LATINA, GIUDICE DI PACE SENZA MISURE ANTI-COVID. LA DENUNCIA DEL SINDACATO

Giudice di Pace, Latina
Giudice di Pace, Latina

Situazione al limite sul versante sicurezza al Giudice di Pace a Latina: il j’accuse del segretario provinciale della Federazione Confsal-Unsa che denuncia l’assenza di misure anti-Covid negli uffici del capoluogo di provincia

“All’Ufficio del Giudice di Pace di Latina – sostiene Quirino Leomazzi, il segretario del sindacato Confsal Unsa – sono state disattese dal Presidente del Tribunale, quale datore di lavoro e responsabile della sicurezza dei lavoratori, tutte le disposizioni normative del Ministero della Salute ed in particolare del Dpcm del 26 aprile scorso e della circolare del Capo del Dipartimento dell’organizzazione Giudiziaria del 12 giugno”.

È un comunicato durissimo quello di Leomazzi che lo scorso marzo fu uno dei lavoratori della Procura di Latina ad essere stato infettato dal Coronavirus-Covid-19. Il sindacalista lottò e riuscì a guarire e, ora, sente l’esigenza di far rispettare regole che, secondo quanto dichiara, vengono trascurate se non proprio dimenticate.
Secondo Lomazzi, gli uffici del Giudice di Pace sono sprovvisti di dispositivi di sicurezza, non ci sono i percorsi degli utenti voluti dai regolamenti e manca la garanzia del distanziamento. Inoltre, non pervenuti i rilevatori della temperatura corporea e, dall’insorgere della pandemia, è stata realizzata una sola sanificazione dei locali.

“Con ordine di servizio del Presidente del Tribunale – aggiunge Leomazzi – sono dovuti rientrare in servizio lavoratori rientranti tra le categorie “fragili e/o ipersuscettibili” dichiarati tali dal medico del lavoro, con il parere contrario dello stesso, con grave pregiudizio per la salute degli stessi dipendenti”.

Punti critici che Lomazzi sostiene di aver già fatto presente in una riunione sulla riapertura degli uffici giudiziari, datata 15 giugno, alla presenza del Presidente del Tribunale di Latina, dei Presidenti di Sezione Civile e Penale, e del commissario dell’Ordine degli avvocati di Latina.

“Ogni ritardo, omissione di immediata messa in sicurezza degli uffici – conclude Lomazzi – comporta responsabilità in capo ai datori di lavoro, la tutela della salute dei lavoratori è una priorità improcrastinabile”.

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