ANTIMAFIA, ECCO COSA DICE LA DIA SULLA PROVINCIA DI LATINA: INFILTRAZIONI E CLAN

Nel­la gior­na­ta di ieri 12 apri­le è sta­ta pub­bli­ca­ta la Re­la­zio­ne se­me­stra­le del­la DIA pre­sen­ta­ta dal Mi­ni­stro del­l’In­ter­no e re­la­ti­va ai fe­no­me­ni di cri­mi­na­li­tà or­ga­niz­za­ta di tipo ma­fio­so del I se­me­stre del 2022. Ecco la situazione della provincia di Latina

La Direzione investigativa Antimafia conferma la presenza sul territorio pontino di presenza camorristiche, ‘ndranghetiste e di clan autoctoni di origine rom. Non sfugge un particolare inquietante. Nella sezione in cui si parla del foggiano, al momento una delle terre dove le cosche hanno impresso di più la loro presenza, viene segnalata la presenza di un affiliato al “potente clan Ciarelli-Di Silvio”. Si tratta dell’Alto Tavoliere, a San Severo, che si confermerebbe epicentro delle dinamiche più significative di quel territorio e fulcro del programma di espansione territoriale della potente batteria mafiosa foggiana MORETTI-PELLEGRINO-LANZA, grazie al legame storico con il clan LA PICCIRELLA.

Da non sottovalutare l’aspetto delle infiltrazioni di capitali sporchi da parte delle consorterie. Uno spaccato che spesso non si vede ma che si riflette drammaticamente nell’economia delle città. Un importante indicatore dei possibili tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nei canali dell’economia legale è costituito dal sensibile incremento dei profili di anomalia riscontrati nelle movimentazioni e nelle transazioni finanziarie.

Nel primo semestre 2022, infatti, Roma raggiunge le 8.365 segnalazioni (erano 7.761 e 7.391, rispettivamente, nel I e II semestre 2021), Latina 486 (contro le 452 pervenute in ciascuno dei due semestri precedenti), Frosinone 343 (335 e 296 erano pervenute, rispettivamente, nel I e II semestre 2021), Viterbo 191 (180 e 168 erano pervenute, rispettivamente, nel I e II semestre 2021). Rieti, invece, con 84 segnalazioni presenta dati in diminuzione (erano 108 e 93 le segnalazioni, rispettivamente, del I e II semestre 2021).

Ad ogni modo, nella provincia di Latina, il traffico di stupefacenti resta l’attività illecita più lucrosa per le consorterie criminali attive in quell’area le quali, sfruttando la strategica posizione geografica, accedono agevolmente alle molteplici rotte di approvvigionamento più difficili da intercettare.

Nel capoluogo pontino permangono anche le infiltrazioni in proiezione di clan camorristici, nonché di cosche di ‘ndrangheta che, talvolta, si affiancano alle consorterie locali creando eterogenee formazioni criminali difficilmente distinguibili.

Anche nel territorio di Latina e provincia il traffico di stupefacenti resterebbe la più redditizia attività illecita per le consorterie presenti. Un’attività che, grazie alla posizione geografica, risulta agevolata della possibilità di accedere a flussi di smercio difficili da intercettare. I quasi 100 chilometri di costa del litorale laziale vicino Latina, offrono infatti la possibilità di disporre di numerosi punti di approdo, assicurando una capacità di smistamento.

Nel basso Lazio si confermano le infiltrazioni di clan camorristici quali MOCCIA, CASALESI, BARDELLINO, MALLARDO, GAGLIARDI-FRAGNOLI, RICCI, DI LAURO, POLVERINO e LO RUSSO, nonché di cosche di ‘ndrangheta come i TRIPODO-ROMEO, LA ROSA, BELLOCCO, ALVARO e COMMISSO, che si affiancano alle mafie autoctone creando talvolta un complesso reticolo di formazioni e dinamiche criminali.

Non a caso, ad esempio, nel gennaio 2021 la Corte d’Appello ha riconosciuto “l’identità mafiosa” del gruppo DI SILVIO capace di esprimere un condizionamento sociale e un assoggettamento tipici di quei contesti associativi tradizionali, grazie anche a un prestigio criminale acquisito nel tempo.

Una connotazione riconosciuta anche ad altri gruppi, come i TRAVALI e i CIARELLI, dediti all’usura e alle estorsioni, nonché al narcotraffico e ad ulteriori attività illecite.

Proprio l’accresciuta capacità criminale di queste realtà – motiva la relazione Dia – consente loro di trattare in posizione paritetica con le altre tradizionali consorterie mafiose, esprimendo una notevole forza intimidatrice che rappresenta uno strumento di affermazione criminale.

Si ricorda che nell’ambito dell’operazione “Reset” del febbraio 2021, condotta dalla Polizia di Stato e coordinata dalla DDA di Roma, sulla scorta anche delle dichiarazioni rese da alcuni collaboratori di giustizia, era emerso un complesso scenario di estorsioni, usura, detenzione di armi, nonché una consolidata attività di spaccio di stupefacenti che aveva la principale base nei c.d. “Palazzoni” del quartiere di Nuova Latina e che taluni esponenti del gruppo TRAVALI- DI SILVIO tentavano di gestire, secondo le risultanze investigative, perfino dall’interno del locale istituto di reclusione. Per le 31 persone coinvolte a vario titolo nella predetta attività d’indagine e ritenute “vicine” all’organizzazione attiva nel capoluogo pontino, il 17 gennaio 2022, è stato disposto il rinvio a giudizio.

Fra gli episodi contestati si cita anche un omicidio risalente al marzo 2014. L’associazione, in particolare, sarebbe stata in grado di rifornire le diverse tipologie di droga (cocaina, marijuana e hashish) alle piazze di spaccio di Latina, Sezze, Cisterna e Aprilia, e sarebbe stata anche in rapporti con altri clan e narcotrafficanti attivi in quelle zone.

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Inoltre, il 20 aprile 2022, in un contesto criminale non molto distante da quello sopra descritto con i soggetti facenti capo ai citati TRAVALI-DI SILVIO, la Polizia di Stato e i Carabinieri hanno dato esecuzione, nell’ambito dell’operazione “Status quo”, a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Roma, su disposizione della locale DDA, a carico di 8 soggetti per spaccio di sostanze stupefacenti, lesioni personali e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.

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Il 24 maggio 2022, nell’ambito dell’operazione “White Fruit 2019”, la Guardia di finanza e la Polizia di Stato hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 11 soggetti facenti parte di un’associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti e ritenuti responsabili di tentato omicidio, sequestro di persona a scopo di estorsione, nonché detenzione di armi. Le indagini, avviate nel 2019 in seguito all’arresto di un pusher campano, consentivano di individuare un esercizio commerciale a Formia al centro dell’attività di spaccio.

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Il 25 maggio 2022 i Carabinieri, su richiesta della Procura di Cassino, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare a carico di 8 persone per spaccio di sostanze stupefacenti sull’isola di Ponza, nonché a Roma e in alcuni comuni della provincia di Napoli.

Il 15 giugno 2022, la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento restrittivo a carico di 15 persone appartenenti al clan CIARELLI di Latina per estorsione, truffa, violenza privata, danneggiamento e lesioni aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di agevolare l’associazione mafiosa. Le indagini sono state avviate anche a seguito di alcune dichiarazioni rilasciate da collaboratori di giustizia che segnalavano numerose estorsioni da parte di soggetti tratti in arresto i quali continuavano, nonostante il regime detentivo, a veicolare minacce e indebite pretese inviando messaggi sui social network a imprenditori, commercianti e ad altri cittadini.

Nel semestre di riferimento, il panorama criminale pontino risulta caratterizzato anche da attività di contrasto a varie forme di reati finanziari e tributari, nonché ad episodi di corruttela.

L’8 febbraio 2022 la Polizia di Stato su disposizione della DDA di Roma, ha proceduto al sequestro di un patrimonio di un imprenditore di Latina, Luciano Iannotta, costituito da 37 società (di cui 4 nel Regno Unito e 2 in Moldavia), 119 fabbricati, 58 terreni, 55 veicoli, un’imbarcazione e 72 rapporti finanziari del valore complessivo di circa 50 milioni di euro. Lo stesso imprenditore era stato arrestato nel 2020 per bancarotta fraudolenta, trasferimento fraudolento di valori, corruzione, autoriciclaggio, sequestro di persona ed estorsione aggravata dal metodo mafioso. Dalle indagini svolte era emerso che l’imprenditore aveva accumulato ingenti capitali nel corso degli anni grazie ai collegamenti con ambienti mafiosi radicati nel Lazio, tra Roma e Latina.

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Il 21 febbraio 2022, nell’ambito dell’operazione “Dune”, i Carabinieri hanno dato esecuzione a una misura restrittiva emessa a carico di 16 persone dal Tribunale di Latina, su richiesta della locale Procura della Repubblica. Il procedimento ha coinvolto, tra gli altri, anche amministratori, funzionari pubblici e imprenditori responsabili di corruzione, peculato e falso ideologico. Le indagini hanno riguardato anche concessioni demaniali rilasciate dal Comune di Sabaudia, con numerose attività balneari presenti sul quel tratto di litorale che avrebbero nel tempo beneficiato di agevolazioni. In base alle risultanze investigative, alcuni dipendenti pubblici sarebbero stati, di fatto, titolari di alcuni stabilimenti e chioschi interessati dalle attività investigative, avviate nel novembre 2019 a seguito di un incendio presso la centrale termica dell’Ente Parco Nazionale del Circeo. Inoltre, durante la fase dei preparativi alla Coppa del Mondo di canottaggio, programmata a Sabaudia per il 2020 e poi rinviata per l’emergenza sanitaria, sarebbero state favorite alcune ditte compiacenti sia nella realizzazione del campo di gara, sia nell’affidamento del servizio di manutenzione degli impianti di illuminazione pubblica.

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