AL KARAMA, TEDESCO SEQUESTRATO: CASSAZIONE CONFERMA CONDANNE

Corte di Cassazione, Roma
Corte di Cassazione, Roma

Tedesco sequestrato ad Al Karama ad aprile 2016: dopo 4 anni, condanne definitive dalla Corte di Cassazione per gli accusati

Già in Corte d’Appello, a Mirela Iordache e Baldovin Tomescu, accusati di aver rapito un meccanico tedesco e averlo tenuto segregato nel centro di Al Karama, fu confermato il sequestro di persona ma risultarono assolti per il reato di furto.

Il tedesco – secondo quanto ricostruito dagli investigatori Squadra Mobile di Latina – era stato attirato in un tranello e, poi, liberato nella notte tra il 24 e il 25 aprile del 2016 dagli stessi agenti di Polizia.

La vittima, un uomo che si sarebbe invaghito della Iordache, era stato rinchiuso in un container da dove era riuscito a dare l’allarme alla sorella tramite il cellulare. Il fatto di avere a disposizione un cellulare, fu uno uno degli elementi su cui le difese puntarono, evidenziando anche l’infatuazione del tedesco, che si era fatto migliaia di chilometri da Stoccarda per incontrare la Iordache con cui aveva avuto anche rapporti consenzienti confermati dall’imputata, e finire così ad Al Karama dove la donna era domiciliata.

In secondo grado le condanne furono ridotte a tre anni e dieci mesi per la Iordache e tre anni e due mesi per il complice, a fronte dei quattro anni e due mesi e i tre anni e mezzo di reclusione, emessi dai giudici della Corte d’Assise del Tribunale di Latina quando gli inquirenti avevano contestato anche il sequestro a scopo di estorsione, un reato che prevede una pena fino a 30 anni ma che alla fine era stato derubricato in sequestro di persona semplice.

Ieri la Corte di Cassazione ha confermato le condanne sia per la Iordache che per Tomescu: rispettivamente tre anni e dieci mesi per lei, tre anni e due mesi per il complice.

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