DIRTY GLASS: IL PROCESSO CHE NON INIZIA. E UNA PARTE CIVILE RINUNCIA A COSTITUIRSI

Luciano Iannotta
Luciano Iannotta: imprenditore di Sonnino, ex Presidente di Confartigianato e del Terracina Calcio

Processo Dirty Glass: ennesimo rinvio del procedimento che vede sul banco degli imputati l’imprenditore di Sonnino Luciano Iannotta

Oggi, all’ennesima udienza interlocutoria, il Collegio del Tribunale di Latina, deputato a giudicare gli imputati, era composto dai Giudici Morselli (Presidente), Coculo e Sergio. Dopo diversi cambi della Presidenza del collegio, il processo forse più importante che si sta celebrando presso il Tribunale di Latina, insieme a quelli per mafia, è slittato di nuovo.

Tempi allungati a dismisura che il primo incardinarsi del processo fu a Roma, successivamente spostato a Piazza Buozzi, e i vari legittimi impedimenti di alcuni degli avvocati del collegio difensivo che si sono susseguiti nel tempo. E quest’oggi, in Aula, il Tribunale ha preso atto che non vi è ancora un pronunciamento sull’ istanza di remissione per legittimo sospetto presentata, nella scorsa udienza a giugno, da Luciano Iannotta, per tramite del suo avvocato difensore Antinucci.

Per tale ragione, il processo è stato rinviato al prossimo 11 novembre. Sul banco degli imputati Luciano Iannotta, Luigi De Gregoris, Antonio e Gennaro Festa, Alessandro Sessa, Michele Carfora Lettieri, Pio Taiani ee Natan Altomare. Parte civili: l’associazione Caponnetto e un’impresa.

Oggi, si è appreso che una delle parti offese ha rinunciato a costituirsi parte civile. Si tratta Fabio Zambelli. La sua è una vicenda particolare. Secondo inquirenti e investigatori (DDA di Roma e Squadra Mobile di Latina), a maggio 2018, Iannotta avrebbe sequestrato, in un capannone della Akros (una delle società della galassia dell’imprenditore), a Sonnino, due persone, tra cui l’impiegato della Corte dei Conti, Zambelli, anche lui, in un primo momento, indagato nella stessa indagine Dirty Glass per corruzione
Il 14 maggio 2018 Iannotta, Altomare, Pio Taiani e De Gregoris avrebbero rinchiuso Zambelli e il rappresentante di materiale per ufficio ed apparecchiature elettromedicali: ossia i due soggetti che secondo Iannotta&Co avrebbero potuto garantirgli una via facile per un l’aggiudicazione di un appalto in Regione Lazio.

Nel corso di quello che gli inquirenti ritengono essere stato un vero e proprio sequestro, vi sarebbero stati schiaffi e persino un paio di colpi sparati da Iannotta, uno dei quali non sarebbe andato troppo lontano dal volto di Zambelli. A un tratto Iannotta, intercettato dagli investigatori dice: “Ammazza uno dei due” e l’altro lo implora: “No Luciano, no Luciano, aspetta”.

Una volta Liberati, i due si interrogarono sul da farsi: denunciare o no? E decisero per non fare niente. Oggi, la rinuncia alla costituzione di parte civile.

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Ad ogni modo, per un processo che a distanza di due anni dagli arresti non ne vuole sapere di cominciare, i reati contestati a vario titolo sono molteplici: in materia fiscale e tributaria, violazioni della legge fallimentare, estorsione aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, falso, corruzione, riciclaggio, accesso abusivo a sistema informatico, rivelazioni di segreto d’ufficio, favoreggiamento reale,  turbativa d’asta, sequestro di persona e detenzione e porto d’armi da fuoco. 

Una molteplicità di episodi e ipotesi criminali – riscontrate dalle investigazioni iniziate nel 2018, anche con il supporto delle dichiarazioni dei due collaboratori di giustizia ex affiliati ai Clan Travali e Di Silvio, Renato Pugliese e Agostino Riccardo – tanto è che oltre a questo processo, c’è un secondo filone che, a fine gennaio 2021, ha visto recapitare agli stessi indagati ed altri l’avviso di conclusione delle indagini.

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A margine dell’udienza odierna, l’avvocato Antinucci, difensore di Iannotta, ha depositato un’istanza di dissequestro di atti, documenti e scatoloni riconducibile a uno dei sequestri avvenuti al momento dell’esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare concretizzata ormai più di due anni fa.

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