Progetto “A Gonfie Vele” per l’ex Icos a Latina: il Commissario Carmine Valente firma l’atto con cui si dà conto del superamento dell’accordo di programma del 2009
Era un atto – l’accordo di programma 2009 a firma dell’amministrazione Zaccheo – che, secondo una interpretazione giuridica probabilmente molto rigida e stringente, avrebbe potuto bloccare il progetto “A Gonfie Vele, in direzione ostinata e contraria”, elaborato dal Comune di Latina, soggetto proponente, in collaborazione con l’ATER di Latina, nella qualità di soggetto attuatore.
I due enti – Comune e Ater – a febbraio 2021 hanno sottoscritto un protocollo d’intesa per finanziare, attraverso il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), la realizzazione di interventi di ristrutturazione e riqualificazione su determinati immobili ricadenti nel territorio del Comune di Latina. L’importo considerevole è stato calcolato in 15 milioni di euro da finanziare con il Bando “Pinqua”, ossia il “Programma Innovativo Nazionale per la Qualità dell’Abitare” (PINQuA), approvato con decreto del Ministero delle infrastrutture e trasporti (MIT)il 16 settembre 2020. Un progetto che prevede, come vedremo, la riqualificazione dei Palazzoni in Viale Nervi (quartiere Q4) e del rudere fatiscente, oltreché ad essere una onta per la città, ex Icos.
Accanto a questo progetto, ma sempre nell’ambito nell’ambito del bando Pinqua “Qualità dell’Abitare” del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, Latina ha ottenuto anche i fondi per riqualificare il quartiere di fondazione del “Nicolosi”, altra zona calda della città.
Come noto, sono risultati ammessi e finanziati entrambi i progetti presentati: quello per la rigenerazione urbana relativo alle cosiddette Vele del quartiere Q4 si è classificato al 13esimo posto per un totale finanziato di 15 milioni di euro; l’altro progetto per la riqualificazione del quartiere Nicolosi è al 90esimo posto (su un totale di 271) per un importo finanziato di 12 milioni e 300mila euro.
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Tornando al progetto “Palazzoni/Ex Icos”, per cui il capoluogo intende sfruttare i 15 milioni ministeriali, nelle intenzioni del Comune e dell’Ater vi è quella di riqualificare i lotti 46 e 47 in Viale Nervi, e il lotto 49 e quella di demolire, ricostruendolo successivamente, l’Ex Icos. Peraltro, proprio ieri, 23 agosto, si è palesata e confermata l’evidenza che i lavori di riqualificazione risultano della massima urgenza: in seguito al maltempo, infatti, si sono letteralmente staccate due pareti alla Scala M del Lotto 47 (il lotto più difficile dove un tempo spadroneggiavano i componenti del clan Travali), mettendo a repentaglio l’incolumità delle persone.
L’idea progettuale elaborata dal Prof. Carlo Patrizio, che ha avuto incarico dall’Ater, è quella che “prevede una serie di interventi materiali e immateriali – ha detto il progettista al momento della stipula del protocollo tra Comune e Ater – considerando anche il valore sociale delle operazioni che verranno compiute“.
L’11 marzo scorso, la Giunta municipale a guida Coletta si è riunita per approvare il progetto di fattibilità che consta di sei punti: la realizzazione di interventi di bioarchitettura per la riqualificazione del lotto 46, 47 e 49 dell’ATER; la realizzazione di un parco dinamico a servizio dei lotti 46 e 47 dell’ATER; la realizzazione di un teatro all’aperto con parcheggio interrato a servizio dei lotti 46 e 47 dell’ATER; la realizzazione di una dorsale ciclo-pedonale attrezzata; la realizzazione, lungo la dorsale, di un sovrappasso ciclo-pedonale sulla Via Pontina; la demolizione e ricostruzione dell’edificio ex ICOS nel quale troveranno posto un asilo nido e un centro anziani al piano terreno, nuovi uffici della Questura al piano primo, una nuova sede della ASL al piano secondo e infine 40 appartamenti per soddisfare la domanda di alloggi a canone calmierato, il tutto per un totale di 7.600 metri quadri.
Gli uffici della Questura all’ex Icos erano stati la vera novità mesi or sono: un punto che aveva assonanza con la vecchia idea dell’ex Sindaco Vincenzo Zaccheo (oggi in corsa per diventare di nuovo primo cittadino di Latina) che avrebbe voluto sistemare lì la sede della Guardia di Finanza e il polo universitario. L’auspicio, ora come a marzo scorso quando fu reso noto il progetto sull’ecomostro scheletrico e deturpante che si vede dalla Pontina (è il “benvenuto” che la città dà a chi arriva a visitarla), che anche stavolta non vada come 19 anni fa.
In realtà, come altrettanto noto, fu stipulato, nel 2009, un accordo di programma dall’allora amministrazione Zaccheo. L’accordo, ad oggi, non risulta essere stato portato a termine, “posto che – ricorda l’atto con cui il Commissario Carmine Valente ieri, 23 agosto, ha predisposto la caducazione del suddetto accordo del 2009 – con verbale del giorno 11 marzo 2013, la Commissione di Vigilanza istituita ai sensi dell’art. 5 dell’Accordo di Programma citato, ha preso atto (con il dissenso del Comune di Latina) della “impossibilità di proseguire con il vigente Accordo di Programma sottoscritto il 23 ottobre 2009”.
L’operazione immobiliare dell’Ex Icos rientrò nel complesso delle varie operazioni immobiliari molto discutibili nelle quali si cimentò l’amministrazione Zaccheo, di cui si è dato conto nell’inchiesta di Latina Tu: “Latina all’asta” (prima parte pubblicata il 10/10/2018 – seconda parte pubblicata il 3/11/2018” – terza parte pubblicata l’8/11/2011).
Sicuramente quella che ha suscitato maggior scalpore risale al 2003, quando il Comune di Latina, partecipando ad un’asta, acquistò per l’iperbolica cifra di € 3.030.000 dal fallimento ICOS un immobile fatiscente (per l’appunto il rudere ben visibile dalla Pontina, che si trova vicino alla fascia urbanizzata dei cosiddetti “Palazzoni”). Secondo il protocollo d’intesa siglato, il Provveditorato delle Opere Pubbliche avrebbe dovuto ristrutturare l’edificio affinché fosse adibito a Caserma della Guardia di Finanza. Una vicenda di cui si occupò anche la Procura di Latina che ne decretò l’archiviazione per via del troppo tempo intercorso tra i fatti e la scoperta di essi.
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Tornando ai giorni di oggi, quell’accordo di programma risalente al 2009 sarebbe stato di intralcio al progetto di riqualificazione sottoscritto a febbraio 2021 tra Comune e Ater. Una tesi sicuramente stringente ma per cui il Commissario prefettizio Valente ha inteso pronunciarsi con la presa d’atto di caducazione del protocollo anche in ragione del fatto che, al netto di ciò che disse il Comune di Latina contrario a rinunciarvi, tutti gli altri enti coinvolti hanno già stabilito il superamento dell’accordo di programma del 2009.
L’Agenzia del Demanio ha rilevato il venir meno dei presupposti necessari per procedere alla permuta prevista nell’Accordo di Programma: trasferimento del Comando provinciale della Guardia di Finanza presso palazzo ex Icos ed insediamento del polo universitario presso Palazzo M.
L’Università “La Sapienza” ha ribadito la rinuncia agli impegni assunti con l’Accordo di Programma, sia per il “lungo tempo trascorso dalla sottoscrizione” dell’Accordo (23/10/2009) “senza che sia stato dato seguito agli adempimenti previsti”, sia perché “l’insediamento del polo universitario sarà realizzato in altri edifici (ex Tabacchificio ed ex TAR) messi a disposizione del Comune di Latina”.
Il Provveditorato Interregionale Opere Pubbliche del Lazio – Abruzzo – Sardegna ha rilevato, tra l’altro, che “non ha le risorse economiche necessarie per finanziare i lavori di ristrutturazione dell’immobile”.
La Guardia di Finanza rileva la non adeguatezza della struttura dedicata (ex Icos) per una “ridondanza di superfici”, nonché la mancata realizzazione degli “adempimenti propedeutici alla finalizzazione dell’Accordo di programma.”
Ci sono solo due eccezioni. Il Comune di Latina che, nel 2013 (amministrazione Di Giorgi) aveva manifestato la volontà dell’amministrazione di rispettare l’Accordo di programma e, nell’ipotesi di scioglimento dell’accordo, “il comune si riterrebbe parte lesa e, quindi, legittimato ad adire le vie legali per i danni subiti dal mancato rispetto dell’Accordo di programma”. E la Provincia che si era dichiarata disponibile a mantenere i propri impegni.
In realtà non solo due eccezioni ma tre perché l’attuale candidato Sindaco Vincenzo Zaccheo, all’epoca, nel 2009, sottoscrittore dell’accordo di programma e colui che decise di partecipare alla discutibile asta per l’acquisizione dell’immobile fatiscente nel 2003, a febbraio 2020, ripresentandosi all’opinione pubblica dopo essere stato risarcito per i caso di “Striscia La Notizia” che lo aveva coinvolto, aveva rivendicato il citato accordo di programma dichiarando che “l’accordo di programma per Palazzo M, non è mai decaduto. Il comandante della Finanza fece un piano esigenziale:mi indicarono l’ex Icos, ho risposto all’asta e l’ho acquisito, bisognava solo partire con i lavori, a carico del Provveditorato alle opere pubbliche. In cambio ci danno Palazzo M, circolo, Casa del combattente“.
Insomma, per Zaccheo l’accordo di programma, a distanza di oltre un decennio e a quasi un ventennio dall’asta, vige eccome ed è attualissimo.
A non pensarla così è oggi, ad agosto del 2022, il Commissario prefettizio, insediatosi per nomina del Prefetto, dopo l’ormai storica sentenza del Tar, confermata dal Consiglio di Stato, che ha fatto decadere a luglio 2022 il Sindaco Damiano Coletta e il Consiglio Comunale tutto.
In realtà, il Commissario Valente non fa altro che prendere atto di una situazione conclamata. Le parti in causa, infatti, verificate le difficoltà riscontrate, solo con l’esclusione del Comune di Latina e della Provincia, prendono atto “dell’impossibilità di proseguire con il vigente Accordo di programma ex art. 7 comma 3 sottoscritto il 23 ottobre 2009”, convenendo che “nel termine massimo 6 mesi dovrà essere elaborata, d’intesa tra il Comune di Latina, Il Provveditorato alle Opere Pubbliche e l’Agenzia del Demanio, una proposta di accordo per l’allocazione – nell’ambito dell’attività di razionalizzazione degli affitti passivi degli uffici pubblici svolta dal Demanio – di altre amministrazioni pubbliche presenti nella città di Latina presso Palazzo ex Icos”.
Tuttavia, annota ora il Commissario, da ricerche e verifiche effettuate d’ufficio, non risulta che una nuova proposta di accordo sia stata mai elaborata e che, allo stato, tranne il Comune di Latina, le parti si sono espresse per la rinuncia agli impegni presi con l’Accordo di Programma del 23 ottobre 2009.
Dunque, sulla scorta di una sentenza del Consiglio di Stato, datata marzo 2021, che qualifica il Protocollo d’intesa come accordo tra pubbliche amministrazioni e non un contratto di diritto privato, escludendo la sussistenza di una responsabilità da inadempimento e la risarcibilità del danno, e sull’evidenza di un progetto in essere – ossia quello che prevede la riqualificazione di Ex Icos, Palazzoni e Nicolosi (oltre 27 milioni di euro in totale) -, il Commissario ha registrato l’inoperatività dell’Accordo di Programma sottoscritto nel 2009 e ratificato con Deliberazione di Consiglio Comunale l’11 novembre 2009, ad oggetto: “Accordo di Programma finalizzato alla realizzazione a Latina di un Polo Universitario e alla riallocazione in sedi idonee degli uffici periferici delle amministrazioni statali- Ratifica”.
Secondo la presa d’atto del Commissario, infatti, le condizioni di partecipazione al bando (PNRR) per la realizzazione e riqualificazione degli immobili risultano essere soddisfatte; le vicende relative all’Accordo di Programma non risultano essere inibenti ai fini della partecipazione e realizzazione degli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR); la posizione del Comune, relativa all’Accordo di programma, consiglia la definizione unanime delle posizioni delle parti con gli atti conseguenti da assumere previa consultazione dell’Avvocatura e fatte salve eventuali ipotesi di richiesta di risarcimento che, allo stato, non sembra presentare significativi elementi per un contenzioso soddisfacente.
È con questa delibera, quindi, che il Commissario prefettizio conferma la volontà dell’Amministrazione Comunale di proseguire l’iter intrapreso per la riqualificazione dell’edificio denominato “Ex-ICOS” nell’ambito del programma “PINQuA” – “A Gonfie Vele, con destinazione ostinata e contraria”, finalizzato alla riqualificazione sociale ed ambientale dell’area. Da oggi, però, c’è solo da lavorare alla realizzazione. Il crollo dei mattoni di ieri, in una delle facciate dei Palazzoni, sta lì a testimoniarlo, così come la vergogna di un ecomostro quale è l’ex Icos che si trova proprio alle porte della seconda città del Lazio.