Questa mattina, la Polizia di Stato di Latina ha eseguito le misure di custodia cautelare in carcere emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, su richiesta del sostituto procuratore della Repubblica, Giuseppe Bontempo, a carico di tre giovani, gravemente indiziati, a vario titolo, di tentato omicidio plurimo in danni di tre coetanei, nel corso di una violenta aggressione consumata a seguito di una rissa avvenuta nelle zone della movida latinense. Si tratta di Francesco Manauzzi (20 anni), Antonio Iustic (19 anni) e Mirko Iorio (19 anni), assistiti dagli avvocati Paolo Angeloni, Alessandro Farau e Claudio Visco.
Lo scorso 23 novembre, nella cosiddetta zona Pub di Latina, intorno alle 23 e 30, c’era stato un violento scontro tra i ragazzi di due gruppi “rivali”, a cui avevano partecipato una decina di giovani. Le fasi concitate della prima rissa erano durate meno di un minuto e subito dopo tutti i partecipanti si erano allontanati.
Trascorsi appena 15 minuti dal primo episodio, alcuni ragazzi, tra cui i tre già coinvolti in precedenza, erano tornati sul posto, questa volta, però, armati di un coltello e spalleggiati da altri amici. Prima di torna in Via Neghelli, il gruppo si era spostato in via Fratelli Bandiera, nei pressi del ristorante etnico, ossia il loro luogo di ritrovo.
Con l’intento forse di vendicare il precedente “sgarro”, a quel punto, il gruppo ha aggredito violentemente due dei giovani che avevano preso parte alla precedente rissa (un sedicenne ed un diciottenne), e nella confusione era stato attinto al collo anche un terzo soggetto, un minorenne, Matteo, che aveva semplicemente cercato di fare ragionare le parti.
All’arrivo delle volanti della Polizia, sul posto erano rimasti tre ragazzi tutti feriti con arma da taglio, uno di questi, il sedicenne, era rimasto gravemente ferito ed era stato trasportato in condizioni gravissime all’ospedale dove, in pericolo di vita, è stato sottoposto a numerosi interventi chirurgici.
Le indagini, immediatamente avviate dalla Squadra Mobile, guidata dal dirigente Guglielmo Battisti, hanno consentito di inquadrare nell’immediatezza il probabile contesto criminale in cui si era verificato il fatto: uno screzio tra giovanissimi gravitanti nel cosiddetto gruppo Colosseo, composto per lo più da minori, ed altri giovani facenti parti di un’altra “compagine”, il cosiddetto gruppo Q4.
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L’identificazione dei coinvolti e la ricostruzione delle singole condotte è stata particolarmente complessa. In particolare l’acquisizione delle testimonianze dei presenti, resa difficoltosa sia per la ritrosia, soprattutto iniziale, a collaborare con gli inquirenti, sia per l’assenza di conoscenza diretta dei membri del gruppo contrapposto. Determinanti in tal senso si sono rivelate invece le immagini degli impianti di video sorveglianza privata acquisite sul posto dagli investigatori.
L’identificazione dei sospettati della rissa e degli autori dell’accoltellamento, avvenuta da parte degli investigatori della Polizia di Stato, ha permesso di procedere alla perquisizione e al sequestro degli abiti dei presunti autori. Tale attività ha consentito di raccogliere ulteriori indizi a loro carico, a cui è seguito un intenso lavoro di analisi dei filmati di video sorveglianza e di comparazione delle stesse con i vestiti sequestrati.
Sarebbe stato Iorio a tirare fuori il coltello con cui sono stati feriti i tre giovani. Dopodiché sia Iorio che Manauzzi si sono recati anche loro al pronto soccorso del Goretti di Latina: il primo per capire quale fosse la situazione dei tre ragazzi feriti, il secondo per farsi curare le abrasioni causate dalla rissa. Manauzzi, alla fine, si recherà all’ospedale Icot.
All’esito dell’attività investigativa, la Squadra Mobile ha denunciato, a vario titolo, alla Procura della Repubblica di Latina e alla Procura dei Minori di Roma, 16 soggetti (nove dei quali minorenni), tra questi, i tre ragazzi tra i diciotto e diciannove anni, denunciati per tentato omicidio plurimo in concorso.
Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, valutate le risultanze investigative, ha emesso nei confronti dei tre indagati la misura della custodia cautelare in carcere, eseguita questa mattina dagli investigatori della Squadra Mobile.
Valutata la gravità dei fatti accertati e il pericolo di reiterazione, il Questore di Latina, Fausto Vinci, ha disposto ha carico dei 16 soggetti identificati dalla Polizia di Stato l’applicazione del cosiddetto DASPO Willy. I provvedimenti sono stati eseguiti da parte dei poliziotti della Divisione Anticrimine della Questura di Latina.
Appare particolarmente allarmante – conclude la nota della Questura di Latina – che i fatti di rilevanti gravità e il tentato omicidio, siano maturati in un contesto del tutto ordinario: nessuno dei 16 soggetti identificati e denunciati all’Autorità Giudiziaria era infatti mai emerso in attività di polizia, tutti i ragazzi coinvolti erano infatti incensurati.
“Il mio più sincero apprezzamento e riconoscimento, a nome dell’amministrazione che rappresento, alla Polizia di Stato di Latina per l’importante operazione portata a termine quest’oggi, che ha permesso di fare luce su quanto accaduto in zona pub lo scorso 23 novembre. Esprimo anche un forte plauso all’intero sistema giudiziario, che ha lavorato in sinergia con le forze di polizia, permettendo che le giuste misure cautelari venissero adottate tempestivamente. La mia preoccupazione, e quella dell’intera amministrazione, resta alta di fronte a questi episodi di violenza. La giovanissima età dei tre sospettati di tentato omicidio, nonché degli altri deferiti, e la notizia che nessuno fosse mai emerso in attività di polizia, è motivo di particolare allarme. Ciò ci ricorda che è essenziale lavorare insieme, istituzioni, famiglie e giovani, per prevenire il ripetersi di simili gravissimi episodi”. Così in una nota il sindaco di Latina Matilde Celentano.
L’interrogatorio dei tre giovani si svolgerà domani in carcere dinanzi al gip Giuseppe Cario.
Al link di seguito, le parole di Silvano Morandi, il padre del ragazzo accoltellato. Matteo, suo figlio, dopo un mese di ospedale, è tornato a casa il 24 dicembre. Due le operazioni ricevute dalle equipe Uoc di Chirurgia Generale del dottor Loreto Capuano e Uoc Anestesia Rianimazione e Anestesia del dottor Nania in seguito all’accoltellamento di Via Neghelli. Il ragazzo ha subito un intervento di embolizzazione e un’operazione di torsoctomia. Dopodiché il giovane è stato intubato e sedato. Una volta svegliato, lo scorso 11 dicembre, è stato trasferito al San Camillo di Roma per ricevere le cure al cavo toracico; successivamente, il 20 dicembre, è tornato al Goretti per finire il percorso di cura. Quattro giorni dopo la fine dell’incubo.