LA BELLA VITA DEI TRAVALI, DELVECCHIO&CO NEL CARCERE DI LATINA. COINVOLTI 2 DEL CLAN DI LAURO

Casa circondariale di Latina

Il carcere come luogo di svago, incontro tra criminali, riorganizzazioni di sodalizi malavitosi e, purtroppo, prova della collusione tra controllori e controllati.

Salvatore e Angelo Travali
Salvatore e Angelo Travali (foto da Facebook)

Scenario orrendo dentro il carcere latinense di Via Aspromonte dove vecchie conoscenze del crimine pontino come Angelo (detto “Palletta”) e Salvatore Travali (detto “Bula”) conosciuti ai più tramite il processo Don’t Touch, Massimiliano Del Vecchio (definito dai Carabinieri come un personaggio di carisma che esercitava timore nel carcere), Antonio Di Noia e Gennaro Amato vi spadroneggiavano dentro con la complicità decisiva dapprima dell’Ispettore della Polizia Penitenziaria (attualmente in congedo per limiti d’età) Franco Zinni, poi con l’ausilio di un agente in servizio della medesima polizia, Gianni Tramentozzi. Entrava di tutto in carcere: dalle sigarette alla derrate alimentari, dalla droga agli astici. È quanto riportato questa mattina dai Carabinieri del Comando Provinciale di Latina che, in collaborazione con la medesima Polizia Penitenziaria di Latina (i primi ad accorgersi dei movimenti sospetti dei loro colleghi), il supporto del R.O.S. di Roma unità antidroga e antiesplosivi, il Nucleo Carabinieri Cinofili e il Reparto Elicotteri Carabinieri di Pratica Di Mare, hanno dato esecuzione a 34 ordinanze di misure cautelari, tra cui 4 donne e 5 cittadini albanesi. Ha collaborato anche la Direzione Centrale dei Servizi Antidroga del Ministero dell’Interno.

Procura della Repubblica di Latina
Procura della Repubblica di Latina

I provvedimenti restrittivi, di cui 30 custodie cautelari in carcere e 4 agli arresti domiciliari, sono stati emessi dal Gip del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, su richiesta dei Pm di Latina, Giuseppe Bontempo e Valerio De Luca. Le accuse, a vario titolo, vanno dai reati di corruzione per un atto contrario agli atti d’ufficio, falsità ideologica commessa dal Pubblico Ufficiale in atti pubblici, truffa aggravata, ricettazione, detenzione illegale e spaccio aggravati di sostanze stupefacenti, detenzione e porto illegale di arma comune da sparo.

CARABINIERI
L’indagine è stata coordinata dal Tenente Colonnello Michele Meola

Le operazioni di questa mattina hanno rivelato, attraverso due indagini interconnesse, denominate “Astice” e “Petrus”, la presenza su Latina, Pontinia e l’area dei Lepini di due sodalizi criminali che, tra la fine del 2017 e l’estate del 2018 (il tempo di durata delle indagini), hanno dato vita a un canale di spaccio dall’esterno del carcere di Latina all’interno, e un altro che invece operava nelle zone succitate il cui capo tessitore riconosciuto era Angelo Petrillone coadiuvato dai due figli Simone e Riccardo.

Linguine-astice
L’astice era sicuramente l’elemento più prelibato che i soggetti arrestati nell’indagine omonima si facevano portare dentro il carcere. Per le operazioni era stato stabilito un tariffario: ad esempio, per portare un borsone le “guardie infedeli” si facevano dare 500 euro

Sia l’ispettore che l’agente della Penitenziaria ricevevano in cambio denaro o droga (consumata dall’agente persino con gli stessi detenuti all’interno del carcere) per facilitare le comunicazioni dei detenuti tra di loro e con persone esterne, far entrare materiali di ogni tipo e agevolare le richieste di spostamento in carcere tra una cella e l’altra, a seconda delle convenienze per i malavitosi. Dall’indagine emerge che l’Ispettore Zinni avrebbe avuto 12mila euro come compenso dei favori ricevuti da parte del gruppo Travali, Delvecchio e altri, i quali peraltro avevano tentato di dare una parvenza da Ucciardone della Palermo anni Sessanta poiché, all’interno di Via Aspromonte, consumavano prelibatezze vietatissime in un carcere come l’astice. E chissà che tipo di pasta avranno utilizzato! Prassi abituale anche l’assunzione di cocaina in primis, marijuana e hashish.

Partendo dalla scoperta del canale di spaccio interno al carcere, gli investigatori hanno avuto contezza del sodalizio che gestiva la distribuzione di cocaina, marijuana e hashish non solo in cella ma anche nell’area di Pontinia. Sequestrate nell’operazione 1,2 kg di cocaina, 2,7 kg di marijuana e 10 grammi di hashish.

Di seguito tutti i nomi delle persone coinvolte nelle misure cautelari di questa mattina, tra cui due Di Girolamo legati al “gomorresco” clan Di Lauro di Secondigliano (Napoli) e gli unici ad essere ancora ricercati al momento dell’esecuzione dei provvedimenti di stamane; poi, dopo poche ore, si sono consegnati spontaneamente alla caserma dei Carabinieri.

I destinatari delle misure cautelari in carcere sono stati associati alle case circondariali di Latina, Roma Regina-Coeli, Roma-Rebibbia, Frosinone e Santa Maria Capua Vetere (Caserta), o sottoposti agli arresti domiciliari presso le rispettive abitazioni.

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