“INNALZARE LA QUESTURA DI LATINA”, LA MOZIONE DEL PD VOTATA IN CONSIGLIO COMUNALE

Tommaso Malandruccolo
Tommaso Malandruccolo

Consiglio comunale di Latina: votata all’unanimità la mozione presentata dal PD per l’innalzamento di fascia della Questura di Latina

Nel consiglio comunale di mercoledì 23 marzo è stata votata all’unanimità la mozione presentata dal gruppo del Partito Democratico di Latina per caldeggiare l’innalzamento di fascia della locale Questura, a firma dei Consiglieri Tommaso Malandruccolo, Daniela Fiore, Leonardo Majocchi, Enzo De Amicis.

Come primo firmatario il consigliere Malandruccolo, poliziotto e per anni in servizio proprio alla Questura di Latina, che conosce approfonditamente la realtà criminale pontina e i problemi derivanti dal non avere una struttura adeguata.

L’atto impegnerà nei prossimi giorni il Sindaco a farsi portavoce presso gli organi istituzionali preposti nel richiedere l’elevazione di fascia della Questura di Latina e a inviare la mozione, con l’esito della votazione, al Ministro dell’Interno, al Capo della Polizia, al Prefetto e al Questore di Latina, al Presidente della Regione Lazio, ai Consiglieri Regionali e ai Parlamentari eletti in Provincia di Latina.

L’istanza per adattare i vecchi organici alle mutate esigenze del territorio con uomini e mezzi, fortemente avanzata negli anni dal SIULP, il maggiore sindacato della Polizia di Stato, fu anche prodotta, senza successo, già nel 2008 e nel 2015, rispettivamente dai Questori Nicolò D’Angelo e De Matteis.

Durante la presentazione all’Aula, il Consigliere Tommaso Malandruccolo ha illustrato le ragioni dell’atto di indirizzo politico, offrendo uno spaccato della situazione criminale del territorio pontino.

L’excursus ha toccato le indagini più significative degli ultimi 12 anni, per citarne alcune “Caronte”, che ha aperto una nuova stagione investigativa, “Don’t Touch”, che ha svelato sodalizi fino ad allora inediti, “Alba Pontina”, che ha rappresentato lo spartiacque fra la criminalità semplice e quella organizzata dei clan, con le loro influenze e collusioni.

Oltre alle realtà criminali limitrofe, di cui Latina è cerniera per via della sua particolare posizione geografica, è stato evidenziato come la città abbia dovuto prendere atto, suo malgrado, della presenza radicata di una mafia endogena, al pari delle più note terre foriere di questo male. Tale tendenza ha caratterizzato notevolmente gli ultimi anni e si è distinta per la sua pervasività e capacità di adattamento, facendo registrare un diffuso sentimento di insicurezza sociale ed una serie indeterminata di conseguenze.

La lettura degli atti processuali, dei rapporti della Regione Lazio, delle operazioni finanziarie sospette segnalate dalla Banca d’Italia, dimostra un aumento di reati prevalentemente di tipo economico, sintomo della presenza di una criminalità spesso silente, non per questo meno insidiosa, che investe per ripulire capitali di provenienza illecita.

Non a caso il Sole 24 ore, nella sua statistica annuale, riporta Latina al quinto posto per il reato di riciclaggio, cartina di tornasole della presenza in loco di una criminalità pronta a sfidare il sistema, sovvertendolo. Questo stato di cose, dovuto anche ad un insufficiente investimento istituzionale negli apparati investigativi, ha dato luogo ad un diffuso sentimento di frustrazione e al fenomeno dell’omertà, estraneo alla cultura di questa terra.

Malandruccolo ha tuttavia ricordato come in minima parte questi clan abbiano anche goduto di un certo consenso sociale, al punto che per alcuni rivendicare l’amicizia con il boss era diventato motivo di vanto ed affermazione.

A conferma della gravità della situazione, nella ricostruzione temporale veniva ricordata la testimonianza del Procuratore Capo di Roma Dr. Michele Prestipino, che riteneva molto gravi le estorsioni consumate ai danni di alcuni avvocati, episodi che asseriva di non aver rilevato neppure nei territori controllati da Cosa Nostra.

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In proposito sono state anche rievocate le inquietanti minacce pervenute a giudici ed investigatori, emerse altresì dalle intercettazioni. Ciò nonostante nel 2018, dopo un iter piuttosto travagliato, quando sembrava che la Questura avesse oramai raggiunto l’agognata meta, a passare alla fascia superiore furono invece città del nord come Brescia, Bergamo e Padova, ultima delle quali Modena, nel 2021.

“Peccato – dichiara Malandruccolo – che del centro destra a votare la mozione fossero presenti in aula solo 4 consiglieri“.

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