DIFFONDE LA BUFALA DEI 100 POSITIVI AL COVID-19: DENUNCIATO 43ENNE DI TERRACINA PER PROCURATO ALLARME

fake news covid-19

Terracina: diffusione tramite WhatsApp di fake news sul Covid-19, scatta la denuncia per un uomo che ha ammesso la responsabilità

La Polizia di Stato – Questura di Latina ha individuato l’autore del messaggio audio diffuso il 21 maggio mediante il social WhatsApp, in cui l’interlocutore, con toni allarmistici, riferiva di aver appreso da personale sanitario che a Terracina, a causa della positività al COVID-19 di un medico in servizio presso il reparto di nefrologia e dialisi, circa 100 persone erano state messe in isolamento a seguito dei relativi accertamenti medici.

La notizia diveniva ben presto virale, destando grave allarme sociale e panico tra la popolazione, con conseguenze negative per il servizio sanitario locale, i cui centralini venivano subissati di telefonate da parte dell’utenza, al fine di comprendere se la notizia fosse vera e per sanare la preoccupazione di doversi recare in ospedale e contrarre il virus. 

Nei giorni seguenti al messaggio, gli accessi al pronto soccorso sono diminuiti di oltre il 50%, a causa della diffusione della notizia e del panico creato, mettendo così a rischio anche la salute di cittadini che, nel dubbio, preferivano evitare di ricorrere alle cure dei sanitari. 

A causa di tale evento, personale medico a cui fa capo il coordinamento per l’emergenza COVID–19 per la provincia di Latina, ha formalizzato presso gli Uffici della Questura denuncia contro ignoti.

Il medico smentiva quindi la veridicità della notizia diffusa con l’audio WhatsApp, in particolar modo che cento persone erano state poste in isolamento. 

Le successiva investigazioni svolte dalla DIGOS di Latina hanno consentito di individuare in breve tempo l’autore della fake news, C.S., 43 anni di Terracina, il quale ammetteva di essere l’autore del messaggio allarmistico, uscito fuori dal suo controllo in quanto lo aveva condiviso in una chat ristretta di amici.

L’uomo è stato quindi denunciato alla locale autorità giudiziaria per il reato di procurato allarme

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