ASSORBIRE CO2, QUANTI ALBERI DA PIANTARE A LATINA E IN PROVINCIA?

albero polmoni

Gli alberi sono l’unica via percorribile per tamponare nel breve periodo l’eccesso di CO2 di origine antropica presente nell’atmosfera. Una soluzione del genere deve essere seguita da vere e proprie inversioni a u nella concezione dei modelli economici, industriali, urbanistici, ambientali e di mobilità. L’approccio non deve essere quello del ridurre, ma quello del cambiare paradigma.

Piantare alberi per ripristinare un evidente scompenso tra inquinanti e purificatori, armonia che dovrà eguagliare l’equilibrio pre-industriale e poi anche superarlo.

Nuove distese di alberi saranno decisive per invertire la rotta che sta aggravando la degradazione dell’equilibrio atmosferico e, di conseguenza, la sopravvivenza della specie animale, vegetale e umana. Ma come dare l’idea della mole di alberi che dovranno essere piantati?

verde urbano

METRO DI MISURA: QUANTI ALBERI CI SONO DEL PARCO DEL CIRCEO?

In provincia di Latina esiste un punto di riferimento probabilmente noto alla stragrande maggioranza dei pontini, e si tratta dell’area boscata del Parco Nazionale del Circeo. L’intera area protetta ha un’ampiezza di 8000 ettari, di cui 4000 sono ettari boscati. Non si conosce l’esatto numero degli alberi presenti nel bosco del Circeo perché, ad oggi, non è mai stato effettuato un censimento per fotografare l’esistente, vista anche la mutevolezza di un contesto boschivo naturale in cui ci sono alberi che crescono e alberi che cadono. 

Dati del genere non sono ancora mai stati calcolati dall’Ente Parco, ma non è detto che questo tipo di informazioni non rappresentino comunque uno spunto per valutazioni strategiche. La tempesta di Vaia dello scorso anno, in cui sono caduti 14.000.000 di alberi tra Trentino- Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Lombardia ha comportato una perdita media di 35.000 alberi circa per ciascun km2 dei 410 coinvolti, episodio, seppur spiacevole, che però riesce ad esprimere una certa densità arborea dei boschi montani. Anche l’agricoltura suggerisce un dato che rimane nelle decine di migliaia di alberi per chilometro quadrato: la piantumazione di ulivi suggerita per un ettaro ammonta a 250 unità (25.000/km2). Va detto che ogni albero ha le proprie forme e dimensioni, il che determina una differenza nella densità delle piante in una determinata area.  

Scorcio di uno dei boschi del Parco Nazionale del Circeo

Prendendo arbitrariamente come riferimento i valori dell’ecatombe di alberi nel nord-est, si potrebbe pensare che la cassaforte verde del Circeo (tra bosco di Sabaudia e e quello sul promontorio) conti all’attivo un numero di alberi non così lontano dal 1.500.000. È da specificare che queste sono stime molto approssimative, ma che, grossomodo, aiutano a dare un’idea dell’ordine di grandezza da considerare. Non migliaia di alberi, non decine né centinaia di migliaia, ma una cifra che potrebbe aggirarsi attorno al milione

Questa prospettiva concede la possibilità di comprendere che per piantumare un numero consistente di alberi c’è bisogno di creare e recuperare spazi da riempire con alberi e piante, e la realizzazione di questo progetto spetta alla politica. Chi non ci riesce è perché non ci ha nemmeno provato. 

L’estensione complessiva boscata che ricade nel perimetro del Parco Nazionale del Circeo è di 4000 ettari su un totale di 8000 ha di area protetta

ALBERI DA PIANTARE A LATINA E IN PROVINCIA

Innanzitutto, partire dalla cifra mondiale indicata da Stefano Mancuso, neurobiologo vegetale di fama mondiale che dirige il Laboratorio Internazionale di Neurobiologia Vegetale (LINV) dell’Università degli Studi di Firenze, presso la quale è Professore. Il neurobiologo Mancuso parla di 1.000 miliardi di alberi da piantare nell’immediato su scala globale.

L’estensione della provincia di Latina corrisponde a 2256 km2 così che, dall’Agro al sud pontino, dovrebbe riuscire a farsi carico della crescita di 15.000.000 nuovi alberi, milione più milione meno, per la sua quota parte mondiale.

La portata di un’innovazione del genere in una città come Latina, ad esempio, la cui area comunale si estende per 277 km2, comporterebbe la piantumazione di 1.500.000 di alberi, pari alla superficie boschiva totale del bosco di Sabaudia insieme a quello sul promontorio del Circeo. Sarebbe impossibile piantare più di un milione di alberi nell’area comunale di Latina, città che presenta già una scarsa percentuale di verde pubblico?

Che siano davvero 15 milioni gli alberi da spalmare in tutta la provincia e 1 milione e mezzo quelli in carico al Comune di Latina, è ovvio che bisognerebbe seguire un piano ben preciso, che indichi le zone sature, quelle che non si prestano, quelle che potrebbero essere riconvertite e quelle immediatamente papabili. Anche per scegliere gli alberi più adatti ad una determinata zona con caratteristiche climatiche proprie, ci vuole la dovuta preparazione. Come Shubhendu Sharma, un rampante ingegnere della Toyota che un bel giorno ha deciso di mollare tutto per diventare un esperto di alberi e riforestazione. Shubhendu, seguendo una tradizione nipponica, gira il mondo per ricreare boschi autosufficienti in soli 10 anni, quando pare ne servano 100 in natura per raggiungere il livello di autosostenibilità.
Queste sono considerazioni che tutto il mondo si appresta a fare, anzi c’è qualcuno che ha già iniziato.

C’è da dire che molte delle città pontine, dai tempi della loro fondazione, si trascinano un grande debito nei confronti della flora locale. Per far posto ai nuovi insediamenti e alla nascente agricoltura intensiva delle varie piane pontine sono stati eradicati a tappeto molti boschi millenari autoctoni: la Macchia della Vozza era un bosco che andava da Fogliano – passando per Borgo Grappa e Bella Farnia – fino a degradare verso Sabaudia in lunghezza e sul versante pedemontano in larghezza; tra Sabaudia, San Felice e Terracina fino ai monti Ausoni sorgeva la imponente Selva di Terracina, grande foresta di cui ne rimane un piccolo spicchio che corrisponde al bosco di Sabaudia, annesso al Parco Nazionale; anche la piana di Fondi, dove migliaia di anni fa prosperavano le viti Cècube maritate ai pioppi, è stata fortemente modificata da distese di serre e appezzamenti di uno stile agricolo che, seppur di eccellenza, risponde a logiche insostenibili dal punto di vista ambientale. 

È vero che gli ipotetici 15 milioni di alberi da piantare nella provincia di Latina sono stati calcolati per grandi linee, ma, in fondo, questa cifra corrisponde a 10 volte l’estensione boscata del Parco del Circeo: in un contesto di riscaldamento globale, di sconvolgimenti climatici e di fenomeni atmosferici sempre più estremi, il moltiplicare di alberi e boschi per assorbire quanta più CO2 possibile non appare come una manovra poi così inattuabile, impossibile e, soprattutto, inutile.

Sarebbe come far riscuotere agli ecosistemi locali quel credito che, a quanto pare, necessita proprio di essere soddisfatto.

Articolo precedente

APRILIA, FISSATA UDIENZA DI APPELLO PER L’OMICIDIO DI LUCA PALLI

Articolo successivo

PRIVERNO, QUINTALI DI ETERNIT SULLE SPONDE DEL FIUME AMASENO

Ultime da Attualità