Un immobile abusivo e una confisca a metà: queste le motivazioni che hanno portato la Giunta Coletta a rinunciare ai progetti previsti per due terreni appartenuti rispettivamente ai Di Silvio e ai Ciarelli
Uno dei terreni si trova in Via della Luna, nel mezzo del rione Pantanaccio, un tempo roccaforte dei Ciarelli (ma per loro lo è tuttora), simbolo di un potere malato che si è irradiato per anni nella città di Latina.
L’altro si trova al Gionchetto, in Via Moncenisio, altro quartiere caldo, dove a farla padrone ci sono i gemelli dei Ciarelli, l’altro clan di origine nomade che ha imperversato nella città, solo fiaccato dagli arresti degli ultimi anni: i Di Silvio.
Basti pensare che proprio in questa via, solo qualche mese fa, uno dei giovanissimi della famiglia ha sparato dei colpi di pistola finendo dietro le sbarre di Via Aspromonte: trattasi di Ferdinando “Pescio” Di Silvio, figlio di Patatatone e nipote di Ferdinando il Bello. Nella strada, inoltre, abita anche la famiglia del boss, quel Giuseppe “Romolo” Di Silvio che sta scontando la sua condanna, in concorso col nipote Patatone, per l’omicidio avvenuto in quel terribile gennaio 2010 (la c.d. Guerra Criminale) quando a Latina si sparava, ammazzava e gambizzava.
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Ebbene, dopo le confische e in seguito alla decisione presa dalla stessa Giunta Municipale guidata da Coletta, il 22 novembre 2018, di acquisire al patrimonio comunale i due terreni, si pensava che potessero essere convertiti uno (il terreno agricolo in via Moncenisio) in un Progetto di inclusione Sociale, l’altro (il terreno in Via della Luna) “ad utilizzo perequativo finalizzato al completamento di servizi e di Piani urbanistici e/o ai fini istituzionali seguenti beni immobili, già confiscati“.
Sembrava cosa fatta, ma, oggi, la Giunta Coletta si è resa conto che per i due terreni c’era qualcosa che non andava.
Nel corso delle verifiche propedeutiche alla predisposizione di un Progetto di inclusione sociale – si legge nella delibera – è stata accertata la presenza sul terreno agricolo di Via Moncenisio di un immobile abusivo, la cui consistenza impedisce di poter utilizzare il terreno stesso per le finalità per le quali l’Amministrazione comunale aveva espresso la volontà di acquisizione.
Per Via della Luna, invece, è emerso il fatto che il terreno è confiscato solo per metà, al 50%.
Due particolari piuttosto curiosi perché già noti al momento della confisca e quando fu esplicitata, con provvedimento amministrativo, la volontà di acquisirli al patrimonio del Comune. Possibile che rispuntino solo oggi, con una delibera che manifesta il disinteresse amministrativo per i due beni appartenuti ai due Clan della città?
Un disinteresse che, però, prima di essere freddamente burocratico, rischia di diventare morale. Una decisione spiazzante quella della Giunta, nel giorno stesso in cui si è approvato nel medesimo consesso lo studio di fattibilità tecnica relativo Progetto Upper che prevede, tra i tre progetti dei parchi produttivi, quello a Campo Boario in un’area simbolo, un tempo, di un ulteriore potere malato che coinvolgeva un’altra frangia dei Di Silvio.
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