AL KARAMA. I NUOVI MODULI ABITATIVI CRITICATI DALLA ONLUS: “DECISIONE ANTISTORICA E DISCRIMINATORIA”

Nuovi moduli abitativi per i rom di Al Karama, l’Associazione 21 luglio scrive al Commissario Valente: “Discriminatorio”

Arrivano le prime critiche alla gestione amministrativa del Commissario Carmine Valente che, insediatosi al Comune di Latina dopo la nota sentenza del Tar che ha fatto decadere Sindaco e Consiglio Comunale, sta amministrando l’ordinario in attesa del 4 settembre, giorno in cui parte dei cittadini pontini saranno chiamati a votare nelle 22 sezioni. A finire all’attenzione è il provvedimento per Al Karama, i cui abitanti, di origine rom, sono stati trasferiti dal 2 luglio presso un capannone nel complesso dell’ex Rossi Sud su via Monti Lepini.

L’Associazione 21 luglio Onlus, con sede a Roma, è un’organizzazione non profit che supporta gruppi e individui in condizione di segregazione estrema e di discriminazione tutelandone i diritti e promuovendo il benessere delle bambine e dei bambini.

Il suo delegato, Paolo Carlo Stasolla, ha scritto al Commissario e all’Ufficio Nazionale Anti Discriminazione Razziali presso la Presidenza del Consiglio del Ministeri segnalando, rispetto alla scelta del Commissario, una situazione di “carattere discriminatorio nella realizzazione del nuovo insediamento monoetnico a Latina”.

Si riferisce alla delibera del Commissario con cui, disponendo una variazione dal Bilancio del Comune di Latina, ha stanziato la somma cospicua di 650mila euro per l’acquisto di moduli abitativi da piazzare nel nuovo campo di Al Karama, praticamente a due passi da dove, a Borgo Bainsizza, quello vecchio è andato a fuoco.

L’Associazione 21 luglio ricorda nella missiva che il 13 settembre 2021 “ha presentato presso la Camera dei Deputati il rapporto “Oltre il campo” nel quale vengono presentati i risultati di una ricerca nazionale che ha analizzato e comparato tra loro gli interventi con cui dieci Amministrazioni Comunali italiane hanno organizzato, promosso e concluso il processo di superamento di insediamenti rom”.

“Nel testo – prosegue l’Associazione – vengono presentate per Ia prima volta in Italia, sotto forma di “linee guida”, le modalità con cui a possibile pianificare e implementare politiche e interventi finalizzati al superamento di insediamenti rom e sinti”.

Lo scorso 7 aprile, l’Associazione “ha invece presentato in Senato il nuovo report digitale disponibile sul sito www.ilpaesedeicampi.it in cui vengono illustrate per la prima volta le informazioni base relative a ciascuno dei 121 insediamenti rom e sinti presenti in Italia”.

Ebbene, rispetto alla delibera che stabilisce l’acquisto dei nuovo moduli, l’Associazione ritiene che l’intervento si configura “a tutti gli effetti come la realizzazione di un nuovo insediamento monoetnico – anche se nelle intenzioni finalizzato ad offrire una risposta virtuosa ad una condizione emergenziale”. Un intervento, rincara l’Associazione, che “appare un’azione ormai riconosciuta universalmente, sia a livello nazionale che europeo, come discriminatoria e antistorica“.

A corroborare l’opinione dell’associazione una sentenza del Tribunale di Roma, datata 2015, che stabilisce il “principio di pari trattamento”, per di più la scelta del Commissario sarebbe “in contrasto con quanto raccomandato dalla Strategia Nazionale di Uguaglianza, inclusione e partecipazione di Rom e Sinti in attuazione della raccomandazione del Consiglio dell’Unione Europea del 12 marzo 2021. Al suo interno viene esplicitamente sottolineata l’urgenza di superare gli insediamenti monoetnici“.

Una decisione quella presa a Latina che per l’Associazione è “antistorica perché è ormai maturata tra gli amministratori pubblici italiana la consapevolezza che i campi rom vadano superati anche alla luce dell’importante esborso economico che la loro gestione comporta”.

“Per tale ragione al fine di illustrare in maniera più dettagliata l’importanza, la necessità, ma anche la possibilità concreta di superare definitivamente l’insediamento di Al Karama evitando la costruzione di una costosa e inutile nuova area monoetnica”, l’Associazione chiede un incontro al Commissario Valente.

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