SOLDI DI STATO ALLA SEP DI PONTINIA SEQUESTRATA DALLA DDA, ATTI E VISITA ALL’IMPIANTO NEGATI AI COMITATI

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Sep, l'impianto di compostaggio sito nell'area industriale di Mazzocchio
Sep, l'impianto di compostaggio sito nell'area industriale di Mazzocchio

I cittadini avevano chiesto di fare luce sul “piano di sviluppo” che utilizza fondi pubblici. Sep: i lavori sono “segreti” rigettata la richiesta dei Comitati. L’obiezione dell’amministratrice: “Nei documenti ci sono dati personali, i Comitati: “Ridicolo”

LA NOTA – I nodi vengono sempre al pettine. È così anche per la Sep (impianto di compostaggio di Mazzocchio, frazione di Pontinia) e per l’amministrazione giudiziaria che ne è alla testa, personificata dalla dottoressa Carmela Regina Silvestri. Un professionista del settore che da quando ha preso il posto dell’indagato Ugolini (ex proprietario della sequestrata Sep) si è sempre detta al fianco dei cittadini e desiderosa di mantenere i più ampi standard di  trasparenza durante il suo operato in Sep.

Evidentemente le sue erano parole al vento visto quanto accaduto negli ultimi mesi. Il 24 aprile scorso infatti il ministero per lo Sviluppo Economico ha concesso a Sep 1 milione 750 mila euro per eseguire dei lavori all’interno dello stabilimento seguendo un preciso “piano di sviluppo”.

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I rappresentanti dei cittadini riuniti nei comitati di Mazzocchio, Boschetto Gricilli Macallè, Il Fontanile e Pontinia Ambiente e Salute, hanno chiesto, prima bonariamente poi attraverso un pubblico accesso agli atti, di poter conoscere se non i dettagli quantomeno l’indirizzo generale di questo piano di sviluppo

Pochi giorni fa la sorpresa: a opporsi all’accesso agli atti effettuato al ministero dello Sviluppo Economico è stata proprio la dottoressa Silvestri.  Davvero esilaranti le giustificazioni poste alla base del diniego:  tra queste il fatto che i documenti da rendere noti contenessero dati personali (tra cui il suo curriculum più che pubblico) e atti di carattere giudiziario, adducendo il fatto che la Sep sia sotto sequestro.

Peccato – scrivono i comitati – che noi avevamo richiesto solo il piano di sviluppo dello stabilimento. Non avremmo certo richiesto tutto l’incarto relativo a Sep né ci siamo mai sognati di richiedere le carte del processo. Non serve una laurea in giurisprudenza per capire che tali documenti non possono essere concessi visto che il processo è ancora in corso”.

Preoccupati per i numerosi e irrespirabili miasmi ciclicamente prodotti dalla Sep (che dovrebbe essere sequestrata e non operante) i comitati hanno chiesto anche di poter visitare l’impianto per capire come stesse procedendo lo smaltimento del residuo. Anche in questo caso i cittadini hanno ricevuto il benservito e della visita, a parte la promessa di fissarne una a breve, non c’è traccia.

Ancora una volta la Silvestri si pone al di fuori e al di sopra della Legge, rifiutando il legittimo diritto dei Comitati, che rappresentano gli interessi diffusi dei cittadini in materia di ambiente e sanità (come da sentenza), e pertanto il suo atteggiamento ci spinge a inasprire i rapporti con chi ci danneggia e avvelena l’aria, rendendola irrespirabile concludono i comitati – Un paio di domande però le facciamo, rivolgendoci anche agli stessi inquirenti che, dopo un lavoro egregio, hanno permesso che la Silvestri nominasse come responsabile tecnico la dottoressa Brida, in passato coinvolta proprio in un’inchiesta riguardante il traffico illecito di rifiuti. Come mai questa segretezza? Perché non si può sapere quali lavori si stanno eseguendo e con che finalità? Che cosa diventerà la Sep?”

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