IMPIANTO SEP: PRONTI A RIPARTIRE CON TANTE RISERVE. I DUBBI, LE POLEMICHE E L’OMBRA DI UGOLINI

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Sep di Pontinia nell'area industriale di Mazzocchio
Sep di Pontinia nell'area industriale di Mazzocchio

Sep di Pontinia: oggi conferenza dei servizi in Regione per la revisione dell’autorizzazione integrata ambientale. Intanto i Sindaci delle città coinvolte vedono i comitati: traspare la convergenza su alcune questioni ma uno dei 4 comitati si discosta

Sull’impianto un tempo appartenuto agli Ugolini, sequestrato dalla DDA di Roma nel giugno 2019, pare muoversi qualcosa oppure, in fondo, si è sempre al punto di inizio. A distanza di quasi un anno e mezzo, sul fronte penale, non è successo poi molto: l’indagine non si è ancora conclusa. Forse l’unica novità, e non certo accolta con giubilo dai cittadini delle aree funestate dai miasmi per almeno 3 lustri, è che la famiglia Ugolini ha ottenuto indietro i soldi sequestrati dalla magistratura.

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Sulla questione dell’impianto, sito nella zona industriale di Mazzocchio, che ha occupato gli incubi degli abitanti di Pontinia, Priverno, Sonnino, Maenza e Roccasecca con qualche avanzo di sgradevole miasmo che si è spinto, nel corso del tempo (l’impianto ha avuto la sua prima autorizzazione nel 2003), fino a Sabaudia, all’orizzonte ci sono angolazioni diverse su come vedere il cielo Sep anche se due comunicati, uno della consigliera regionale Gaia Pernarella e l’altro del Comitato Boschetto Gricilli Macallè (uno dei quattro comitati che da anni lottano contro i miasmi provocati dagli impianti di compostaggio), fanno prefigurare nubi pesanti.

Dopo il ricco fondo ministeriale ottenuto dall’amministrazione giudiziaria, i cittadini dei Comitati hanno spinto molto, con la custode nominata dalla Procura di Roma, Carmen Silvestri, affinché potessero avere qualche ragguaglio su come quei soldi del Mise siano stati spesi.

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Altro argomento che ha fatto infuriare i cittadini dei Comitati è stato l’affiancamento nel management di Stefania Brida come direttrice di stabilimento, ingegnere coinvolto nello scandalo dei rifiuti a Colleferro (da cui è uscita prescritta)

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Oggi, comunque, in conferenza dei servizi, presieduta dalla Dirigente dell’Area Rifiuti di Regione Lazio, competente per la revisione in continuità dell’Aia, Flaminia Tosini, sia Luigi Cellini del Comitato Mazzocchio che il consigliere regionale Gaia Pernarella hanno richiesto, in video-conferenza, all’amministratrice giudiziaria della Sep Silvestri il modo in cui i soldi del Ministero dello Sviluppo Economico siano stati occupati in riferimento alle necessità dell’azienda: difficile capire se siano stati compiuti interventi, e quali, sull’impianto di Via Marittima (o sugli impianti: da ricordare che anche la struttura gemella della Sogerit è parte della stessa amministrazione giudiziaria).
Pare siano stati pagati gli stipendi dei dipendenti ed effettuato lo smaltimento del materiale che avanzava dalla gestione Ugolini nei capannonni dell’impianto: compost lavorato in questi mesi di amministrazione giudiziaria quando la Sep non ha ricevuto più conferimenti dai Comuni o da altri organismi.

Sulle emissioni odorigene, altro tema dibattuto in conferenza dei servizi odierna, quello che si è capito è che non è prevista una sospensione dell’attività nel caso si presentassero le famigerate puzze.
Altri dubbi da parte dei Comitati e del consigliere regionale Pernarella sul destino dell’impianto: ha senso spendere soldi pubblici per l’impianto se ancora non si sanno gli esiti dell’inchiesta della DDA? E se gli impianti, così come i soldi sequestrati, tornassero alla vecchia proprietà ad oggi indagata?

Domande che rimangono sospese, soprattutto perché non competono né all’attuale gestione né alla politica. Ecco, però, che, giocoforza, il consigliere regionale Pernarella (M5S) non ha difficoltà a ricordare quanto solo poco tempo fa era stato dichiarato da tutti: “Revocare l’autorizzazione all’impianto SEP di Pontinia: è quello che i Consiglieri regionali della provincia di Latina e di ogni schieramento politico, avevano chiesto qualche mese fa alla Regione Lazio sottoscrivendo un ordine del giorno collegato al Piano Rifiuti Regionale. Invece, ancora una volta, la Regione prosegue senza colpo ferire non sentendo alcun obbligo morale verso una popolazione che da anni subisce una situazione insostenibile“.

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Come forse non molti ricorderanno – riassume Pernarella, oggi unica Consigliere regionale presente alla Conferenza dei Servizi -, poco prima del sequestro da parte della Direzione Distrettuale Antimafia nell’ambito dell’operazione Smoking Fields, era già in corso un riesame dell’AIA. Ebbene, quel procedimento non si è affatto interrotto ma, grazie a un finanziamento agevolato a tasso zero da un milione e 750mila euro, in parte utilizzato per smaltire i rifiuti che risultavano indebitamente accumulati dalla società al momento del sequestro, è stato completamente rivisitato da un nuovo progetto che sta portando avanti l’amministratore giudiziario nominato dalla Procura che ha in carico l’indagine su quei fatti. Che lo Stato segua con attenzione questa vicenda – commenta la Consigliera 5 Stelle -, per noi rappresenta certamente un motivo di credibilità dell’azione intrapresa ma che tutto proceda non tenendo conto della volontà dei cittadini ci lascia perplessi anche considerato che il volume di rifiuti trattati, secondo la nuova progettazione, passa da 64500 tonnellate annue di rifiuti organici trattati (l’intera provincia di Latina ha raccolto 69318 tonnellate di frazione organica nel 2019) a 46mila tonnellate“.

Certo – aggiunge Pernarella -, quello di oggi è stato soltanto un primo step: sono attesi adesso i pareri dell’Arpa, della Provincia e dei Comuni interessati, quindi ci sarà la fase di collaudo per capire se tutto funziona bene ma nel frattempo, considerato che il dibattito processuale sulla Sep e i suoi passati amministratori è ancora in itinere, ci resta il dubbio su un impianto che al momento non appartiene al patrimonio dello Stato ma che con denaro pubblico, lo Stato sta adeguando: siamo fiduciosi che l’amministratore giudiziario voglia un impianto dove le prescrizioni saranno seguite a puntino ma in sette anni e mezzo da Consigliere regionale – conclude Pernarella -, ancora non ne ho visti: mi auguro sia giunto il tempo della prima volta”.

E non va meglio, come accennato, a leggere le reazioni di uno dei quattro Comitati dell’area. Infatti, mentre il “Comitato Mazzocchio“, “Il Fontanile e “Pontinia Ambiente e Salute” hanno partecipato a un incontro voluto dai Sindaci il cui clima è stato di sostanziale armonia, il Comitato Boschetto Gricilli Macallè si è rifiutato derubricando il concilio a una manovra politica dell’attuale management che si nasconde dietro gli amministratori pubblici.

L’incontro tra Sindaci (o delegati da loro) e Comitati si è tenuto in ragione di un altro meeting, avvenuto qualche settimana fa, quando per i primi cittadini di Pontinia, Priverno e Sonnino si sono aperte le porte della Sep. Lì, il management attuale della Sep ha illustrato gli accorgimenti tecnici e il modo in cui i rifiuti vengono lavorati ora che non c’è più la vecchia gestione bloccata dalla magistratura: la loro intenzione è quella di ripartire e accettare nuovi conferimenti, a meno di problemi che intercorrano. Un vertice giudicato positivo dai sindaci che hanno voluto ragguagliare vis a vis i Comitati dell’area. Presenti anche i sindaci di Maenza e Roccasecca oltre a quelli sunnominati.

Tuttavia, il Comitato Boschetto Gricilli Macallè non ci sta e, in una nota, ha voluto esprimere il suo dissenso a qualsiasi interlocuzione con l’attuale management mediata da sindaci.

La Sep mischia le carte e vuole avvalersi dell’incontro con i Sindaci dell’altro giorno per riaprire lo stabilimento con il rischio che i lavori di manutenzione apportartati, di cui non sappiamo niente,non siano sufficienti a tranquillizzare i Cittadini – ha incalzato il Comitato di Priverno – I Sindaci non si prestino a questo gioco. Per la Sep il fine giustifica i mezzi. La politica ed i rappresentanti dei territori come i Sindaci di Pontinia, Priverno e Sonnino non si prestino al gioco dell’amministratrice Carmen Silvestri e della direttrice tecnica Stefania Brida, che convocandoli presso lo stabilimento Sep hanno ricercato, anche indirettamente, una loro approvazione, oltre a richiedere di tornare a conferire il loro rifiuti presso la Sep. Perché lo stabilimento Sep si rifiuta di convocare i 4 comitati, come da tempo richiesto e ci vuole parlare per interposte persone?“.

Il Comitato di Boschetto, Gricilli e Macallè invece propone ai Sindaci di nominare due tecnici, di cui uno proposto dai Comitati, che possano dare un giudizio sia sui lavori svolti che sulla spesa di 2 milioni di euro – continua la nota – Va benissimo che i Sindaci abbiano visitato lo stabilimento perché da loro ci aspettiamo la difesa della salute dei cittadini e del loro territorio, ma solo i tecnici specializzati del settore possono dare un giudizio sui lavori apportati, anche perché il nostro Comitato vuole capire come sono stati spesi ,se sono stati spesi, questa montagna di soldi? Quindi i 3 sindaci citati, oltre a non conferire i rifiuti non avvallino nessuna ripresa dell’attività della Sep, perché le modifiche apportate allo stabilimento devono essere verificate anche da un perito esterno“.

E poi vogliamo porci e porvi una domanda: durante la chiusura della Sep , sequestrata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, grazie alle indagini delle Forze dell’Ordine, con 27 indagati nell’inchiesta Smoking Fields, non c’è stata nessuna emergenza rifiuti in provincia di Latina, e pertanto la riapertura della Sep a chi serve, a chi giova?
Non certo ai 50.000 Cittadini del comprensorio che hanno respirato, per 17 anni, miasmi puzzolenti e tossici emanati dalla Sep. Vogliamo chiarezza e trasparenza. Inoltre il Comitato chiede che l’Arpa Lazio intervenga e faccia le dovute verifiche prima che la Sep riprenda il ciclo dei lavori e che i sindaci pongano la condizione della bonifica dei terreni prima di riaprire. In ogni caso il Comitato non si presterà a nessun gioco e non avvallerà nessun consenso a chi non vuole riceverci e si nasconde dietro ai Sindaci, rifiutando il confronto ed un rapporto di trasparenza?

E ancora – conclude la nota – come possono porsi le Istituzioni, pur essendo in uno Stato di diritto, nei confronti di Stefania Brida, direttore tecnico della Sep, che fu arrestata nel 2009 nell’ambito di una inchiesta con l’accusa di associazione per delinquere volta al traffico illecito dei rifiuti e violazione dei valori delle emissioni nell’atmosfera. Affidereste la gestione dei vostri soldi a un ladro?“.

Se fosse mancato un po’ di pepe, eccovi serviti.

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