Concorsopoli all’Asl di Latina: concluso il processo che vedeva tra gli imputati l’ex senatore del Partito Democratico Claudio Moscardelli
Si è concluso dopo oltre 4 anni di udienze (la prima è datata 1 ottobre 2021) e tre presidenti di collegio cambiati (dapprincipio Aldo Morgigni, poi Laura Morselli, infine il definitivo Mario La Rosa), il processo con giudizio immediato a carico dell’ex senatore del Partito Democratico, Claudio Moscardelli, imputato insieme al dirigente dell’Asl di Latina Claudio Rainone e al funzionario dell’azienda sanitaria pontina, Mario Graziano Esposito. Nel corso delle indagini, a luglio 2021, Moscardelli finì agli arresti domiciliari; poche settimane prima ai domiciliari erano stato ristretti Claudio Rainone e Mario Graziano Esposito. Le ordinanze erano state firmate dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario.
Dopo tre ore di camera di consiglio, il terzo collegio del Tribunale di Latina, composto dai giudici Mario La Rosa (Presidente), Francesca Zani e Paolo Romano, ha emesso la sentenza: 3 anni e 6 mesi per Rainone (comminata anche l’interdizione dai pubblici uffici); 2 anni per Esposito; 1 anno per Moscardelli, unicamente per la rivelazione di segreto d’ufficio. Assolti Rainone e Moscardelli dal reato di corruzione. Concessa per tutti la sospensione condizionale della pena. Gli imputati dovranno risarcire in separata sede civile solo gli enti, mentre non è stato riconosciuto il risarcimento per le altri parti civili, tra cui due donne che avevano partecipato ai concorsi incriminati. Le motivazioni della sentenza usciranno tra 90 giorni.
In mattinata, erano stati chiesti 4 anni e 2 mesi per l’ex segretario del Partito Democratico di Latina, Claudio Moscardelli, 4 anni e 6 mesi per il dirigente Asl Claudio Asl e 2 anni per Mario Graziano Esposito. Assoluzione per il primo capo d’imputazione in riferimento ad Esposito e Rainone, per cui sono state chieste le attenuanti generiche. Queste erano state le richieste da parte del pubblico ministero Valerio De Luca al termine di una requisitoria durata poco più di un’ora. Per Moscardelli il pm aveva chiesto di riqualificare solo la rivelazione di segreto d’ufficio in un altro comma, mentre rimaneva in piedi la corruzione.
Al centro delle contestazioni della Procura, la cosiddetta concorsopoli dell’Asl di Latina. Parti civili: Asl di Latina e Viterbo; Comune di Latina; Associazione antimafia “Antonino Caponnetto”; e ancora Regione Lazio, Asl di Frosinone, Confconsumatori Lazio Aps e, infine, Chiara Gatta una delle partecipanti al concorso da 70 posti finito nell’indagine della Guardia di Finanza e un’altra partecipante al medesimo concorso: Sofia Lo Stocco, difesa dall’avvocato Giulio Mastrobattista. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Renato Archidiacono, Leone Zeppieri, Stefano Mancini e Luca Giudetti.
Lo scorso 14 marzo, era stato esaminato l’allora funzionario dell’Asl di Latina, Mario Graziano Esposito, chiamato a rispondere di falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio. L’altro imputato, Claudio Rainone, aveva rinunciato ad essere esaminato, mentre, a giugno, a distanza di quasi quattro anni dal suo arresto, era stato esaminato l’ex senatore del Partito Democratico, Claudio Moscardelli, accusato di corruzione e rivelazione di segreto d’ufficio in merito ai due concorsi dell’Asl che si svolsero nel 2020. L’esame dell’esponente politico, ancora influente nel PD di Latina (è lui il mentore dell’attuale segretario cittadino), era stato quasi una dichiarazione spontanea.
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Rispetto alle intercettazioni e ai messaggi Whatsapp, Moscardelli aveva spiegato: “C’erano in previsione diversi movimenti nelle caselle dirigenziali. Ma su Casati c’era gradimento e non si prevedeva la sua sostituzione. Tutto cambia a settembre 2020 quando Casati, esasperato dai continui attacchi dal Presidente della Commissione Sanità della Regione (nda: Giuseppe Simeone, all’epoca consigliere regionale di Forza Italia) comunica che voleva andare via. Io e altri ci siamo spesi per difenderlo, anche con interventi pubblici”. “Ho sempre fatto interlocuzioni sulla sanità e sull’Asl anche quando ero segretario del Partito Popolare e della Margherita”. E Matteo Di Domenico e Giuseppe Tomao? “Erano due persone che stimavo: uno era un ufficiale della Marina e l’altro un giovane laureato in Economia e Commercio”. Una risposta che sorvolava completamente sul fatto che Tomao (attuale assessore all’urbanistica a Minturno) era Presidente del Consiglio Comunale di Minturno e Di Domenico, figlio dell’allora Presidente del Consiglio Comunale di Gaeta, entrambi della sua corrente all’interno del Partito Democratico di Latina.
Il processo sui concorsi della Asl è nato, come noto, da due indagini separate – una della Squadra Mobile di Latina e l’altra della Guardia di Finanza di Latina -, poi unite in un unico procedimento giudiziario, che hanno messo sotto la lente altrettanti procedure: quella da 23 posti come collaboratore amministrativo professionale cat. D indetto in forma aggregata tra Asl di Roma 3, Asl Latina (ente capofila), Asl Viterbo e Asl Frosinone e quella da 70 posti di assistente amministrativo-categoria C, indetto in forma aggregata tra Asl di Frosinone, Latina (ente capofila), Viterbo e Roma 3.
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All’ex senatore dei Dem Moscardelli, nonché ex membro della Commissione parlamentare Antimafia, vengono contestate le ingerenze per far sì che due candidati al concorso da 23 posti – l’ex Presidente del Consiglio Comunale di Minturno Giuseppe Tomao e il figlio dell’esponente politica di Gaeta (Pina Rosato), Matteo Di Domenico (destinatari di un avviso conclusioni indagini per una costola del procedimento penale) – fossero agevolati nel superamento delle prove d’esame, con tanto di domande concordate con uno degli altri tre imputati: Claudio Rainone all’epoca Presidente della Commissione d’esame ed ex Direttore amministrativo facente funzione dell’Asl di Latina (oltreché a direttore Uoc Reclutamento, funzione da cui il manager della sanità è stato sospeso). Rainone e il funzionario dell’Asl Mario Graziano Esposito devono rispondere di falsità ideologica in atti pubblici e rivelazione di segreti di ufficio. Moscardelli, invece, è accusato di rivelazione di segreto d’ufficio e corruzione.
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Il pubblico ministero Valerio De Luca, in mattina, nel corso della sua requisitoria, ha spiegato le ragioni della sua richiesta di condanna. Il procedimento penale nasce con due esposti da cui inizia l’indagine della Guardia di Finanza, sebbene l’apertura del procedimento penale avviene con l’acquisizione delle intercettazioni già captate dagli investigatori della Squadra Mobile di Latina. “Immediatamente si comprende – ha detto De Luca – come il presidente di commissione Rainone inviasse le risposte ad alcuni candidati ai concorsi”. Entrambi i concorsi avevano caratteristiche comuni, ossia Claudio Rainone come Presidente della Commissione e Mario Esposito come segretario verbalizzante. La Asl di Latina, per svolgere l’esame, esternalizza alla Net4Market per progettare e realizzare le prove scritte dei concorsi; dopodiché, vi è il subappalto alla Fata Informatica. Le società formano concretamente i quiz che i partecipanti al concorso si trovarono sui loro banchi.
Le indagini hanno acquisito gli accessi informatici di Rainone ed Esposito alla piattaforma in cui erano contenuti i quiz. Nel corso del processo – ha ricordato De Luca – sono stati ascoltati i responsabili di Net4Market e Fata Informatica. “L’incrocio delle loro dichiarazioni e gli accessi alla piattaforma ci dà dati oggettivi insuperabili. L’accesso ai 400 quiz e l’assemblamento di queste domande in singole batterie, ossia schede di esame, sono stati effettuati prima dell’esame. Ce lo dicono i due responsabili di Net4Market e Fata Informatica. Almeno una settimana prima dell’esame stesso”.
La fase di caricamento sulla piattaforma avviene prima della sessione d’esame, “sebbene la commissione indichi tale caricamento solo la mattina dell’esame. Non è vero, viene realizzato un falso”. I test sono stati formati dalle società informatiche “guardando un po’ Internet, ci ha detto il titolare”.
Il pm De Luca ha ricordato che il luogotenente della Guardia di Finanza Maurizio Mazza aveva spiegato che la prima notizia sull’informazione è del 14 gennaio 2021: “Il 15 gennaio, Esposito cancella tutte le mail relative ai concorsi”. Il 19 gennaio accade un altro dato rilevante: “La Guardia di Finanza fa accesso ai dati e Rainone chiede di incontrare il titolare della Net4Market. Un incontro che avviene e ricostruito tramite analisi dei tabulati di Rainone che si reca all’Eur a Roma e in quell’occasione Rainone dice al titolare di cancellare tutte le mail dal serve dell’Asl. C’era stato solo un articolo di giornale”.
Per quanto riguarda il proseguo dei concorsi, le modalità dell’esame orale prevedevano l’estrazione di una domanda e chiaramente non potevano essere rivelate il giorno precedente all’esame stesso. “È Rainone a tranquillizzare una delle candidate: “Ci penso io, devi stare tranquilla. Non ti preoccupare che le hanno tutti”. C’è una modalità concordata per l’esame, perfettamente registrata dalle intercettazioni.
Per quanto riguarda Moscardelli, il pm ha iniziato netto: “Tomao e Di Domenico sono persone conosciute da Moscardelli. Ecco che si inserisce Raninone. È Moscardelli a chiamare Rainone perché ha necessità di assestare le domande. Ci sono scambi di messaggi tra i due”. De Luca ne ha ricorda qualcuno: “Il 7 ottobre 2021, Rainone dopo telefonata di Moscardelli gli chiede i numeri. Dopo le ore 20 Moscardelli gli invia i numeri, dopodiché, qualche minuti dopo, Rainone contatta prima Tomao e, dopo poco, Di Domenico accordandosi per un “pensierino” in vista dell’esame”. Il riferimento al concorso è chiaro, ha ribadito De Luca.
“Si comprende che Moscardelli ha parte attiva affinché Tomao e Di Domenico abbiano le domande per il concorso del giorno dopo”. Successivamente, gli inquirenti cercano di comprendere quale fosse la ragione di ciò: “Perché un importante politico da tempo si muova per contattare il dirigente dell’Asl Rainone. In una intercettazione i due parlano del concorso e Rainone gli chiede: “Quando pensi di avere delle novità?”. Rainone puntava alla dirigenza amministrativa dell’Asl di Latina e Moscardelli lo rassicurava.
“Noi comprendiamo – ha detto De Luca – che Rainone sollecita un interessamento di Moscardelli per arrivare alla funzione di direttore amministrativo dell’Asl”. Il pubblico ministero lo dice chiaramente: “Rainone contattava Moscardelli affinché perorasse la sua causa per raggiungere il posto di dirigente amministrativo. Era una persona ambiziosa, ci teneva a sviluppare la sua carriera all’interno dell’Asl”.
“È un terreno scivoloso – ha sottolineato il pubblico ministero – proprio le nomine di dirigenti dell’Asl sono di per sé un terreno scivoloso. Ci sono tanti politici locali che si occupano di sanità, in quanto la gestione di essa è la prima competenza regionale. Vi è necessità di concertazione tra amministrazione e politica. L’assessore regionale non può sapere se Rainone è la persona giusta. Non voglio demonizzare questa fase tra politica e amministrazione, ma è qui che si misura le condotte delle persone. Se tu in una telefonata segnali due persone per un concorso – ha detto De Luca riguardo a Moscardelli – allora è diverso. È proprio lui ad avercelo detto quando è stato esaminato nel processo. È chiarissimo come i due – Moscardelli e Rainone – si accordino. Il giorno prima dell’esame il presidente di Commissione palesa di favorire oltremodo Tomao. Tra i due – Moscardelli e Rainone – c’è un accordo illecito. La Asl di Latina non faceva concorsi da anni e questo è il modo in cui Rainone, che ambiva al ruolo di direttore amministrativo, ha gestito i due concorsi”.
In cosa si sostanzia l’attività di Moscardelli? “Lui va a sollecitare l’assessore regionale Alessio D’Amato e l’allora direttore generale dell’Asl di Latina, Silvia Cavalli. Entrambi ci dicono che sono stati contatti fuori luogo. Cavalli ci spiega di aver detto a Rainone di fare un passo indietro. È qui che si presenta Moscardelli con cui hanno un colloquio. È l’allora segretario provinciale del Partito Democratico a dire a Cavalli di temporeggiare e poi dice che Rainone farà un passo indietro, però non nominare il direttore amministrativo, al massimo fai una nomina ad interim. È la Cavalli a dirci che l’incontro è fuori dalle normali modalità di rapporto, tanto da non accettare questa proposta e nomina il suo direttore amministrativo”.
Analogamente anche l’ex assessore regionale D’Alessio racconta un episodio avvenuto: “Poco prima di una riunione in cui si sarebbe stato anche Moscardelli, i due consiglieri regionali Forte e La Penna mi chiedono di vederci prima e rappresentarono una presa di distanza dalle dichiarazioni pubbliche rilasciate da Moscardelli che aveva criticato la sospensione del concorso da parte della Asl. Anche gli altri attori politici sulla nomina del direttore amministrativo dell’Asl comprendono che Moscardelli stava avendo dei comportamenti fuori dall’ordinario”.
Quando Moscardelli dice a Cavalli “che l’indagine penale non porterà a nulla, sa come Rainone ha gestito il concorso di Tomao e Di Domenico. A mio parere – ha scandito De Luca – non c’è una lettura trasparente per cui la Asl andasse in mano a gente capace e volenterosa. Tutto passava per questo tipo di gestione: quando si fa un concorso, si fa un concorso”. Il pubblico ministero ricorda anche dell’interessamento per Tomao affinché fosse spostato nella sede Asl di Formia: “Ci tengo tantissimo, dice a Rainone”.
Dopo la requisitoria sono iniziati gli interventi delle parti civili che hanno chiesto, a differenza del pm che ha escluso il capo 2 delle accuse, la condanna per tutte le imputazioni. A seguire le arringhe difensive. Il primo a parlare è stato l’avvocato Luca Giudetti che ha chiesto l’assoluzione per Mario Esposito in quanto l’uomo non avrebbe avuto nessun interesse a favorire alcun partecipante al concorso, non avendo legame o parentele.
È l’avvocato Leone Zeppieri, invece, a citare per il suo assistito, Claudio Rainone, la cosiddetta sentenza “Cavallo” della Corte di Cassazione che ha sancito la non utilizzabilità delle intercettazioni contenute in un procedimento diverso da quello per cui si procede. Il legale, infatti, ha fatto menzione a una circostanza nota: alcune intercettazioni contenute nell’indagine e acquisite al processo erano state captate dagli investigatori della Squadra Mobile di Latina che indagavano sul clan Di Silvio (indagine Movida sulla famiglia del Gionchetto). In una di queste intercettazioni si profilavano alcune presunte pressioni da parte di appartenenti al clan nei confronti di dirigenti Asl, tra cui Rainone. Peraltro, emerse che un uomo legato alla famiglia ambisse a fare da guardiania presso la sede dell’Asl di Latina. Da queste intercettazioni partì l’indagine della Polizia sull’Asl di Latina, poi unita a quella della Guardia di Finanza. Anche l’avvocato Zeppieri, come come il collega Stefano Mancini, hanno chiesto per Rainone l’assoluzione. A parlare per ultimo è stato l’avvocato difensore di Moscardelli, Renato Archidiacono, che ha chiesto l’assoluzione per il proprio assistito.
Oggi, 12 dicembre, la sentenza di primo grado di un processo atteso dal mondo della politica, considerato che Moscardelli è stato per anni l’uomo di punto del Partito Democratico in provincia di Latina.
