FALSO COLLAUDO ALLO STADIO DI LATINA: PRESCRITTI IN TRE, A PROCESSO RIMANE SOLO L’INGEGNERE

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Stadio Francioni di Latina
Stadio Francioni di Latina

Falso collaudo alle tribune dello Stadio Francioni di Latina: la prescrizione salva tutti, tranne l’ingegnere

Un’altra costola della stagione di inchieste che portò al maxi procedimento chiamato “Olimpia” vede la fine con la prescrizione. Ieri, nell’udienza del processo madre, il collegio difensivo ha inflitto la spallata decisiva chiedendo per tutti gli imputati la prescrizione dei reati contestati. Il prossimo anno, a parte qualche capo di imputazione, soprattuto quello nei confronti di Maietta (estorsione), ci sarà il de profundis a un processo che, quando vi furono gli arresti nel 2016, prometteva di scoperchiare il vaso del cosiddetto “sistema Latina” a trazione Giunta Di Giorgi.

Oggi, invece, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Latina, Clara Trapuzzano, un processo minore, ma sempre figlio di quell’inchiesta, ha visto praticamente la fine.

Lo scorso 17 maggio, infatti, si era celebrata una nuova udienza del processo a carico dell’ingegner Lorenzo Di Gravio, dell’ex dirigente comunale “Lavori Pubblici”, Alfio Gentili, del funzionario comunale Nicola Deodato e dell’imprenditore Fabrizio Montico. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Carturan, Fiore, Pesce e Farau.

La vicenda al centro del processo è quella riguardante l’ampliamento delle tribune dello stadio “Francioni” in epoca “Maiettopoli”, quando al governo della città c’era l’amministrazione di centrodestra, a trazione Fratelli d’Italia, guidata dal Sindaco Giovanni Di Giorgi.

L’indagine sulle tribune dello stadio Francioni di Latina, come accennato, è una costola della maxi inchiesta dei Carabinieri del Nucleo Investigativo denominata “Olimpia”, che coinvolse l’ex sindaco Di Giorgi, amministratori pubblici, imprenditori e politici come Pasquale Maietta.

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Iniziata nel 2014, l’indagine specifica sullo stadio aveva fatto emergere diversi abusi nell’ampliamento delle tribune che avrebbero potuto nuocere alla sicurezza degli appassionati di calcio.

Secondo l’accusa, Montico, titolare della ditta New Cover, il dipendente del Comune, Deodato, e l’ex dirigente comunale Gentili avrebbero violato la legge sull’urbanistica costruendo una struttura da mille posti e procedendo all’ampliamento di un’altra tribuna prefabbricata, ingrandendola da 280 a 500 posti. Le operazioni sarebbero state compiute in mancanza di un progetto esecutivo dell’opera, senza l’affidamento formale della direzione lavori e i titoli autorizzativi quali il permesso a costruire.

Un intervento del genere avrebbe reso instabile la tribuna degli ospiti così da mettere a repentaglio l’incolumità pubblica. Il principale accusato è l’ingegnere di Milano, Lorenzo Di Gravio, incaricato di redigere il certificato di collaudo che sarebbe stato firmato quando l’uomo si trovava in vacanza in Puglia, a Lecce. Per tale ragione, Di Gravio è accusato di falso, mentre gli atre tre imputati hanno contestazioni inerenti a contravvenzioni.

Un reato, quello del falso, che è l’unico rimasto in piedi, poiché le altre posizioni sarebbero state già prescritte così come è emerso nella scorsa primavera.

E, infatti, oggi, 13 settembre, prima che fosse ascoltato il testimone chiamato dall’avvocato Farau, che assiste Di Gravio, il giudice monocratico ha rilevato la prescrizione per Montico, Deodato e Gentili. Nel pomeriggio, è stata emessa una sentenza apposita: non doversi procedere per intervenuta prescrizione, nonostante i legali di Montico, Deodato e Gentili avessero chiesto una sentenza di assoluzione nel merito. Un caso ancor più unico che raro è quello che riguarda Montico che, come ha spiegato l’avvocato Farau in aula, è stato vittima di uno scambio di persona: si tratta di Fabrizio Montico che, secondo il legale, non ha nulla a che vedere con la vicenda. Al massimo, ha motivato l’avvocato, sarebbe il fratello, Fabio Montico, ad aver dovuto affrontare il processo.

Ad ogni modo, prima che la sentenza del giudice monocratico dichiarasse la prescrizione, si è svolta l’udienza che vede ormai, in solitaria, sul banco degli imputati, Di Gravio, proprio perché all’ingegnere viene contestato il falso (e non le contravvenzioni). A testimoniare il funzionario dei Vigili del Fuoco, Giuseppe Macrì, imputato per procedimento connesso (Olimpia) ma che ha scelto di rispondere alle domande.

Il Vigile del Fuoco ha spiegato che, su incarico della Procura di Latina, nel 2014, fece un sopralluogo sulla struttura della tribuna dello stadio. Presenti, oltreché a lui e a un altro collega (Valter Betti, anche lui imputato nel processo “Olimpia), l’allora dipendente del Comune di Latina, Elena Lusena (imputata e assolta nel processo Olimpia) e l’allora ingegnere in servizio al Comune di Latina, Paolo Rossi.

Il sopralluogo, ha spiegato il testimone, ha accertato una carenza documentale e strutturale, in particolare per quanto riguarda i gradini della tribuna malmessi. È così che, nello stesso pomeriggio, i Vigili del Fuoco emisero una nota indirizzata a Comune, Questura e Procura con cui indicavano la necessità di interdizione della tribuna in ragione della sua inagibilità, ravvisando inoltre la necessità di convocare quanto prima una commissione di vigilanza che si riunisse per il collaudo.

Il Tribunale, rigettando la richiesta della difesa di ascoltare come testimone l’ingegnere Rossi, ha rinviato alla prossima udienza dell’11 ottobre quando ci saranno le discussione e sarà emessa la sentenza per Di Gravio.

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