È indagata per omicidio volontario aggravato: Paola Pazienti, la dottoressa che è accusata di aver iniettato un farmaco letale nel corpo del padre 80enne ricoverato in gravi condizioni all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina
Ieri, la dottoressa Pazienti, 39 anni, di Cisterna di Latina, è stata interrogata dal sostituto procuratore di Latina Simona Gentile: l’accusa è schock, ossia quella di aver praticato l’eutanasia al padre Franco che aveva un quadro clinico molto compromesso da un cancro contro cui stava lottando da tempo.
Una storia drammatica e delicata e che afferisce alla sfera del privato, dunque da trattare con molta cautela sia da parte di chi la racconta sia, sopratutto, da coloro che fanno le indagini affidate alla Squadra Mobile di Latina.
La dottoressa, che assisteva il padre morente, e che lavora in una struttura sanitaria di Aprilia, sarebbe stata trovata da un’infermiera con una siringa in mano. Chiaramente, da legge, non avrebbe potuto decidere di somministrare alcunché al padre che in quel momento era un paziente non di sua competenza.
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Ma, ieri, la dottoressa si è difesa, interrogata per circa tre ore dal magistrato, e lo ha fatto rispondendo a tutte le domande e spiegando di aver somministrato al padre un farmaco per lenire il dolore che gli causava la sua condizione di malato grave. Respinto ogni addebito e ogni ipotesi di eutanasia suggerito dalla testimonianza dell’infermiera del Goretti che avrebbe visto la scena. Poco dopo, come noto, il papà della dottoressa è morto.
A questo punto, saranno dirimenti le consulenze tecniche disposte dal pm Gentile: la verifica medico-legale della dottoressa Maria Cristina Setacci e quella tossicologica della dottoressa Maria Chiara David.
Tra circa due mesi, si conosceranno i risultati dell’autopsia.