Per Franco Zinni, l’ispettore della Polizia Penitenziaria arrestato nell’operazione Astice, vigeva la regola del così fan tutti: “Devono stare zitti perché quello che hanno visto lo fanno pure loro“. Così, in un’intercettazione contenuta nell’ordinanza disposta dal gip Giuseppe Cairo di Latina, sosteneva Zinni che, secondo la magistratura e i Carabinieri di Latina, si adoperava per i fratelli Travali bisognosi di essere trasferiti di cella e, persino di carcere, a Campasso di preciso. Per tale motivo Zinni telefonò anche al Dap – Dipartimento di amministrazione penitenziaria, la massima Istituzione in Italia competente per le carceri.
Non da meno, l’assistente capo della Polizia Penitenziaria Gianni Tramentozzi che, secondo gli investigatori, otteneva sostanza stupefacente, cocaina, in cambio di favori ai detenuti: fare entrare la droga in carcere, pizzini da recapitare fuori da esso e persino telefonate concesse ai detenuti per comunicare all’esterno. Documentata dettagliatamente dai Carabinieri una cessione di Tramentozzi a favore di Angelo Petrillone (a capo del sodalizio dedito allo spaccio tra Pontinia, Latina e i Lepini scoperta con l’altra operazione gemella di Astice, Petrus): aveva ottenuto l’ovulo contenente sia coca che hashish tramite il figlio Riccardo Petrillone, anche lui arrestato ieri. Tramentozzi, però, non è uno qualunque, avendo avuto fino a ieri un incarico molto importante nel sindacato Fns (Federazione nazionale sicurezza) Cisl: segretario generale aggiunto. Accuse gravissime gli sono rivolte, persino una truffa aggravata con la compiacenza di un medico, indagato a sua volta, che gli firma certificati per non presentarsi al lavoro, avendone per di più un altro (lo scrive il gip nel provvedimento di ieri), oppure quando ottiene un permesso sindacale per svolgere l’altra attività: ristrutturare appartamenti.
Ieri un altro segretario aggiunto di Fns Cisl, Massimo Costantino, gli ha revocato l’incarico. Un altro episodio all’interno del sindacato dopo quello altrettanto grave che coinvolse a gennaio il segretario provinciale Fai Cisl Marco Vaccaro, finito agli arresti nell’operazione “Commodo” portata avanti dallo SCO e dalla Squadra mobile di Latina, coordinata dalla Procura pontina, contro lo sfruttamento dei lavoratori agricoli nelle campagne dell’agro pontino e di tutta la regione.
Dall’inchiesta Astice, ad ogni modo, traspare anche l’ombra di un’indagine, come molte delle maggiori nel territorio pontino, in cui gli indagati sanno di essere intercettati. Lo si evince da quello che suggerisce uno degli arrestati, Saverio Dei Giudici, a Riccardo Petrillone. Non andare ai colloqui in carcere, questo è il succo, asserendo che ci fossero in atto delle intercettazioni e facendo comprendere che il consiglio arrivava direttamente da “un amico in comune”, uno degli appartenenti alla Polizia Penitenziaria.
In questo teatro dell’obbrobrio, ci sono da registrare i comportamenti retti e consoni al ruolo sia della direttrice del carcere di Latina Nadia Fontana che dispose la visita fiscale nei riguardi dell’ex segretario aggiunto Cisl Tramentozzi, sia del Commissario capo della casa circondariale di Via Aspromonte, Pierluigi Rizzo, soprannominato il “tedesco” per la sua decisione nel far rispettare le regole.