Confisca dei beni al patrimonio di Sergio Gangemi, ma il Tribunale accoglie il ricorso della difesa sulla misura di prevenzione personale
L’uomo – gravitante con le sue attività tra Latina, Aprilia e Roma – ritenuto dagli inquirenti vicino alla ‘ndrangheta calabrese, citato più volte nei verbali dei due collaboratori di giustizia Renato Pugliese e Agostino Riccardo e condannato a 9 anni per estorsione col metodo mafioso, era stato destinatario di due provvedimenti di sequestro patrimoniale afferente peraltro a una galassia di società intestate a persone che per la magistratura sono prestanome.
Il primo provvedimento di sequestro risale al novembre 2019 disposto dal Tribunale di Roma – Sezione misure di Prevenzione su richiesta della DDA Roma per un valore di circa 10 milioni di euro tra terreni, immobili, conti correnti e quote societarie. L’operazione denominata “Gerione” fu eseguita dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina in collaborazione con il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata.
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Il secondo provvedimento di sequestro, emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Roma, è datato invece luglio 2020 eseguito sempre dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina, in coordinamento con la Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. Imprese commerciali operanti principalmente nel settore del commercio e del noleggio di autovetture, di beni mobili e immobili, nonché disponibilità finanziarie per un valore totale di 4 milioni di euro. Anche in questo caso, la contestazione è ricaduta su persone ritenute prestanome.
Il Tribunale di Sorveglianza di Roma si è espresso sui sequestri e sulla misura di prevenzione personale a carico di Gangemi (già in passato coinvolto in operazioni di sequestro e confisca dei beni), difeso dall’avvocato Giuseppe Fevola, e ha disposto la confisca dei beni respingendo i ricorsi dei vari prestanome.
Un ricorso, quello sui beni sequestrati, che invece non è stato presentato dall’avvocato Fevola per conto di Gangemi. La difesa, infatti, si dice soddisfatta proprio perché ha sempre sostenuto che quei beni sequestrati non sono di Gangemi il quale ha ottenuto il rigetto della misura di prevenzione personale. Gangemi aveva subito il provvedimento di sorveglianza speciale e divieto di soggiorno a Latina per 5 anni.
La difesa tiene a precisare che mai sono state presentate richieste di dissequestro per i beni e le società ritenendo quest’ultimi non nella disponibilità di Gangemi che ha sempre negato fossero suoi.