Porto abusivo di armi: condannati i due uomini tratti in arresto grazie a una operazione congiunta tra Carabinieri e Polizia di Stato
Hanno patteggiato la pena davanti al giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Latina, Laura Morselli, Mirko Taglioni (46 anni) e Gabriele Polidori (20 anni), difesi dall’avvocato Marco Fagiolo. Taglioni ha patteggiato a 2 anni di reclusione, mentre Polidori a 1 anno e 8 mesi. Entrambi dovevano rispondere dell’accusa di detenzione di arma da fuoco e hanno ottenuto che la pena sia sospesa.
A settembre scorso, a Terracina, al termine di serrate indagini avviate nella scorsa nottata, i Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile e gli agenti del Commissariato di Polizia di Stato avevano tratto in arresto entrambi: Mirko Taglioni e Gabriele Polidori, tutti e due residenti a Velletri. A bordo dell’autovettura risultata presa a noleggio da parte del figlio convivente del 46enne, Taglioni e Polidori erano stati intercettati dalle forze dell’ordine in un’area retrostante un distributore carburanti a Terracina e sottoposti a perquisizione personale e veicolare.
Dopodiché, gli stessi erano stati trovati in possesso di un proiettile calibro 7,65 rinvenuto indosso al 45enne e di altre armi, poco prima occultate da entrambi dietro un manufatto presente nel piazzale del distributore. I fatti erano stati ricostruiti da testimoni e dalla visione delle telecamere di video-sorveglianza reperiti nell’area. Le armi nascoste erano una pistola semiautomatica calibro 7,65, carica con un solo colpo in canna, e una pistola a tamburo 38 special, carica con 2 colpi.
Ascoltati nell’ambito dell’interrogatorio di convalida, i due avevano dato la stessa versione dei fatti. Secondo il loro racconto, il 19enne Polidori avrebbe acquistato le due armi a un prezzo di favore a Velletri: 500 euro. Al che, avvertito Taglioni, per inciso zio della sua fidanzata, si sarebbe recato da lui per dirgli di quello che ai suoi occhi sarebbe stato un vero e proprio affare. Taglioni (su cui gravano alcuni precedenti), però, si sarebbe arrabbiato proprio perché contrario all’acquisto delle pistole e, dopo aver schiaffeggiato il giovane, avrebbero deciso di gettare via le armi.
Ecco perché, secondo il loro racconto, le armi sarebbero state buttate via dietro il manufatto del distributore. Un gesto che era costato a entrambi l’arresto, proprio perché, in quel momento, erano giunte in loco le forze dell’ordine che hanno messo le manette ai due.
Gli arrestati, espletate le formalità di rito, erano stati associati presso la casa circondariale di Latina. Al termine della camera di consiglio, il Gip Antonio Masone aveva sciolto la riserva, rigettando la richiesta di incompetenza territoriale, convalidando gli arresti dei due uomini e confermando il carcere per entrambi.
Intanto, erano state avviate le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Latina, Antonio Sgarrella, per capire a cosa potessero servire le armi e per conto, nell’eventualità, di chi fossero nascoste.