Quando lo abbiamo scoperto non volevamo credere ai nostri occhi: la SEP che fu di Vittorio Ugolini risulta coinvolta in un progetto della Regione Lazio di ricerca ed innovazione partito nel 2014, il cui obbiettivo era quello di sviluppare un’impiantistica che migliorasse il trattamento dei rifiuti.
LIFE IS A PARADOX
La vita è un paradosso dicono gli anglosassoni, ma qui si sta esagerando.
Proprio la SEP che, secondo l’inchiesta Smoking Fields avrebbe trattato i rifiuti in maniera illegale inquinando alcuni terreni in provincia, è coinvolta in un progetto di sviluppo di impiantistica atta a migliorare il trattamento.
Chissà cosa avrebbero da dire al riguardo i comitati della zona e i residenti, da anni impegnati nella lotta ai miasmi e alle emissioni odorigene che provengono dall’impianto di Mazzocchio…Oltre il danno anche la beffa.
IL PROGETTO
Il progetto, nel lasso di tempo dal 2014 al 2020, ha visto e vede la collaborazione della Società Ecologica Pontina con l’Università di Chieti.
È inserito nel programma POR FESR della Regione Lazio, grazie al quale l’ente pone le basi strategiche e definisce gli strumenti per realizzare il piano Europa 2020, cioè la creazione di uno sviluppo economico sostenibile ed inclusivo, che porti coesione sociale e territoriale.
Se non abbiamo alcun dubbio sulla buona fede degli accademici, sulla partecipazione della SEP, che al tempo avrebbe violato la legge accettando umido che al suo interno aveva plastica, vetro e altri materiali, qualche dubbio ci viene.
Come può un’azienda che è stata messa sotto i riflettori dall’Antimafia di Roma, partecipare ad un progetto “governativo” e innovativo così importante?
Trecentododicimila euro elargiti ai due partecipanti, una spesa che, almeno per quanto riguarda la SEP, ancora oggi pone molti dubbi e, se fosse confermato l’impianto indiziario della magistratura, trasuderebbe quantomeno indignazione.