FALLIMENTI PILOTATI A LATINA: IN AULA COME TESTIMONE L’EX GIUDICE LOLLO

Antonio Lollo
Antonio Lollo (foto da Il Messaggero)

Fallimenti pilotati al Tribunale di Latina: ascoltata una testimone nel processo nato dall’appendice dell’inchiesta sull’ex giudice Lollo

Un’udienza veloce, durata quindi minuti, in cui è stata ascoltata la sorella di uno degli imputati, Davide Ianiri. Un processo difficile avviato verso la prescrizione dei reati contestati a Ianiri e agli altri due imputati, Marco Ciriaci e Andrea Lauri, difesi rispettivamente dagli avvocati Valentina Odolinto, Maria Teresa Ciotti e Renato Archidiacono.

Un processo che, come noto, è una costola del maxi procedimento penale che ha già visto celebrarsi altri processi. Il processo odierno, invece, mette al centro una serie di fallimenti pilotati emersi nell’indagine madre che, nel 2015, culminò negli arresti dell’ex giudice del Tribunale di Latina-sezione fallimentare Antonio Lollo e degli altri coinvolti in uno degli scandali giudiziari più roboanti della storia pontina, e non solo.

La Procura ha chiesto che siano ascoltati come testimoni proprio l’ex giudice Lollo, che nel filone principale ha patteggiato una pena a 3 anni e 6 mesi, e l’ex giudice della sezione fallimentare di Latina, ora in Cassazione, Roberto Amatore. Il prossimo 21 ottobre, data di rinvio del processo, Lollo, Amatore e Marco Viola, considerato il braccio destro dell’ex giudice di Latina, saranno ascoltati come testimoni. Sono stati infatti citati dalla Procura di Latina e dovranno comparire a Piazza Buozzi. In particolare, Lollo, a distanza di oltre dieci anni, entrerà nel Tribunale di Latina, stavolta in qualità di testimone in un processo.

A finire all’attenzione di questo processo, costola dell’inchiesta “choc” della Squadra Mobile di Latina sull’ex giudice del Tribunale pontino, sono le procedure di fallimento che hanno riguardato l’Azienda Fratelli Mandara e il Consorzio Costruttori Pontini. Solo che, a due anni dal rinvio a giudizio degli imputati, avvenuto a febbraio 2022, il processo ha visto solo lo scorso 17 settembre 2024, il primo testimone esaminato in aula.

A febbraio 2022, il giudice per l’udienza preliminare Mario La Rosa aveva rinviato a giudizio ben sei persone. I reati a cui devono rispondere gli imputati sono gravi: si va dalla istigazione alla corruzione alla bancarotta fino alla ricettazione, alla rivelazione d’atti d’ufficio, all’induzione indebita e persino alla minaccia. Alcuni di questi reati sarebbero stati commessi in concorso con il commercialista Marco Viola, già processato e condannato presso il Tribunale di Perugia dove è stato condannato anche l’ex giudice Lollo.

Il processo vedeva dapprincipio sul bando degli imputati l’imprenditore Luca Granato, l’ex cancelliera del Tribunale in seguito deceduta, Marco Ciriaci, Davide Ianiri e Andrea Lauri. A novembre 2022, però, il collegio difensivo composto dagli avvocati aveva evidenziato che alcuni dei reati contestati erano destinati a prescrizione. Il Tribunale aveva comunque disposto il non doversi procedere per intervenuta prescrizione per uno degli imputati, Luca Granato, accusato di istigazione alla corruzione e, falso, minaccia e turbativa d’asta. E oggi, 7 marzi, l’avvocato Antonio Leone ha fatto presente al collegio del tribunale, presieduto dal giudice Elena Nadile, che anche la posizione di Lauri è prescritta per quanto riguarda il capo di imputazione riferibile al reato di induzione indebita a dare e promettere utilità.

Ad ogni modo, la sorella di Ianiri ha specificato che alla sua famiglia sono stati sequestrati case e oro per aver pagato un debito: “Mio fratello non si fidava di versare 400mila euro. Non si fidava né di Viola né di Mastrogiacomo, perché i soldi da quel conto sparivano”. Inoltre, la testimone ha riferito che il fratello spedì gli assegni in Brasile e che poi gli stessi furono inviati indietro da Marco Ciriaci. Alla fine sarebbero stati consegnati al pubblico ministero titolare dell’indagine, Luigia Spinelli.

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