EX AVIR A GAETA, SALONE E ZAZZARO: “ADESSO VOGLIAMO I RESPONSABILI”

Ex vetreria Avir di Gaeta

Avir a Gaeta, Salone e Zazzaro: “Benvenuti nella giungla: dalla discoteca alla Tour Eiffel ma non si trova la perizia sui rischi ambientali. Mitrano ha sfidato la giustizia coi soldi dei cittadini”

“Di chi è la colpa del degrado e dell’abbandono dell’area ex-Avir a Gaeta? Se c’è una vicenda capace di mostrare contemporaneamente tutti i maggiori problemi della pubblica amministrazione italiana io credo che questa vicenda riguardi l’Avir di Gaeta. Abbiamo una giustizia abnorme, inefficace, inefficiente, lenta e parziale, gli enti locali e le sorti dei cittadini sono nelle mani di dirigenti e funzionari comunali nella migliore delle ipotesi solo impreparati e deliranti, quando non avvezzi alla criminalità. La politica poi non ne parliamo proprio, popolata di sciacalli incompetenti pronti a divorare i resti dei cadaveri nelle nostre città per alimentare i propri tornaconti personali, soltanto quelli, per sfamare la bestia del potere egocentrico”. Così, in una nota, il candidato sindaco per le elezioni amministrative a Gaeta Antonio Salone e l’ideatore del suo progetto politico “Transizione popolare per Gaeta” Luigi Zazzaro.

“L’area dismessa dell’ex vetreria fu sequestrata nel 2011 perché secondo la Procura di Latina era stato commesso il reato di lottizzazione abusiva al fine di spacchettarne la superficie e venderla in tanti pezzi quante unità immobiliari poi progettate. Insomma una bella e buona speculazione edilizia nel bel mezzo del cuore pulsante di Gaeta, nel cuore della sua rinascita e di quello che la città avrebbe potuto e dovuto scegliere di essere in un futuro che però non c’è mai stato. Perché infatti il processo è partito di fatto soltanto qualche giorno fa, dopo dieci anni. Dieci anni per iniziare un processo così importante per la vita, lo sviluppo, il lavoro, il destino stessa di una intera città. Una vergogna. Un decennio nel quale è accaduto di tutto: dai continui stravolgimenti progettuali di edilizia residenziale privata a quella di pubblica utilità, dall’apertura di un’altra indagine per disastro ambientale ad una specie di Class Action dei vecchi dipendenti per chiedere risarcimenti da lavoro per essersi ammalati, e in alcuni casi morti, all’interno dell’ex fabbrica del vetro. Qualcuno ha fatto parlare di sè e dell’Avir perché ci si è persino arrampicato sul comignolo con tanto di Go Pro e pubblicazione social. Insomma in questi lunghi anni ognuno dell’Avir ne ha fatto e ne ha detto ciò che ha voluto”.

Antonio Salone e Luigi Zazzaro

“L’attuale amministrazione poi non ha certo brillato per efficienza, anzi è forse da questo punto di vista l’amministrazione comunale più a suo agio nel caos Avir, a giudicare dalla follia di certe scelte e decisioni. In pochi mesi hanno estirpato il bene dai proprietari, prima ancora che cominciasse il processo, per annetterlo al patrimonio comunale e in nome dell’interesse pubblico. E fa già ridere così, alla faccia dell’ex stazione. Fortunati quelli della Cavour immobiliare che hanno potuto beccarsi un bel piazzale ad appena 400mila euro perché Mitrano dice di non averne saputo nulla, però bastava attraversare la strada per trovare invece il sindaco sul piede di guerra e pronto a riprendersi l’Avir. Peccato che nel frattempo il processo ha sì visto avvalersi della prescrizione ben 25 dei 27 imputati, ma in due hanno chiesto il giudizio, il che significa che se la sentenza dovesse essere a loro favore, scagionandoli, questo guasterebbe i piani di Mitrano che aveva già messo le mani sull’Avir, perché le delibere comunali verrebbero certamente impugnate. E’ chiaro che un tale modo di fare politica e amministrare la città è frutto di confusione e incompetenza e potrebbe generare risarcimenti milionari devastanti per le casse comunali. Mitrano e la sua amministrazione non hanno la più pallida idea di cosa fare di quel luogo. O forse sì. Eppure esiste un atto di indirizzo ben preciso votato all’unanimità dal Consiglio Comunale che stabilisce la destinazione urbanistica. Eppure, come questa amministrazione ci ha insegnato ed abituato, gli atti consiliari non alcuna importanza e il Consiglio è depauperato del potere competente”.

“E infatti solo nell’ultimo anno Mitrano prima e Magliozzi poi hanno disposto dell’Avir per farne una discoteca a cielo aperto, peraltro in piena pandemia, un parcheggio, un giorno annunciano il museo del vetro, un altro il museo del mare, un altro ancora il mercato dei fiori, ora è persino sede della Tour Eiffel per le luminarie. Deliri a casaccio. E dell’indirizzo del Consiglio neppure l’ombra. Stanno facendo i conti senza l’oste e in dieci anni di amministrazione non hanno fatto nulla per districare la matassa della vicenda più grossa, intricata e importante per uno sviluppo reale della città. Confermando lo stato confusionale dal quale speriamo possiamo presto liberarci.
Anche perché a finire sul banco degli “imputati”, almeno nella nostra analisi politica, sono anche come detto i tecnici del Comune e del settore urbanistica in particolare, che si sono macchiati della responsabilità di non aver fornito alle competenti sedi giudiziarie amministrative la giusta documentazione per rivendicare la bontà di certi processi amministrativi che avrebbero evitato tutta questa confusione, che forse, potrebbe aver avvantaggiato solo qualcuno. E guarda caso parliamo dello stesso settore urbanistica che durante questa amministrazione è finito coinvolto in una gravissima indagine per corruzione e favori a costruttori compiacenti”.

“Chicca finale poi, proprio questa amministrazione ha commissionato nella Primavera scorsa all’ingegner Marotta uno studio ambientale per conoscere il livello di inquinamento del sito. Costo della consulenza, 25mila euro, ma nessuno sa nulla dei risultati dello studio e forse prima di fare qualsiasi cosa sarebbe il caso di conoscere che livelli di inquinamento ci sono sull’area, avere garanzie sulla staticità del comignolo e chi ha smaltito e a quale costo tutti i rifiuti speciali che si trovavano all’interno”.

“Insomma l’Avir entra a pieno diritto nel già cospicuo novero dei grandi misteri italiani, dei dubbi, delle domande, delle ombre e dell’assenza di responsabili, come al solito. Vai a vedere che alla fine il prezzo lo paghiamo sempre noi come cittadini, come Gaeta. Ora basta, Adesso Vogliamo I Responsabili”.

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