffici. Capisce che il protocollo di Kyoto (che lui avrebbe voluto più flessibile per accontentare gli Usa: per i maligni non è un caso che l’ambasciata americana lo consideri, come si legge in un file di WikiLeaks , «il nostro migliore amico al ministero») e il mercato internazionale delle quote di CO2 possono diventare un’opportunità“.

Bettino Craxi
Bettino Craxi

Senza contare, come ricordava sempre quell’articolo de L’Espresso, che Clini, nel 1989, gestì lo smaltimento dei rifiuti tossici della nave Jolly Rosso, in una maniera non proprio “Fridays for Future”: inceneriti nell’impianto della Monteco. 

Ma passi tutto, ci mancherebbe, nell’unica provincia italiana dove è stata intitolata una piazza a Craxi o dove vive e lotta insieme a noi la quarta discarica d’Italia, figurarsi se qualcuno può mettersi a sottilizzare. Se uno è bravo è bravo, e lo è anche col suo passato. Eppure, ciò che proprio non si riesce a comprendere è come un’amministrazione non si accorga di dover dimostrare attenzione a scelte di tal tipo. Clini, che oggi ha stretti rapporti con la Cina, è accusato proprio in ragione di scelte, in qualche modo, legate alle decisioni ambientali di un Paese che, decisamente, non è quello da cui si deve prendere esempio in fatto di riduzione dell’inquinamento: dal 2009 è membro di un comitato internazionale di esperti che assiste il Premier cinese Li Keqiang sulle politiche della Cina per la protezione dell’ambiente globale.

Secondo i Pm della capitale titolari dell’inchiesta, Alberto Galanti e Paolo Ielo, che hanno indagato 27 persone tra cui anche la compagna del professor Clini e l’attuale sindaco di Cosenza Mario Occhiuto: “il sindaco di Cosenza, architetto grazie a società a lui riconducibili, ha sviluppato numerosi progetti nella Repubblica popolare cinese finanziati o cofinanziati con fondi provenienti dal ministero dell’Ambiente italiano e, nello specifico, dalla direzione generale già retta da Corrado Clini“.

Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza
Mario Occhiuto, sindaco di Cosenza

Un mega progetto, quello di Clini, di oltre 16 milioni di euro, che prevedeva la costruzione della sede eco-sostenibile del ministero dell’ambiente cinese a Pechino. Architetto di quel progetto proprio l’attuale primo cittadino di Cosenza Mario Occhiuto, che nel 2009 diventò socio in affare con Massimo Martinelli, consulente del ministero dell’ambiente e coordinatore del programma SICP (Sino Italian Cooperation Program) anche lui indagato. Secondo i magistrati, Occhiuto, per sdebitarsi, avrebbe nominato la compagna di Clini, Martina Hauser, assessore al Comune di Cosenza.

A fronte di queste criticità, non poteva mancare la stoccata della Lega, stavolta servita sul piatto d’argento, e sicuramente più opportuna rispetto alla foga dimostrata con il caso Upper che di scandalo non aveva proprio i contorni, nonostante indignazioni e clamori a mezzo stampa.
È sempre Massimiliano Carnevale, il consigliere comunale un tempo PD ora in quota Lega, a recitare il ruolo del censore, stavolta a ragione, pur sbagliando il nome dell’ex Ministro.

Eccessiva la costituzione civile nel procedimento penale a carico di Clini (a che titolo?) richiesta dal consigliere alla Giunta Coletta, ma come dare torto a Carnevale, non tanto sulla cittadinanza onoraria quanto, perlomeno, sulla questione di opportunità di invitare un personaggio navigato che, a contatto da sempre con il potere, viene a spiegarci cause e possibilità per una svolta del clima. Lui, il professor Clini, è sicuro di aver fatto tutto ma proprio tutto per evitare di arrivare alla situazione ambientale in cui ci troviamo?

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