DIMENSIONAMENTO SCOLASTICO, LBC: “COSÌ SI CREA UN DANNO ALLA COMUNITÀ”

Il dimensionamento voluto dalla Regione Lazio, che prevede l’accorpamento dei due istituti Einaudi-Mattei e San Benedetto, è una scelta calata dall’alto e scollegata dalla realtà e dalle esigenze del territorio, frutto di decisioni governate solo dalla logica dei numeri che guardano sempre meno al valore culturale, formativo ed educativo della scuola”.

È la riflessione di Elettra Ortu La Barbera, segretaria di Lbc, e di Lorenzo Iannelli, docente e componente del Tavolo istruzione del movimento, sul dimensionamento scolastico che riguarda il territorio di Latina e che porterà alla creazione di un polo professionale formato da Einaudi- Mattei e San Benedetto.

“I numeri dicono che questa operazione ha un senso, sul piano puramente aritmetico – spiega Iannelli –  Ma sul piano pedagogico, educativo e anche delle esigenze del territorio è un abominio. Questa amministrazione comunale ha rispolverato la consulta cittadina della scuola, organismo creato dall’ex assessore Proietti nella passata amministrazione Coletta, che coinvolge tutti gli istituti del comune, con rappresentanti di docenti, dirigenti e famiglie. A fine dicembre la consulta è stata riportata in vita, alla presenza anche dell’assessora Tesone che, a domanda di uno studente che chiedeva chiarimenti sul dimensionamento e su voci di fusioni innaturali di istituti della città, non aveva risposte da dare. Ora, a conti fatti, con la decisione dell’accorpamento calata dall’alto dalla Regione Lazio, è evidente che questo organismo consultivo è stato svuotato di significato, completamente scavalcato mentre, in altre sedi, si prendevano decisioni importanti che incidono sul territorio e i suoi studenti.

Non c’è stata condivisione delle scelte, non c’è stato ascolto e le decisioni sono state prese in modo arbitrario e ingiusto. Ingiusto perché, nonostante gli iscritti di entrambe le scuole siano un po’ al limite, i due istituti sono profondamente diversi, come anima e come missione pedagogica – spiega ancora il docente – Da forze politiche che vantano una filiera di governo ci saremmo aspettati maggiore coraggio, si potevano sì creare nuovi poli ma fra scuole superiori simili. Si poteva ad esempio creare un polo linguistico, magari fra settori linguistici di licei, creando una unione coerente dal punto di vista dell’offerta formativa”.

“Questo accorpamento di istituti che sono tra l’altro anche fisicamente distanti fra loro – conclude – creerà invece un impoverimento dell’offerta , difficoltà gestionali e perdita di punti di riferimento per famiglie e territorio. Scuole che avevano una identità precisa sono state unite perdendo ciascuna la propria. Si è creato un danno alla collettività e gli effetti di queste operazioni continueremo a vederle ancora nei prossimi anni”.

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