Come preannunciato nell’articolo del 5 dicembre (Dal 2019 la telemedicina nella Pianura Pontina), il progetto nazionale di telemedicina si estenderà quest’anno anche a Cori e Minturno, individuate dall’ASL quali zone svantaggiate, oltre che a Ponza e Ventotene. Le stesse attrezzature, fornite dalla Vree Health Italia srl, sono in corso acquisizione da parte dell’Azienda Sanitaria. Sempre Cori e Minturno sono inseriti nella lista dei comuni ove verranno attivati per primi i programmi aziendali di presa in carico dei pazienti cronici (broncopneumopatia cronica ostruttiva, diabete mellito e scompenso cardiaco).
Questo è quanto emergeva già dalla deliberazione aziendale n.1 del 3 gennaio 2019 e che viene ribadito al paragrafo 7 della lettera inviata il 1 febbraio dal Direttore sanitario Giuseppe Visconti al Presidente della Conferenza locale sociale e sanitaria Damiano Coletta e ai sette sindaci dei Comuni sedi di Punto di Primo Intervento. Queste sono al momento le più importanti novità nell’ambito del più ampio processo di rimodulazione dei PPI avviato dal Direttore generale Giorgio Casati già lo scorso autunno con una prima proposta presentata in Conferenza dei sindaci, poi rettificata successivamente.
Per il resto nella lettera l’ASL informa di aver completato la ricognizione del personale medico operante presso i PPI: 17 medici con qualifica da dirigenziale e 34 medici con contratto proprio della Continuità assistenziale. Dei medici a contratto 7 sono specializzati, mentre 12 sono in possesso del diploma triennale di formazione in Medicina generale. Tutti, tranne una sola eccezione, sono risultati aver frequentato corsi di formazione specifica per la gestione delle emergenze. Di tali medici 10 risultano presenti nelle graduatorie regionali relative all’emergenza territoriale secondo quanto previsto dall’Accordo Collettivo Nazionale.
Con questa lettera la Direzione generale sembra voler rispondere alla polemica innescata dal Presidente dell’Ordine dei Medici Righetti, che all’inizio dello scorso mese aveva accusato Casati di impiegare nei PPI medici senza i necessari titoli e l’adeguata formazione. A riguardo nella lettera si ricorda che ad ogni modo il vigente DCA 90/2010 nell’individuare il personale operante nei PPI non prevede specifici requisiti formativi e titoli di carriera. Si aggiunge che i prossimi medici necessari a ricoprire il fabbisogno di personale dei PPI verranno scelti dalla graduatoria regionale delle emergenze territoriali così come richiesto dall’Ordine.
È stato inoltre siglato tra ASL e ARES 118 un programma formativo specifico obbligatorio sia per il personale dei PPI che delle postazioni 118 presso i PPI e dei Pronto Soccorso/DEA. Dal punto di vista giuridico lo stato dei PPI non varia dal momento che rimarranno gerarchicamente e funzionalmente subordinati ai Pronto Soccorso (Terracina e Gaeta) e ai DEA (Latina e Formia). DEA, Pronto Soccorso e PPI condivideranno i protocolli diagnostici e terapeutici relativi alle diverse tipologie di emergenza.
Rimane invece aperta la questione dell’orario dei PPI: da un lato Casati a partire dal 1° gennaio 2020 vuole tenerli aperti solo nelle ore diurne (8.00-20.00) e affidando le emergenze notturne al personale anche medicalizzato del 118; dall’altro il Comitato civico di Cori e il Comitato di Sabaudia di Franco Brugnola chiedono che venga conservata l’apertura del servizio anche nelle ore notturne (h24). È presumibile che alla fine il Direttore generale sia disposto a concedere l’h24 solo nelle stagioni estive a Sabaudia e Gaeta. Ancora una volta la sanità laziale è tenuta a fare i conti con le poche risorse finanziarie a disposizione nell’ambito di un Piano di rientro che dura dal 2007, sotto un Regime di commissariamento che non si sa quanto ancora durerà.