GAETA, PC: “ACQUALATINA PREMIATA E CITTADINI SENZ’ACQUA”

“Acqualatina premiata e cittadini senz’acqua”, così in una nota i militanti del Partito Comunista di Gaeta Sezione Mandolesi

Anche Acqualatina S.P.A. tra le 160 aziende italiane che hanno ricevuto l’Alta onoreficenza di Bilancio dal periodico trimestrale di economia e finanza, “Industria Felix Magazine”, supplemento gratuito con Il Sole 24 Ore. Secondo il Comitato Scientifico presieduto dai delegati dell’Università LUISS e di Confindustria, l’azienda che gestisce il sistema idrico integrato, per buona parte pontino, rientra tra le eccellenze imprenditoriali con bilanci virtuosi.

“In effetti – spiegano i militanti del Partito Comunista di Gaeta Sezione Mandolesi – l’ultimo bilancio disponibile sul sito di Acqualatina, risalente al 2018 (alla faccia della trasparenza), vanta ben 11 milioni di utili per un capitale di oltre 80 milioni di euro. Ma basta uscire da questo mondo ovattato composto da economisti, banker, imprenditori e manager di alto profilo per ritrovarsi davanti alla dura realtà fatta di continui disservizi (quando piove l’acqua esce marrone, quando non piove non esce proprio, getti d’acqua che fuoriescono dall’acquedotto colabrodo e si riversano in strada) e soprusi, nonostante la pandemia in corso e la delibera del consiglio comunale da noi presentata grazie ad una raccolta firme popolare, Acqualatina continua imperterrita a chiudere i contatori agli utenti morosi, senza previa sentenza di un tribunale, lasciando senz’acqua i cittadini che non possono permettersi le esose bollette che di fatto sono l’unica fonte di entrata del “premiato” bilancio”.

“Tutto ciò – incalzano i comunisti gaetani – in sfregio alla volontà popolare palesatasi al referendum del 12 e 13 giugno 2011 quando 26 milioni di cittadini italiani sancirono che sull’acqua non si sarebbe potuto più fare profitto. Togliere il passaggio “adeguata remunerazione del capitale investito” dal referendum, comportava niente più margini, finanza speculativa o business, semmai un servizio efficiente a fronte di investimenti sulla rete tangibili, ad esempio per ridurre le perdite. In forza del fatto che “il diritto all’acqua potabile e sicura ed ai servizi igienici” – come sancito dalla risoluzione delle Nazioni Unite del 26 luglio 2010 – è “un diritto umano essenziale al pieno godimento della vita e di tutti i diritti umani”.

“Invece – prosegue la nota dei comunisti – negli ultimi 10 anni, i vari governi e chi voleva lucrare sul servizio idrico, hanno tentato continuamente di boicottare l’esito di questo referendum, fino ad arrivare a Draghi che con il ddl Concorrenza ha affossato definitivamente quella decisione popolare reinserendo il passaggio abrogato. L’acqua quindi – concludono – non sarà più un bene pubblico e primario per il popolo ma diverrà un altro settore qualsiasi su cui Confindustria e i grandi industriali anche multinazionali potranno continuare a lucrare come e quanto vorranno, andando a peggiorare il servizio e aumentando i costi al cittadino, il tutto, in nome del profitto”.

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