CRISI A ITRI: IL SINDACO FARGIORGIO SI DIMETTE

Antonio Fargiorgio
Antonio Fargiorgio, Sindaco di Itri

Crisi politica a Itri: dopo l’azzeramento della Giunta, il sindaco Antonio Fargiorgio comunica le sue dimissioni dalla carica di primo cittadino

Non finisce la caduta politica dell’era Fargiorgio nel Comune aurunco.
Il 30 aprile, Fargiorgio era stato costretto ad azzerare la Giunta dopo che uno dei suoi assessori, Maria Di Mattia (Lega), aveva comunicato le sue dimissioni.

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Oggi il Sindaco Fargiorgio, evidentemente in grande difficoltà per l’approvazione del Bilancio nonostante l’aiutino del Governo Draghi che ha prolungato i termini, ha rassegnato le sue dimissioni. Le ragioni vanno però ascritte a lacerazioni piuttosto profonde all’interno della sua maggioranza e del suo esecutivo, in particolar modo nel suo partito di riferimento, Forza Italia – da non sottovalutare lo scontro sulla questione forno crematorio con il sindaco di Gaeta Cosimino Mitrano -.

Fargiorgio ha comunicato le sue dimissioni con una lettera protocollata al Comune e all’attenzione del Consiglio Comunale e del Prefetto di Latina.

Di seguito, la lettera con cui il sindaco Fargiorgio si è dimesso. Strategia e capolinea? Staremo a vedere.

LA LETTERA – Con grande rammarico, attraverso la presente, comunico a tutti Voi le mie dimissioni dalla carica di Sindaco.
Una decisione sofferta, ma meditata. Non sono mai stato abituato nella mia vita e nella professione a fermarmi davanti agli ostacoli che pure ho trovato lungo il mio percorso. Ma mi trovo, adesso, di fronte a situazioni che non dipendono da me o comunque soltanto da me. Sono giunto a tale decisione, dopo un’attenta riflessione, a seguito di quanto avvenuto negli ultimi giorni (sarebbe meglio dire nelle ultime settimane), in particolare a seguito delle criticità che stanno impedendo l’approvazione dei documenti del bilancio di previsione 2021/2023. Documenti che, pure, ritengo di vitale importanza per la vita della nostra amata cittadina e dei suoi abitanti, perché in esso trovano fondamento giuridico-economico una serie di misure dettate ancora una volta dalla necessità di far fronte al periodo di crisi generato dalla pandemia.

Le mie dimissioni diverranno irrevocabili allo spirare dei 20 giorni dalla loro presentazione al protocollo comunale, secondo il chiaro disposto dell’art. 53 T.U.E.L. Mi auguro e fortemente, nell’interesse di Itri e degli Itrani, che il mio gesto serva a mettere in moto un dibattito intellettuale e politico onesto e trasparente, che esso possa generare un percorso virtuoso che coinvolga tutti i Consiglieri Comunali e le forze politiche rappresentate nella massima Assise, sì da condurre ad una approvazione condivisa sia del bilancio di previsione 2021/2023, sia del rendiconto di esercizio 2020, permettendo così all’Ente di operare con pienezza di funzioni (non limitate dalla gestione in esercizio provvisorio) fino al rinnovo del Consiglio Comunale e del Sindaco che avverrà tra il 15 settembre ed il 15 ottobre del corrente anno.
Per tale via, sarebbe garantita la scadenza naturale degli Organi attualmente in carica, evitando la nomina di un Commissario Straordinario la cui ragione, a poco più di quattro mesi dalle elezioni, francamente non riesco a comprendere se non ascrivendola a meri calcoli politici che, sia chiaro, non mi sono mai appartenuti, né mi appartengono.

Il mio è dunque un invito al senso di responsabilità che deve appartenere a ciascun componente dell’attuale compagine politico-amministrativa, specie in un momento storico particolarmente difficile per la nostra comunità, legato all’emergenza sanitaria sociale ed economica causata della pandemia da Covid-19. Ritengo di aver svolto il mio mandato in maniera puntuale e corretta, cercando sempre e soltanto il bene dell’intera collettività, non facendo mai mancare la mia quotidiana presenza nel Palazzo Comunale. Sono stato Sindaco nel periodo storico forse peggiore dal secondo dopoguerra in poi, avendo dovuto affrontare una serie di criticità epocali proprie della nostra cittadina (penso alle agibilità acquisite sotto il mio mandato in relazione agli edifici scolastici, così come all’impianto sportivo comunale; alla battaglia condotta a fianco dei cittadini sulla gestione dei pozzi privati…), oltre chiaramente quelle legate alla pandemia. E nei periodi bui del primo lockdown, in cui il tempo sembrava sospeso, sono stato presente ogni mattina in Comune, a fianco dei pochi Uffici pienamente operativi seppur a ranghi ridotti (Servizi Sociali, UTC, Protocollo, Anagrafe, PL …), cercando di trovare le soluzioni che potessero mitigare la sofferenza dei cittadini.

E rivendico con orgoglio il fatto che il nostro Comune sia stato il primo, o assolutamente tra i primi, a mettere in campo una serie di interventi a sostegno della popolazione; dal servizio di consegna gratuita dei farmaci, alla costituzione di un centro di ascolto psicologico, alla consegna gratuita della spesa alimentare. Nella distribuzione dei buoni pasto, mi sono fatto guidare dai miei principi e dai miei valori cristiani (lo dico con orgoglio, perché pare che qualcuno veda anche in questa cosa una sorta di colpa…) e grazie all’insostituibile lavoro svolto dai Servizi Sociali (ed al supporto materiale di CRI ed ERI) abbiamo raggiunto tutte le persone in difficoltà e non sono state operate distinzioni di alcuna natura. Colgo l’occasione per ricordare che, dalle elezioni del 2016, molto è stato fatto dall’Amministrazione da me presieduta.

Basterebbe citare alcune opere pubbliche (parcheggio scalo ferroviario, riqualificazione della villa comunale con creazione di un campo di calcetto e servizi accessori, villetta in zona Lago pressoché terminata, piazzetta adiacente il Monumento dei Caduti…) o i tanti finanziamenti ottenuti, alcuni epocali (come quelli per la difesa del territorio dal rischio idro-geologico, per circa 2 milioni di euro…), altri intervenuti nella conservazione e valorizzazione del nostro patrimonio storico (Castello, area S. Andrea…).
Potrei continuare con l’elenco delle cose fatte che, credetemi, al di là delle prevedibili e fisiologiche posizioni di parte, sono state davvero tante in questi cinque anni. Se mi volgo indietro non trovo perciò la ragione, politica, di questa crisi, sebbene non posso negare che problematiche interne alla maggioranza di coalizione ci siano state. Così come non trovo le ragioni, gravi, che a mente del T.U.E.L. dovrebbero o potrebbero portare alla decadenza del Sindaco: ritengo infatti di aver sempre agito nel rispetto della legge e la mancanza, almeno sino a questo momento, di avvisi di garanzia in mio danno evidenzia quale sia stato lo spessore etico del mio comportamento.

Allora mi appello al senso di responsabilità di tutti Voi, delle parti politiche e sociali che rappresentate degnamente in Consiglio Comunale e Vi invito a considerare quanto inopportuna sarebbe, in questo momento, la nomina di un Commissario Prefettizio, pur con tutto il rispetto istituzionale per tale figura. Il documento di bilancio è pronto ed è in corso di perfezionamento quello di rendiconto, da cui possono trarsi (ed anzi saranno sicuramente tratte) risorse per interventi mirati ancora una volta, come lo scorso anno, a fornire un sostegno ed un contributo alle famiglie ed agli operatori commerciali tuttora in crisi per la pandemia in atto (corresponsione di un contributo una tantum agli operatori commerciali, taglio e rimodulazione della TARI per le imprese e le famiglie, rimodulazione TOSAP anche per il periodo successivo al 30/06/21…). Chiedo quindi a tutti Voi di agire per il bene di Itri, resistendo alle sirene che provengono da segrete (ma poi non così tanto…) stanze e con responsabilità agire nell’interesse della nostra cittadina, mettendo al bando i sentimenti di affermazione personale che animano magari coloro che da questa crisi vorrebbero e saprebbero trarre vantaggio per fini esclusivamente propri.

Resto a disposizione di Itri e dei suoi cittadini come sempre fatto dal 6 giugno 2016. Mi auguro che le ragioni che hanno condotto alla presentazione di queste mie dimissioni possano, entro i previsti venti giorni, essere superate e portare la Consiliatura a suo naturale epilogo.

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