FURTO DI ENERGIA ELETTRICO DA 270 MILA EURO: ARRESTO CONVALIDATO PER L’IMPRENDITORE DEI SUPERMERCATI (CHE TORNA IN LIBERTÀ)

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Convalidato l’arresto per l’imprenditore arresto in flagranza dalla Squadra Mobile di Latina  per l’utilizzo di energia indebitamente sottratta

La Polizia di Stato, lo scorso 17 ottobre, di intesa con E-distruzione, ha proceduto al controllo del supermercato Decò ubicato a Latina (al Palazzo di Vetro), per verificare l’eventuale allaccio abusivo alla rete elettrica. Il sopralluogo ha consentito di documentare un allaccio abusivo, perfettamente funzionante, che ha consentito di bypassare il contatore erogando, direttamente, all’esercizio commerciale l’energia.

Dopo avere accertato questo primo allaccio, sono scattate contestualmente due ulteriori verifiche presso altrettanti punti vendita, ubicati a Latina (in Via Pio VI) e Roma, riconducibili, anche questi, alla medesima società. Si tratta della società del 40enne di Latina, Alfonso Attanasio. Anche queste due verifiche hanno permesso di documentare altrettanti allacci abusivi appositamente installati per consentire l’erogazione agli esercizi sottraendo l’energia, direttamente, alla rete.

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L’ammontare, monetario, dell’energia sottratta è stato quantificato dalle società erogatrici in 270.000 euro, circa: rispettivamente 100.000 euro per i due esercizi ubicati in Latina e 170.000 euro per il terzo esercizio ubicato in Roma.

Sulla scorta dei tre allacci rilevati e della significatività degli importi di energia sottratta, la Squadra Mobile di Latina, guidata dal vicequestore Guglielmo Battisti, ha tratto in arresto, in flagranza di reato, l’amministratore unico della società che gestisce tutti e tre i punti vendita.

L’attività svolta dalla Polizia di Stato, in stretta sinergia con E-distribuzione, è finalizzata a documentare e reprimere forme di illegalità connesse, in particolare, ad attività imprenditoriali che, attraverso la commissione di reati, quali quello dell’allaccio abusivo, possano contaminare l’economia cittadina avvantaggiandosi, rispetto alla concorrenza, dei significativi abbattimenti di costi derivanti dalla commissione di reati.

Attanasio, difeso dall’avvocato Luca Giudetti, ultimate le formalità di rito, è stato ristretto presso in regime di arresti domiciliari presso la propria abitazione a disposizione della competente Autorità Giudiziaria Durante la direttissima di questa mattina, presso il Tribunale di Latina, il giudice monocratico Simona Sergio ha convalidato l’arresto, non applicando misure cautelari. L’uomo è stato rimesso in libertà, in attesa del rito direttissimo rinviato al prossimo 3 febbraio, avendo il giudice concesso in termini a difesa. Respinta la richiesta di arresti domiciliari formulata dal pubblico ministero Marina Marra.

Attanasio, che ha è anche promotore di un comitato civico contro il degrado al Palazzo di Vetro, non è un nome nuovo alle cronache giudiziarie. Il 40enne di Latina è stato menzionato nella nota inchiesta “Don’t Touch” che portò, con il processo, alle condanne per associazione per delinquere di Costantino “Cha Cha” Di Silvio e i fratelli Angelo e Salvatore Travali, oltreché alla condanna per intestazione fittizia di beni di Gianluca Tuma. L’imprenditore compariva nell’inchiesta perché uno dei sodali del clan Travali, Francesco Viola, era accusato di intestazione fittizia di beni in merito alla gestione di un supermercato riconducibile ad Attanasio.

Inoltre, il 40enne è stato nell’indagine della DDA di Roma che ha riguardato i chioschi sul lungomare e dalla quale è stato archiviato recentemente. Si tratta della stessa indagine che ha coinvolto la famiglia Zof che, per anni, ha gestito il primo chiosco sul litorale di Latina.

L’imprenditore è un personaggio che non passa inosservato, amando peraltro le auto di lusso, come la Ferrari Portofino di sua proprietà che la Squadra Mobile gli ha sequestrato nel corso dei controlli subiti in seguito al caso dell’energia elettrica rubata. L’auto è stata sequestrata per un illecito di natura amministrativa in quando non sarebbe stata immatricolata regolarmente.

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