Operazione “I Pubblicani” a Latina: si inceppa il processo per l’unico che ha scelto il rito ordinario, Alessandro Artusa
Non si è potuta svolgere la quarta udienza davanti al III collegio del Tribunale di Latina, presieduto dal giudice Laura Morselli – a latere i giudici Simona Sergio e Paolo Romano – per il 58enne originario di Messina, ma stabile a Latina da sempre, Alessandro Artusa. L’uomo è accusato di estorsione, lesioni aggravate dall’aver agito in più persone e detenzione di un coltello.
Il suo processo scaturisce dall’operazione “I Pubblicani”, eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo, guidati dal tenente colonnello Antonio De Lise, ad aprile 2022, sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.
Oggi, 14 dicembre, il processo è stato immediatamente rinviato dal Tribunale al primo febbraio dell’anno prossimo perché, per un errore, il Pubblico Ministero aveva citato i testimoni della scorsa udienza, così che i testimoni odierni non si sono presentati.
Gli altri imputati dell’operazione “i Pubblicani”, accusati, a vario titolo, dei reati di rapina, sequestro di persona, estorsione aggravata, lesioni personali aggravate dall’uso di armi, detenzione e porto illegali in luogo pubblico di arma comune da sparo, porto di armi ed oggetti atti ad offendere e traffico di sostanze stupefacenti, sono stati già condannati, col rito abbreviato, a febbraio scorso dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Piepaolo Bortone.
Nell’ambito dell’udienza preliminare, a febbraio scorso, il Gup Bortone aveva disposto per Alessandro Artusa il rinvio a giudizio. Il pontino di origini siciliane, già condannato per l’omicidio del beneventano Francesco Saccone freddato nel 1998 in Piazza Moro a Latina, è difeso dagli avvocati Maurizio Forte e Pasquale Cardillo Cupo. Anche oggi, 14 dicembre, era presente in aula poiché, a giugno scorso, il Tribunale gli concesse i domiciliari, nonostante sia sottoposto anche a regime di sorveglianza speciale e abbia rimediato nel frattempo una condanna a 5 anni per detenzione di chili di droga insieme ad altri coimputati.
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Artusa deve infatti essere giudicato in ragione delle violenze messe in atto contro uno dei già condannati col rito abbreviato, sempre per il medesimo processo “I Pubblicani”. Si tratta di Gianluca Pezzano, in questo processo parte offesa, che, nel quadro investigativo e processuale, ha sì ceduto droga, ma risulta anche vittima di pestaggio e violenza a causa di debiti per la sostanza stupefacente. Una doppia punizione in due distinte occasioni: l’una che, secondo l’accusa, sarebbe stata compiuta dal trio Giuseppino Pes, Roberto Ciarelli e Alessandro Artusa, l’altra da Amine Harrada, l’uomo di origine marocchina condannato (sempre col rito abbreviato per l’operazione “I Pubblicani”) per essere stato l’esecutore della violenza ai danni del medesimo Pezzano.
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