ESCLUSIONE DEL DONO SVIZZERO DALLA RETE ANTI-COVID-19. VILLA SCRIVE A CASATI: “OFFESA ED ERRORE MADORNALE”

Paola Villa e Giorgio Casati
Paola Villa e Giorgio Casati

Il Sindaco di Formia Paola Villa non ci sta e dopo aver scritto al Direttore Generale dell’Asl Giorgio Casati diffonde una nota pubblica in cui dichiara senza mezzi termini che l’esclusione dai presidi ospedalieri Covid-19 del Dono Svizzero è stata un’offesa al personale sanitario da parte di Asl di Latina e Regione Lazio

È una lettera, e una conseguente nota durissima, quella di Paola Villa, sindaco di Formia che ha visto l’ospedale Dono Svizzero diminuito, poiché non riconosciuto nella Rete Covid-19, decisa e organizzata da Regione e Asl territoriali. A fine marzo, infatti, la Regione ha diramato la lista degli ospedali anti-Covid-19 assegnando alla provincia di Latina, il Santa Mario Goretti come “hub” principale e il Di Liegro di Gaeta come spoke in cui far passare i casi meno gravi.

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La decisione creò, a quanto si può leggere nella nota e nella lettera di Paola Villa che pubblichiamo integralmente di seguito, più di un malumore sopratutto alla luce del fatto, questo effettivamente conclamato, che il Dono Svizzero ha svolto e continua a svolgere un ruolo centrale nella gestione dell’emergenza sanitaria ancora in corso.

In quello che può essere definito un vero e proprio j’accuse all’Asl, Paola Villa – che ha deciso di pubblicare, probabilmente dopo alcune indiscrezioni giornalistiche – fa trapelare inoltre frecciate dirette a qualche amministratore pubblico, su tutti Cosimino Mitrano della vicina Gaeta. Pur non nominandolo esplicitamente, il sindaco di Formia richiama a una gestione unitaria e logica dell’emergenza e non particolaristica come quella prospettata dal sindaco di Gaeta che ha annunciato di aver comprato test del sangue da effettuare sul personale del Comune.

Senza contare – ma questo Villa non lo propone nella lettera a Casati – che il 16 aprile l’Asl di Latina ha sottoscritto un protocollo con il Comune di Gaeta per un Centro di Diagnostica specialistica al “Mons. Di Liegro”. Una vicenda di cui Latina Tu si è occupata e che, forse, ha spinto il sindaco di Formia ad armarsi di penna e scrivere al Direttore Generale dell’Asl considerando l’ultimo “affronto”, leggasi Centro di Altra Diagnostica che il medico e assessore del Comune di Ventotene, il formiano Francesco Carta, ha bollato come “bassa propaganda” da parte del sindaco di Gaeta.

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LA NOTA DI PAOLA VILLA –Dal 29 febbraio, giorno in cui la signora di Cremona, tanto offesa ed insultata arrivò al Dono Svizzero di Formia, in tutto il nostro Sud Pontino, o meglio in tutta la Provincia di Latina, si è incominciato a parlare, affrontare e conoscere il Covid-19.

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Da lì poi un escalation (ndr: la signora di Cremona è purtroppo venuta a mancare a causa del Covid-19), è stata montata la tenda fuori l’ospedale, il pre-triage, luogo in cui arrivano ambulanze con pazienti Covid-19 sospetti, diversi i ricoverati, alcuni positivi, alcuni portati altrove. Il Dono Svizzero (ndr: l’ospedale di Formia) diventa un punto di riferimento, per chi proviene da Formia, Spigno, Minturno, Castelforte, Gaeta, Santi Cosma, Itri, Fondi, molti dei pazienti sono ricoverati nella Medicina D’urgenza, in Medicina Generale, la terapia intensiva si prepara, e ne riceve altri

Il personale sanitario tutto si organizza, si rimodulano i reparti, si rifanno i percorsi, perché comunque l’ospedale continui a funzionare per tutti, per i pazienti Covid, per chi ha altre patologie, per tutti, con estrema attenzione, con tanto sacrificio, con immense difficoltà. In tutto questo lavoro, tre radiologi risultano positivi, diversi tra infermieri e medici vengono messi in quarantena, ma tutti continuano a lavorare senza avere il minimo tentennamento.

Poi il 28 marzo la Regione pubblica i presidi ospedalieri riconosciuti Covid e nella area F, in quella della provincia di Latina due punti riconosciuti, il Goretti di Latina e il Di Liegro di Gaeta, dove i pazienti vanno a finire la convalescenza, si pensa ad un errore e invece no, è proprio così! Che la Regione Lazio e l’Asl mettano mano a questo enorme errore, e ci mettano mano subito, dicendo e scusandosi che è stata una svista, una disattenzione.

Con quell’elenco del 28 marzo avete offeso la dignità di chi in prima linea ha lavorato senza sosta, salvando vite, mettendo a rischio se stesso e le proprie famiglie e assumendosi responsabilità. Non sto qui ad elencare i DPI che non c’erano e poi comprati, regalati da enti e da private donazioni, non sto qui ad elencare come si è lavorato in questi 50 giorni, sto soltanto dicendo che si ripari subito ad un errore madornale e offensivo, ammettendo di averlo fatto con estrema onestà e che si tratti appunto di un “mero refuso”.

LA LETTERA DI PAOLA VILLA AL DIRETTORE DELL’ASL GIORGIO CASATIEgregio dottor Casati, ho atteso diversi giorni prima di scriverLe perché questi sono stati tempi concitati, dove ogni territorio è stato messo seriamente alla prova. Le scrivo per sottoporLe una serie di richieste e mettere in evidenza alcune criticità, oltre che a formulare concrete proposte per affrontare in maniera proficua ed esaustiva la fase 2 dell’Emergenza Covid-19.
Il 28 marzo u.s. apprendo, con sommo stupore, dall’informativa della Regione Lazio che nella “RETE DELLA SANITA’ ATTIVA PER LA REGIONE LAZIO” all’Area F sono ascritti solo i due presidi ospedalieri: il Santa Maria Goretti di Latina e il Di Liegro di Gaeta.
Lo stupore è legato al fatto che tutti i pazienti che richiedono assistenza per mezzo del 118, potenzialmente pazienti Covid drll’intera area del Sud Pontino, vengono portati alla tenda pre-triage del Dono Svizzero di Formia e poi, attraverso un percorso interno, dopo aver avuto accesso alla radiologia per eventuali approfondimenti, vengono ricoverati o presso il reparto Medicina del Dono Svizzero, o trasferiti al Goretti e, soltanto se in condizioni di salute con prognosi non grave, trasferiti al Di Liegro di Gaeta.
Mi stupisce che il nosocomio di Formia non sia stato ascritto tra i riferimenti Covid-19 dell’Area F della Regione Lazio, pertanto, è doveroso averne una chiara spiegazione, soprattutto che tuteli il personale dell’intero Ospedale, in particolare modo del Pronto Soccorso, della Medicina d’Urgenza e Medicina Generale, che con grande spirito di abnegazione, ha messo in campo tutta la propria attività professionale ottenendo ottimi risultati sanitari, che danno lustro all’intera Azienda Sanitaria Locale.

Inoltre mi preme sottolineare la necessità di effettuare test sierologici a tutto il personale ospedaliero, sanitario e non, sia del Dono Svizzero di Formia che del Di Liegro di Gaeta, a tutela dello stesso personale e delle loro famiglie, ma anche dell’intera popolazione non solo di Formia, ma dell’intero comprensorio, di cui questi due ospedali restano un punto di riferimento. Mi sembra oltremodo improvvido che qualche Comune si adoperi in solitaria per provvedere a test di tutta la popolazione e non si dia priorità al personale sanitario, alle fasce degli over 65, agli immuno-depressi e pazienti fragili e a tutto il comparto delle Forze dell’Ordine del territorio. Costoro rappresentano le categorie di persone che più di ogni altre devono garantire tutta l’organizzazione della fase 2 in totale sicurezza. Necessita, proprio in questa fase, che l’Asl governi l’intera operazione di screening immunologico, conferendo le giuste attrezzature al Laboratorio di Analisi del Dono Svizzero. Ovviamente i test sierologici vedrebbero nel laboratorio del Dono Svizzero di Formia un riferimento certo, evitando ulteriori spostamenti e soprattutto accorciando quei tempi che fino ad oggi hanno reso più artificioso tutto l’iter per la somministrazione dei tamponi e la loro analisi laboratoriale. L’emergenza Covid ci ha posto davanti un grave stato di allerta nazionale e tutte le decisioni in campo devono prendere le dovute distanze da pressioni politiche di sorta, seguendo la strada del buon senso e della responsabilità. Ecco perché è arrivato il momento che al Dono Svizzero venga dato il riconoscimento per il lavoro svolto e soprattutto venga sfruttata la DEA di 2° livello come punto di riferimento del Sud Pontino per test sierologici ed immunologici. Inoltre, la grande generosità dell’intera comunità di tutto il territorio ha consentito al Comune di Formia, tramite la Protezione Civile, di donare al Dono Svizzero: dispositivi di protezione individuale, una barella bariatrica, n. 2 monitor multiparametrici, n. 2 carrelli emergenza in tecnopolimero, n. 2 defibrillatori con monitor. Le donazioni ci consentiranno, nei prossimi giorni, di acquistare anche altre attrezzature. Confidando nel Suo senso pratico e in una stima reciproca, attendo una positiva risposta a tale richiesta, quanto prima.

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