Il Commissariato Distaccato di Polizia di Gaeta ha arrestato il 43enne A.L. imprenditore pregiudicato di Itri in flagranza per il reato di estorsione
Nella mattinata di sabato 4 aprile, gli agenti del Commissariato di Polizia di Gaeta hanno tratto in arresto un pregiudicato di Itri, giunto a Gaeta per estorcere del denaro ad un ragazzo del posto, nonostante i provvedimenti emergenziali tesi a contrastare la pandemia in atto vietassero ogni tipo di spostamento.
Nei giorni scorsi, un ragazzo di Gaeta si era recato presso il locale Commissariato, inizialmente intenzionato solo a chiedere informazioni in merito a problemi economici che lo attanagliavano.
Si tratta di un giovane che da pochi mesi è rimasto disoccupato, convivente con una ragazza madre e in attesa del loro primogenito. Proprio a causa dello sfavorevole periodo di ristrettezze connesso all’emergenza Coronavirus, il ragazzo è di fatto impossibilitato a trovare lavoro, anche di tipo saltuario o stagionale. Dall’ascolto dei racconti del malcapitato, i poliziotti hanno subito intuito che, in realtà, il giovane era vittima di fatti ben più gravi. Parlando dei suoi problemi, il giovane si è deciso a raccontare tutto ciò che realmente lo preoccupava e a formalizzare denuncia contro un imprenditore di Itri che pretendeva da lui somme di denaro, man mano crescenti, dietro intimidazioni, inizialmente velate, poi sempre più esplicite. Dalla denuncia del ragazzo è partita un’indagine d’iniziativa della polizia giudiziaria che ha consentito di documentare quanto raccontato, anche mediante l’estrapolazione di messaggi dallo smartphone del denunciate ed altri specifici accertamenti.
In realtà al giovane, nell’arco di un paio di mesi, sono stati anche estorti assegni per un valore di migliaia di euro, per riavere indietro i quali, avrebbe dovuto corrispondere somme di denaro.
Tutto ha preso le mosse da un presunto investimento che il malfattore ha proposto alla vittima, illudendolo di fargli ottenere veloci guadagni.
I due avrebbero dovuto portare a termine l’acquisto e la rivendita di prodotti elettronici e la vittima avrebbe dovuto corrispondere inizialmente il denaro mentre l’imprenditore avrebbe dovuto tenere i rapporti con i fornitori al fine di monetizzare e dividere i guadagni. Tuttavia quest’ultimo, una volta acquisiti gli assegni dal ragazzo, li utilizzava per un proprio uso personale senza nulla corrispondere alla vittima se non l’onere di coprire i titoli.
Sono iniziate, poi, le minacce da parte dell’imprenditore al fine di costringere la giovane vittima a consegnargli denaro in contanti per coprire i titoli di credito rimasti insoluti che aveva illecitamente già utilizzato per fini personali e non per finanziare l’attività commerciale che inizialmente aveva fatto credere al malcapitato.
Una volta raccolti tutti gli elementi a carico di A.L., gli agenti hanno predisposto una delicata operazione tesa ad assistere all’ennesima e definitiva dazione di denaro. All’orario e nel luogo concordato, abilmente appostati, i poliziotti hanno osservato lo scambio di soldi, dopodiché hanno fermato ed arrestato l’imprenditore itrano a bordo della propria auto, solo dopo che si era allontanato a distanza di sicurezza dalla persona offesa.
A seguito del blitz, il denaro è stato recuperato e restituito all’avente diritto, mentre il pregiudicato è stato posto in regime di arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida, così come disposto dalla competente autorità giudiziaria.