Sorgerà vicino agli impianti Sep e Sogerit, il nuovo impianto di trattamento e di recupero di rifiuti speciali ubicato nella zona industriale di Mazzocchio a Pontinia
A marzo 2020, il sindaco di Priverno, Annamaria Bilancia, il sindaco di Roccasecca dei Volsci, Barbara Petroni e il sindaco di Sonnino, Luciano De Angelis, avevano inviato una pec ufficiale al sindaco di Pontinia e Presidente della Provincia Carlo Medici con la richiesta in carta bollata di annullare in autotutela l’autorizzazione dell’ente di Via Costa che permetteva alla Think Green srl di Marasco e Sacchetti di realizzare un impianto di recupero e smaltimento dei rifiuti non pericolosi nella zona industriale di Mazzocchio. Terra, da ricordare, già interessata da anni pesanti dal punto di vista ambientale con l’impianto Sep (e il gemello Sogerit) della famiglia Ugolini sequestrato dall’Antimafia di Roma e tuttora in amministrazione giudiziaria con tanto di investimenti effettuati tramite fondi ministeriali.
Per quell’inchiesta denominata “Smoking Fields” – per l’appunto “campi fumanti” proprio perché il compost non a regola e inquinante, dopo essere sparso nei campi di Pontinia e altre città della provincia, letteralmente fumava – come noto, a maggio scorso, il giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Roma Angela Gerardi ha rinviato a giudizio 18 persone tra cui Ugolini senior e junior e l’ex dirigente della Regione Lazio nel settore rifiuti Luca Fegatelli. I reati contestati sono per tutti gli indagati concorso in traffico illecito di rifiuti, nonché, per alcuni di essi, anche il falso ideologico in atto pubblico nella predisposizione di certificati di analisi, abbandono di rifiuti e discarica abusiva, e infine l’intralcio all’attività di vigilanza e controllo ambientale.
Eppure, nonostante inchieste e appelli di amministratori pubblici, Mazzocchio, come Latina Tu scriveva già a febbraio 2020, avrà un nuovo impianto di trattamento di rifiuti speciali. Come non bastasse già l’impianto Sep ancora operante e che non smette di essere al centro delle proteste e delle denunce dei quattro Comitati del territorio da sempre molto attivi: “Mazzocchio”, “Boschetto Gricilli e Macallè”, “Pontinia Ambiente e Salute” e “Il Fontanile”.
La Ditta Think Green srl, in effetti, ha presentato domanda di autorizzazione unica per l’impianto a marzo 2019 e, a seguito della conferenza dei servizi conclusa positivamente il 14 febbraio 2020, pensava di essere al riparo da altre complicazioni.
La protesta dei primi cittadini di Sonnino, Roccasecca dei Volsci e Priverno avvenuta a marzo 2020 e l’emergenza Covid-19 hanno solo rallentato l’iter poiché la Provincia, lo scorso marzo 2021, ha indetto una nuova conferenza dei servizi per “effettuare un ulteriore approfondimento degli aspetti segnalati dai Comuni limitrofi”. Strano, peraltro, che a segnalare tali aspetti non sia stato il Comune di Pontinia il quale, per inciso, ospiterà l’impianto dei rifiuti nel suo territorio e il cui Sindaco è anche Presidente dell’Ente – la Provincia di Latina – che autorizza il medesimo impianto. Ma, come vedremo, almeno l’ente di Pontinia è stato coerente: favorevole sin dall’inizio all’impianto.
La nuova Conferenza dei Servizi è stata praticamente un doppione della prima conferenza dei servizi: assenso implicito dalla Regione Lazio, assenso senza condizioni da parte del Comune di Pontinia, assenso da parte di Asl, nessuna osservazione dal Consorzio per lo Sviluppo Industriale, via libera dal settore Ecologia e Tutela del Territorio della Provincia di Latina per quanto riguarda emissioni in atmosfera e scarico acque reflue. Solo l’Arpa Lazio ha presentato delle richieste con integrazioni documentali per la Ditta Think Green, la seconda delle quali pervenuta fuori i termini della Conferenza dei Servizi.
E i sindaci Petroni, Bilancio e De Angelis che avevano protestato con comunicati e una missiva ufficiale? Non pervenuti anche loro, non avendo presentato alcuna osservazione. Come fosse stato solo un polverone mediatico, spazzato via dal tempo e dall’iter amministrativo.
Via libera anche dalla Soprintendenza Archeologica che non ha riscontrato alcun interesse e dai Vigili del Fuoco che avevano avanzato perplessità sulle aree di stoccaggio del nuovo impianto di Strada Secondaria A5.
Bene, per Think Green, anche l’istruttoria tecnica redatta dall’ingegnere Andrea Tomasini e protocollata alla Provincia un settimana fa: il 14 luglio.
L’impianto che si estenderà su una superficie di 5380 mq può partire con una capacità produttiva di 12mila tonnellate di rifiuti all’anno. Le attività saranno di riciclo e recupero anche di sostanze organiche, rifiuti plastici, scarti inutilizzabili per il consumo e la trasformazione, toner di stampanti, polveri, trucioli, imballaggi in plastica, legno, metallici, ma anche contenenti residui di sostanze pericolose, assorbenti, filtri d’olio, metalli ferrosi, apparecchiature fuori uso, cemento, mattoni, batterie al piombo, mattonelle, miscele bituminose, rifiuti elettrici, residui della pulizia stradale eccetera.
Dopo le carte del collaudo e le garanzie finanziarie, Think Green potrà cominciare ad operare a Mazzocchio. Buon per loro, un po’ meno per i cittadini del territorio beffati, peraltro, da loro primi rappresentanti che protestano a mezzo stampa ma che, in atti, non producono nulla.
A margine, a Mazzocchio, è stato autorizzato anche il nuovo impianto fotovoltaico denominato “Pontinia Solare 2” la cui conferenza dei servizi si era conclusa positivamente lo scorso giugno. Ora, la società Sant’Anna srl di Milano ha ottenuto anche l’autorizzazione unica dalla Provincia di Latina, in data 20 luglio, per realizzare l’impianto pari a 10.471.52 Kw.
Si fa un gran parlare delle zone della provincia di Latina dove potrebbero sorgere la nuova discarica e i nuovi impianti che, per l’ennesima volta, nella giornata di ieri 22 luglio, l’Assessore ai Rifiuti regionale Massimiliano Valeriani è tornato a sollecitare. Nessuno degli amministratori pontini vuole la discarica sul suo territorio. A ben guardare Mazzocchio, basterebbe incanalare un iter autorizzativo tramite la richiesta di un privato per ottenere, tramite la tecnica e la burocrazia, impianti che la politica gioca a rifiutare.