Violenza di un padre e una figlia nei confronti di un uomo: diventa definitiva la condanna per una donna di 58 anni
La sentenza che condannava una donna di 58 anni a 3 anni e 6 mesi per aver aggredito l’ex compagno diventa definitiva. Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha reso irrevocabile la sentenza per la donna, di origine ucraina, che ora ha 58 anni e che ai tempi dei fatti ne aveva 55.
Fu la Polizia a dare esecuzione a due misure cautelari personali, anche a carico del padre 80nne di lei, consistenti nell’allontanamento dalla casa familiare e divieto di avvicinamento alla vittima.
Destinatari delle misure, per l’appinto, furono due cittadini ucraini, padre e figlia di 80 e 55 anni, da tempo conviventi a Cisterna di Latina con un cittadino del posto, con il quale la donna aveva intrapreso una relazione sentimentale.
Le indagini svolte dagli agenti del Commissariato Distaccato di Polizia di Cisterna – coordinati dal Sostituto Procuratore Martina Taglione – avevano fatto emergere un grave scenario, connotato da angherie, violenze fisiche e psicologiche, attuato dai due cittadini ucraini ai danni dell’uomo, costituito da aggressioni verbali gravemente ingiuriose, isolamento dal contesto familiare, obbligo a mangiare da solo fino a subire la presenza in casa ed il mantenimento di familiari non graditi.
Il culmine di tali violenze si ebbe quando la Polizia di Stato intervenne presso l’abitazione del malcapitato, il quale era stato violentemente colpito all’occhio destro da padre e figlia dopo il rifiuto di dare ancora somme di denaro, riportando l’esplosione del bulbo oculare e conseguente una lesione permanente.
Ora, dopo che il Procuratore Generale della Cassazione, ha chiesto la conferma della condanna per la donna (il padre non ha presentato ricorso), ritenendo il suo ricorso inammissibile, la pena a 3 anni e 6 mesi, pronunciata in primo grado dal giudice monocratico del Tribunale di Latina, Fabio Velardi, e ribadita dalla Corte d’Appello, diventa definitiva.