ATTENTATI A SINDACO E VICE-SINDACO DI SERMONETA: CONDANNATO GENTILE, FU LUI IL MANDANTE

Giuseppina Giovannoli, sindaco di Sermoneta

Attentati incendiari a Sindaco e vice Sindaco di Sermoneta: condannato l’ex Presidente della Pro Loco

Si è concluso il processo che vedeva coinvolto il sermonetano Giuseppe Gentile (60 anni), accusato di essere il mandante degli attentati incendiari che colpirono le auto del sindaco di Sermoneta Giuseppina Giovannoli e dell’allora vice sindaco Maria Marcelli.

A gennaio scorso, un difetto di delega all’avvocato difensore Luca Giudetti da parte di Giuseppe Gentile aveva impedito al giudice monocratico Clara Trapuzzano di entrare in camera di consiglio e stabilire la condanna o l’assoluzione dell’ex Presidente della Pro Loco sermonetana. Gentile, giudicato col rito abbreviato condizionato, in un primo momento si era visto respingere questa possibilità; poi, una volta accolto il rito abbreviato condizionato dal giudice, avrebbe dovuto fare una procura speciale all’avvocato difensore Luca Giudetti. Un passaggio che, invece, non era stato perfezionato tanto che il processo era stato rinviato a oggi, 28 febbraio, quando ancora non era chiaro se si dovesse arrivare a sentenza oppure addirittura ripetere il dibattimento con requisitoria del Pm, parti civili e arringhe difensive. Come noto le parti civili costituitesi in giudizio sono la sindaca di Sermoneta, Giuseppina Giovannoli e il fratello di quest’ultima, Romeo Giovannoli, difesi dall’avvocato Alessandro Mariani, più il Comune, assistito dall’avvocato Massimiliano Loi

Un ostacolo superato, quelle del difetto di delega, in ragione del fatto che il giudice Trapuzzano ha emesso la sentenza di condanna a carico di Giuseppe Gentile, personaggio già noto alle cronache giudiziarie e titolare di una carrozzeria a Latina Scalo. Una condanna ancora più pesante quella emessa oggi, rispetto alla richiesta del Pubblico Ministero Martina Taglione che si era fermata a 3 anni e 6 mesi. Gentile, invece, è stato condannato a 4 anni e 4 mesi, con interdizione perpetua ai pubblici uffici e un risarcimento del danno da valutarsi. Inoltre, il giudice Trapuzzano ha disposto anche una liquidazione ammontante a 8500 euro per ciascuna delle tre parti civili.

La vicenda processuale degli attentati ai vertici amministrativi di Sermoneta è piuttosto articolata: i tre imputati, infatti, sono stati processati separatamente. Il 26 aprile 2021, Emanuel Poli, uno degli accusati di aver dato fuoco alle auto riconducibili al vice-sindaco Maria Marcelli (due volte) e al Sindaco di Sermoneta Giuseppina Giovannoli, è stato condannato a quattro anni di reclusione dal Giudice dell’udienza preliminare per incendio e violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti. In seguito, a dicembre 2022, la Corte d’Appello ha ridotto la pena per Poli a 2 anni e 4 mesi di reclusione che si è visto riqualificare il reato da incendio a danneggiamento.

Questa è stata la pronuncia nei confronti di Emanuel Poli, cognato del latinense Giovanni Bernardi accusato anche lui di essere l’attentatore di un solo episodio incendiario, quello consumato a febbraio 2020 ai danni dell’auto dell’allora vice sindaco di Sermoneta, una Range Rover Evoc attinta dalle fiamme il 7 febbraio 2020. Nel frattempo Bernardi fu arrestato, prima del secondo attentato avvenuto il 22 febbraio dello stesso anno contro la Jeep Suzuki del figlio del vicesindaco Maria Marcelli, per aver commesso un paio di rapine insieme a una batteria composta da lui e altri due siciliani per cui sono stati condannati a 4 anni e 8 mesi lo scorso marzo 2021. Il processo per Bernardi, rispetto ai fatti di Sermonenta, non è ancora e si svolge con rito ordinario.

Il mandante di quegli attentati, secondo il sostituto procuratore di Latina Martina Taglione, che ha coordinato le attività investigative dei Carabinieri (Latina, Aprilia e Sermoneta), è per l’appunto l’ex Presidente della Pro Loco di Sermoneta Giuseppe Gentile. Per gli inquirenti, Gentile avrebbe ingaggiato i due – Poli e Bernardi – per un senso di rivalsa nei confronti di Sindaco e vice-Sindaco che lo avrebbero escluso da alcune iniziative della città come la fiera di San Michele. Il suo proposito, secondo i militari dell’Arma che hanno indagato sulla vicenda, era quello di far dimettere le due amministratrici.

Entrambi – Bernardi e Gentile – hanno dovuto rispondere, come Poli, di incendio e violenza o minaccia ad un Corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti.

Ora la convinzione degli inquirenti è anche quella del Tribunale di Latina. Fu Gentile a far bruciare le auto della Sindaca e del fratello.

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