SMOKING FIELDS: I SEQUESTRI REGGONO IN CASSAZIONE, TRANNE QUELLO DEI SOLDI. LA DECISIONE AL RIESAME

Sep-di-Pontinia

Smoking Fields regge in Cassazione di fronte a un ricorso presentato dagli Ugolini e Luca Fegatelli, indagati nell’inchiesta dell’Antimafia di Roma, tranne che per un punto: il sequestro per equivalente di circa poco più di un milione di euro

Vittorio Ugolini
Vittorio Ugolini

Parziale vittoria, almeno per la questione dei soldi, da parte degli imprenditori romani, proprietari degli impianti Sep e Sogerit di Pontinia, Vittorio e Alessio Ugolini, e dell’ex dirigente di Regione Lazio, in seguito ritenuto dagli inquirenti “socio occulto e gestore della Sep”, Luca Fegatelli, che hanno presentato, tramite il loro avvocato di fiducia Domenico Oropallo, un ricorso in Cassazione, in sette punti, per contestare il provvedimento del Tribunale del Riesame che aveva confermato quello del Tribunale di Roma che, nel giugno 2019, aveva disposto il sequestro dei seguenti beni. 3 aziende operanti nel campo della gestione di rifiuti, due in Provincia di Latina ed una in Provincia di Roma (gli impianti Sep e Sogerit nell’area industriale di Mazzocchio a Pontinia, più la Demetra); una discarica a Roma (Adrastea); 4 appezzamenti di terreno (due siti in comune di Pontinia e due in comune di Roma); 10 mezzi (tra autocarri, trattori, semirimorchi, escavatori); nonché il sequestro preventivo, anche per equivalente, del profitto del reato di attività organizzata per il traffico illecito di rifiuti (art. 452 quaterdecies C.P.) quantificato in più di 1 milione di euro (1.013.489,21) nei confronti di tutti gli indagati coinvolti.

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Proprio su quest’ultimo punto, la Corte di Cassazione ha accolto il ricorso (gli altri sei punti sono stati respinti) presentato dagli Ugolini e Fegatelli, annullando il provvedimento del Tribunale del Riesame e disponendo un nuovo pronunciamento da parte del Riesame medesimo.

Nel caso in esame – ha spiegato la Cassazione – il Tribunale del Riesame non ha svolto alcuna riflessione sulla capienza patrimoniale della società, sicché è rimasto carente di giustificazione il sequestro per equivalente sul patrimonio dei singoli ricorrenti“. Spettava, quindi, all’imputato fornire la prova dell’esistenza dei beni nella disponibilità della persona giuridica su cui disporre la confisca diretta.

Ecco, allora, che il Tribunale del Riesame dovrà di nuovo pronunciarsi sull’aspetto dei soldi sequestrati che potrebbero tornare nella disponibilità dei ricorrenti. Rimangono in piedi, invece, tutti gli altri provvedimenti di sequestro effettuati dal Nipaaf e dalla Polizia stradale di Latina coordinati da DDA e Procura di Latina.

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