INTERDITTIVA ANTIMAFIA PER IL “PERLA NERA” DI DI STEFANO: TAR NON SOSPENDE MISURA

Bar Perla Nera
Bar Perla Nera, Via Bruxelles (Latina)

Il Tar di Latina conferma l’interdittiva antimafia nei confronti del bar Perla Nera di Latina e di Fabio Di Stefano, genero di “Romolo” Di Silvio

I guai per Di Stefano, noto alle Forze dell’Ordine per diversi episodi (estorsione, usura, rissa) e indagato nella recente indagine della Squadra Mobile di Latina e della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma denominata “Movida”, sono iniziati quando ha chiesto la licenza per le slot machines da installare presso il locale che gestisce: il bar “Perla Nera” in via Bruxelles, dal soprannome con cui viene chiamata sua moglie Angelina, figlia di Giuseppe “Romolo” Di Silvio boss del ramo dell’omonima famiglia del Gionchetto e in carcere per l’omicidio di Fabio “Bistecca” Buonamano avvenuto nell’ambito della cosiddetta “guerra criminale pontina” del 2010.

Fabio Di Stefano
Fabio Di Stefano

Dopo la richiesta della licenza, sono scattati gli accertamenti della Guardia di Finanza di Latina, attivata dall’Agenzia delle Entrare, la quale oltreché a rilevare alcune questioni fiscali ha preceduto il provvedimento del Prefetto di Latina Maurizio Falco: interdittiva per il locale che non potrà usufruire di misure quali, ad esempio, i ristori pandemici e conseguente ritiro della licenza da parte del Comune di Latina con apposita ordinanza.

Il Tribunale amministrativo, a cui Di Stefano era ricorso contro questi provvedimenti chiedendone la sospensione, ha stabilito che l’articolato quadro indiziario evidenziato dalla Prefettura di Latina, “lascia presumere, alla stregua di valutazioni che non paiono abnormi o palesemente irragionevoli, la presenza di possibili infiltrazioni della criminalità organizzata tendenti a condizionare l’esercizio dell’attività di somministrazione di bevande e alimenti di cui è titolare il ricorrente“.

Di Stefano, come noto, è stato recentemente coinvolto anche nella vicenda dello scempio urbanistico a Borgo San Michele: 5 lotti completamente abusivi, sequestrati dalla Polizia di Stato, su richiesta della Divisione Anticrimine, alla sua famiglia (coinvolti anche gli altri fratelli) e che saranno acquisiti al patrimonio del Comune di Latina per essere demoliti.

Anche lì, come per altri casi, nessuno ha ritenuto di denunciare, un aspetto che evidenzia la caratura criminale dei Di Stefano, legati strettamente alla famiglia Di Silvio ramo “Romolo”. Fabio Di Stefano, per gli amici il “Siciliano”, avendo origini per parte di padre catanesi, è considerato nell’ultima inchiesta “Movida” e soprattutto dai racconti messi a verbale dai nuovi collaboratori di giustizia, Maurizio Zuppardo ed Emilio Pietrobono, come uno dei massimi gestori degli affari di droga della famiglia di “Romolo”.

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