Operazione Reset: l’inchiesta che contesta l’associazione mafiosa al Clan Travali regge, respinti i ricorsi di Angelo detto Palletta e Salvatore detto Bula
Il Tribunale del Riesame di Roma ha respinto il ricorso dei fratelli Travali, e di altri due indagati, Francesco Viola (cognato dei Travali) e Fabio Benedetti, confermando l’impianto dell’inchiesta denominata Reset e condotta da DDA di Roma e Squadra Mobile di Latina.
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Le accuse sul Clan Travali, ad ora, rimangono in piedi: un’associazione mafiosa sorretta da una condizione di assoggettamento ed omertà derivanti dalla riserva di violenza costituente il principale patrimonio dell’associazione medesima e in ragione dello spessore criminale dei suoi sodali. Secondo gli inquirenti il sodalizio, a cui si contesta il 416bis, era riconosciuto sul territorio di Latina in relazione ai procedimenti penali che li hanno visti coinvolti per gravi delitti contro la persona, il patrimonio e in materia di armi.
Contestate dai difensori degli indagati le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Agostino Riccardo e Renato Pugliese che sarebbero senza riscontri. Di parere contrario il Riesame che, invece, conferma la custodia cautelare in carcere per i fratelli Travali (già comunque detenuti), Viola e Benedetti. Solo che adesso, a pesare su di loro, c’è la contestazione di aver dato vita a una vera e propria associazione mafiosa tra estorsioni, droga, un omicidio e violenza.
Solo due settimane fa il video trap girato ai Palazzoni che inneggiava ai Travali: immagini che hanno destato scalpore e indignazione da più parti. Stamani, una lettera di Salvatore Travali pubblicata su Latina Oggi che descriveva come una bravata il video delle giovani leve. Un tentativo, forse, di prendere le distanze, non troppo riuscito.