CASO PAKY E REVENGE PORN, CODICI: “LATINA NON DIVENTI COME CAIVANO O PALERMO”

L’associazione dei consumatori “Codici” sul caso Paky e il revenge porn: “Latina non può diventare come Palermo o come Caivano”

“Alcune sere fa presso lo stadio comunale di Latina si è tenuto un concerto di musica rap, durante il quale uno degli artisti ha pesantemente e gratuitamente insultato l’Arma dei Carabinieri.

Codici, innanzitutto, non può che esprimere la massima solidarietà e vicinanza all’Arma benemerita ed a ciascuno dei suoi appartenenti, offesi in maniera pesante da un soggetto che ha approfittato della sua presenza dinanzi ad un pubblico giovane e numeroso per esprimere idee che, evidentemente, fanno parte del suo pensiero profondo e che, molto probabilmente, cerca di veicolare ad altri soggetti, forse sperando della sua influenza su menti deboli ed in troppi casi facilmente plagiabili.

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Non è la prima volta che a Latina accadono episodi del genere anche se, in precedenza, gli autori pubblicarono attraverso canali social il video delle loro invettive contro le Forze dell’Ordine.

Codici auspica che nei confronti di certi soggetti siano prese le giuste iniziative di legge e si augura che la Magistratura sappia assumere le misure punitive per la difesa, da un lato, della legalità ed evitare il diffondersi di certi comportamenti  tendenti alla disgregazione dei principi fondanti di ogni democrazia e, dall’altro, per tutelare gli addetti delle Forze dell’Ordine, impegnati ogni giorno, anche a costo della loro stessa vita, a tutelare la sicurezza e lo stesso ordine democratico della nostra Repubblica.

Appare evidente, infatti, che, in caso contrario, la tolleranza nei confronti di quello che è accaduto a Latina ed anche altrove, potrebbe costituire da lasciapassare per soggetti sempre più in cerca di notorietà e, proprio per questo, sempre più spregiudicati sino a giungere, a lungo andare, ad allargare e diffondere i loro messaggi dispregiativi sin verso le più alte Istituzioni costituzionali, magistratura compresa.

A questo proposito, secondo Codici Latina, si rende indispensabile anche una opportuna vigilanza da parte della Polizia Postale, al fine di individuare e reprimere sia la diffusione di immagini a chiaro riferimento sessuale, senza il consenso dei soggetti ripresi (meglio noto come “revenge porn) che i messaggi inneggianti a comportamenti antisociali e finanche di incitazione a commettere atti autolesionistici, spesso effettivamente verificatesi, persino con esito fatale.

A questo proposito, Codici non può esimersi dal commentare con la massima preoccupazione l’episodio che ha visto presunti amici di una giovane ragazza che, approfittando di un suo stato di semincoscienza ne hanno ripreso con il telefonino le parti intime, diffondendone il video.

Si tratta di episodi che non possono essere presi alla leggera e visti come casi isolati e trattati come tali: Latina non può diventare come Palermo o come Caivano.

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Assistiamo, infatti al propagarsi di episodi di degrado morale e civile crescente, nei confronti dei quali occorre agire con tempestività perché, ad avviso di Codici, perdere ulteriore tempo porta non soltanto all’incancrenirsi del decadimento delle coscienze ma anche alla sottavalutazione di ciò che ci accade intorno perché, come affermò l’ex prefetto di Latina Giuseppe Procaccini “anche al degrado ci si abitua” e Latina ed i suoi abitanti non possono e non devono abituarsi al degrado, sotto nessuna forma.

Per questo motivo Codici auspica non soltanto che venga sollevato al massimo livello l’attenzione delle Autorità preposte alla vigilanza sulla sicurezza pubblica ma anche che il Comune voglia investire in questo senso con l’attivazione finalmente di un efficace sistema di videosorveglianza che consenta l’intervento tempestivo delle Forze dell’Ordine durante il compiersi di azioni penalmente rilevanti invece che a dover limitarsi ad esaminare fotogrammi o filmati (ammesso che ne esistano, vista la nota carenza sotto questo profilo) a posteriori per la ricerca e l’eventuale rintraccio degli autori di reati anche gravi quando costoro, spesso, sono già uccel di bosco”.

Lo spiega, in una nota, l’associazione “Codici”.

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