MITRANO ALL’INSEGNA DELL’ALTA DIAGNOSTICA DURANTE LA PANDEMIA. CARTA: “BASSA PROPAGANDA”

Cosimino Mitrano e il dott. Fabio Ricci
Cosimino Mitrano e il dott. Fabio Ricci

A Gaeta il sindaco Cosmo Mitrano lancia l’idea e la raccolta fondi per un centro di alta diagnostica. Scattano alcune adesioni, ma c’è qualcuno che non la pensa così

Rieccolo, avrebbe detto Indro Montanelli (ci scuserà se ci permettiamo di interpretarne il pensiero). Sempre più vulcanico e volitivo che mai, Cosmo Mitrano, il sindaco che da quando è iniziata la fase pandemica è un profluvio di video e idee, sta occupando di nuovo le scene del dibattito politico con la sua visione di sanità e salute in tempi di pandemia.
Dopo le mascherine made in Gaeta e le polemiche annesse, il sindaco gaetano si trova a dover fronteggiare nuovi casi di positività da Covid-19 nella sua città: casi visti come un’onta, e non solo da lui – molti i sindaci della provincia che appaiono in sconsolati video, tutti contriti, come ad espiare una pena. Il punto è che andrebbe spiegato ad alcuni primi cittadini (non tutti, ovviamente, che conservano un allure istituzionale) che un contagiato non è un problema da cui sgravare la città, ma fa parte di una pandemia che ha colpito tutto, ma proprio tutto, il globo terracqueo, esclusa l’Antartide, altrimenti non si chiamerebbe Pan-demia.
Un contagio non è nemmeno una responsabilità nel Lazio – anche se a Fondi togliere la zona rossa è stato un azzardo – a differenza del quadro da brividi di Alzano Lombardo e della terra dei lumbard dove le inefficienze politiche e amministrative sono arrivate persino sotto la lente della magistratura.

centro diagnostica
Il banner con cui Mitrano sta pubblicizzando la sua iniziativa di raccolta fondi per il Centro specialistico che dovrebbe sorgere nelle sue intenzioni a Gaeta

Ad ogni modo, forse per esorcizzare la paura dei contagi, Mitrano, e non da oggi, è tornato a bomba sulla questione di un Centro di Alta Diagnostica del Sud pontino da realizzare all’ospedale Monsignor Di Liegro di Gaeta che, per inciso, è la struttura, insieme, al Goretti di Latina, scelta dalla Regione Lazio per la lotta al Covid-19 in provincia di Latina. Infatti, il Di Liegro è uno spoke, ossia è destinato alla gestione di casi Covid-19 a minor impegno e collegati con l’hub di riferimento (Santa Maria Goretti di Latina) per la consulenza infettivologica del sud pontino.

Ma al sindaco Mitrano, evidentemente, un ruolo così importante per la sua città, oltre a quello di ente capofila del distretto socio sanitario del sud-pontino, non è sufficiente ed ecco il proponimento di un’Alta diagnostica a Gaeta, ossia laddove Latina, il capoluogo, non è riuscita con il naufragio del progetto finanziato dalla Fondazione Roma del Prof. Avv. Emmanuele Francesco Maria Emanuele che, in seguito, ha battuto in ritirata.

Ecco allora prendere corpo l’iniziativa di Mitrano per un Centro di diagnostica specialistica al Di Liegro, ed ecco i primi endorsement da parte del sindaco di Minturno, Gerardo Stefanelli – d’altra parte i due difficilmente si trovano in disaccordo su qualcosa – e Fabio Ricci, direttore clinico della Breast Unit di Latina.

È un cammino – commenta Mitrano – che vede al nostro fianco tantissime persone pronte a sostenere un’iniziativa che si concretizzerà con la realizzazione di un Centro dotato di attrezzature e macchinari di ultima generazione a servizio delle comunità del Golfo di Gaeta. Ringrazio il professor Fabio Ricci per il grande senso di appartenenza al territorio e per aver sottolineato l’urgenza di realizzare il Centro di diagnostica specialistica nel Lazio meridionale”. Altro che sud pontino, il Lazio Meridionale!

Uno, allora, si domanderà: ma con tutti i problemi che ci sono in questo momento per la sanità pubbblica alle prese con il contenimento del Coronavirus, c’è proprio bisogno di mettere in cantiere un progetto del genere? Per carità, si dirà, ben vengano obiettivi faraonici e al passo con i tempi. Eppure, non si capisce l’esigenza, e a non comprenderla c’è anche Francesco Carta, medico di Formia e amministratore pubblico (assessore ai servizi sociali nel Comune di Ventotene), con un passato da coordinatore del primo circolo del Partito Democratico formiano, che non la prende alla larga e critica aspramente l’atteggiamento del sindaco di Gaeta. 

Francesco Carta
Francesco Carta

Il Sindaco Mitrano ha lanciato una raccolta di fondi per la creazione di un polo di alta diagnostica (così la definisce) nell’ex ospedale di Gaeta. Secondo quanto dice dovrebbe essere una struttura a servizio dell’intero golfo da realizzare a supporto dell’ospedale “Dono Svizzero” (ndr: Formia). Lasciamo perdere la scarsa competenza e la vacuità con cui rappresenta la proposta. Una cosa però lascia perplessi, anzi allibiti: nel momento in cui si sta lottando contro una terribile epidemia mondiale che fa morti e mette paura, nel mentre si sta progettando il nuovo ospedale comprensoriale nell’area dell’ex ENAOLI di Formia, questa sì una struttura a servizio dell’intero Golfo, Mitrano teorizza un’alta diagnostica (???) a Gaeta. Mentre l’emodinamica del “Dono Svizzero” resta attiva solo nelle mattine dei giorni feriali e le persone colpite da infarto, nelle ore pomeridiane e notturne (ivi compresi anche i cittadini di Gaeta), vengono trasferite a Latina, il Sindaco Mitrano parla di alta diagnostica (???) in quel di Gaeta. Appare evidente il tentativo maldestro dell’uso propagandistico del virus per teorizzare non si sa cosa di altamente specialistico nel proprio orto di casa. Ecco questa appartiene veramente alla miseria e all’uso di una vicenda tragica (l’epidemia) per fare bassa propaganda“.

Ma la critica di Carta si spinge oltre e va ad agganciarsi con quel complesso che descrivevamo sopra, in cui un contagiato trasforma erroneamente una città in un centro di untori (da condannare senza e senza ma): “Ecco questa appartiene veramente alla miseria e all’uso di una vicenda tragica (l’epidemia) per fare bassa propaganda. E c’è un’altra miseria che contraddistingue il suo discorso. Nel tentativo maldestro di tranquillizzare i suoi concittadini per alcuni casi di positività riscontrati a Gaeta afferma testualmente che non si tratta “di un focolaio gaetano” ma di un contagio procurato all’esterno, presso un ospedale. Commette due gravi errori, il primo di rappresentare il contagio come una prerogativa (colpa) di altri comuni confinanti, il secondo nell’indicare l’ospedale (e non può essere che il “Dono Svizzero” di Formia) come fonte di contagio. Non è un bel segnale indicare un ospedale luogo di contagio, non lo è né per i pazienti ricoverati e né per il personale che ci lavora. Effettivamente tre tecnici della Radiologia del suddetto Ospedale sono rimasti contagiati nell’esecuzione di alcune radiografie a paziente affetto da Covid-19. Ora io credo che in questa tragica vicenda, che ha colpito il mondo intero, non si possono rappresentare luoghi, persone, accadimenti, come untori esterni che infettano il proprio orto. Purtroppo nelle vicende tragiche accanto a grandi generosità ci sono anche tante miserie“.

E tra accuse di miseria e propaganda, la tendenza alla megalomania amministrativa non scema neanche nel mezzo di una tragedia che non sappiamo quando finirà. Ad oggi, probabilmente, l’unica certezza è il prossimo video di Cosimino Mitrano.

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